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Cosa accade a un uomo costretto a vivere in una tribù di donne un po' fuori di testa?
Questo è in grandi linee il leitmotiv dell'ultimo film di Fausto Brizzi, una patinata commedia con molti nomi di rilievo e, per protagonista maschile, il solito idiota Francesco Mandelli nel ruolo di Andrea, sfortunato visir all'incontrario.
Ispirato in grandi linee al film di Steno "Totò e le donne", dove un uomo di mezz'età raccontava le sue mille disavventure capitate a causa del gentil sesso, non meno misogino del primo film "Pazze di me" è in realtà una presa in giro su uomini e donne, stressati, sull'orlo di una crisi di nervi e incapaci di scelte efficaci.
La famiglia al femminile del protagonista Andrea è apparentemente "realizzata" ma al contempo è afflitta da insormontabili difetti: la madre è una ferrea amministratrice di condomini che comanda tutti a bacchetta; la sorella maggiore è una femminista convinta e avvince centinaia di donne con le sue conventions; un'altra, notaio a ventidue anni crede di essere perfetta, ma in realtà è pedante e capricciosa. Poi c'è la bionda finta classica oca giuliva che però riesce a essere professionale in campo lavorativo. Completano il quadro una badante poco collaborativa e una nonna ex docente di astrofisica e molto simile nell'aspetto trasandato alla ben nota Margherita Hack.
Battute e gags si sprecano nel corso della storia che risulta essere divertente e scorrevole grazie al cast ben assortito e soprattutto all'ottima interpretazione di Loretta Goggi (la mamma), tornata a recitare in un film dopo quarant'anni e apportatrice di smalto e mestiere. Azzeccati i camei di Flavio Insinna (il padre fuggitivo), Luca Argentero e Gioele Dix (il cardiologo tombeur de femmes) mentre Maurizio Micheli ripropone la consolidata macchietta del pugliese stavolta nei panni del portinaio innamorato dell'amministratrice Goggi.
I vari flashback che sotto forma di ricordi o di filmini presentano l'infanzia di Andrea e delle sue sorelle, e la hit vincitrice di un Zecchino d'oro di trentasei anni fa "Cocco e Drilli", adattano la storia anche al pubblico dei più piccoli secondo un costume consolidato negli ultimi anni che vuole pellicole con personaggi di tutte le età per dare a ogni spettatore la sua personale "catarsi".
Per sorridere un po' dimenticando i propri problemi e cercando di trarre qualche insegnamento da una vicenda paradossale ma anche plausibilmente verosimile.
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Recensione a cura di peucezia - aggiornata al 28/01/2013 16.50.00
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