Recensione racconti da stoccolma regia di Anders Nilsson Germania, Svezia 2006
al cinemain tvanteprimearchivioserie tvblogtrailerclassifichespecialiregistiattorirecensioniforumfeedmy
Skin Filmscoop in bianco Filmscoop nostalgia
Ciao Paul!
Ricerca veloce:       ricerca avanzatabeta

Recensione racconti da stoccolma (2006)

Voto Visitatori:   7,56 / 10 (32 voti)7,56Grafico
Voto Recensore:   7,00 / 10  7,00
Dimensione testo: caratteri piccoli caratteri medi caratteri grandi

locandina del film RACCONTI DA STOCCOLMA

Immagine tratta dal film RACCONTI DA STOCCOLMA

Immagine tratta dal film RACCONTI DA STOCCOLMA

Immagine tratta dal film RACCONTI DA STOCCOLMA

Immagine tratta dal film RACCONTI DA STOCCOLMA

Immagine tratta dal film RACCONTI DA STOCCOLMA
 

Stoccolma, capitale della Svezia, è una città molto particolare: dall'entrata - non del tutto indolore - nell'Unione Europea ha visto l'allentamento delle restrizioni riguardo le concessioni di licenze per bar e ristoranti (notizia particolarmente interessante solo se si fa riferimento a uno dei tre episodi del suddetto film) e, contemporaneamente, un numero notevole di residenti stranieri e di comunità etniche. In effetti se pensiamo alla Svezia, pensiamo a Bergman collocando il cinema dei paesi nordici tutt'al più alla metafisica del finlandese Kaurismaki, che già di suo aveva raccontato una società alla deriva fin dagli esordi, ben diversa dagli stereotipi di luoghi perfetti di cui è intessuta la tradizione nordica (ma in particolare la stessa Svezia).

"Racconti da Stoccolma" sembra quasi una risposta alle kitchen stories del cinema indipendente Usa (non a caso "Kitchen stories" è uno dei titoli più originali e suggestivi del recente cinema nordico), con un'occhio particolare a Inarritu e al suo cinema "a incastro" - soprattutto "Babel" - di cui Nillson riproduce una certa enfatizzazione tecnica votata in questo caso più alla metafora e alla didascalia che alla funzione reattiva e a tratti retriva della spettacolarizzazione formale del "messaggio". A dire il vero, anche "Babel" di Inarritu finisce per mascherare dietro le enormi potenzialità del messaggio un certo qualunquismo che finisce per diventare puro manierismo. Probabilmente il cinema più pericoloso e dannoso è quello di titoli come "Ai confini del paradiso", "Sotto le bombe", e via dicendo, tutte opere formalmente perfette ma che per ragioni misteriose "devono passare sempre per l'esaltazione dei media e vincere qualche premio": film di cui è tassativamente proibito parlar male (è antitetico alla massa ed è poco cool), che ti obbligano a parteggiare per una serie di motivazioni (sociali?) non certo pertinenti ad assolvere le intenzioni dei cineasti.

"Racconti da Stoccolma", con il suo aspetto multimediale, ha ben poco a che vedere con le ossessioni di Bergman (nonostante il gustoso cameo di Bibi Andersson, nei panni della madre di Carina) e il clima sinistro e plumbeo del cinema nordico (ma forse non conosciamo abbastanza il cinema nordico per non capire che è ottima fucina di commedie).
Lo spettatore può tirare un respiro di sollievo senza farsi soffocare nell'attesa di un finale che non arriva mai - per paradosso, succede proprio questo - senza addormentarsi nella poltrona dei cineplex o tenere gli occhi faticosamente aperti quasi come l'Alex di "Arancia Meccanica" durante il "trattamento Ludovico". Non c'è bisogno di simili espedienti per vederlo, eppure il film funziona solo a tratti.

E' il racconto di tre diverse storie, due vicende femminili, Leyla e Carina, ed una maschile, che se inizialmente possono catturare per la loro apparente veridicità alla lunga mostrano la corda, annientate da una superficialità di fondo che mal si adegua all'impegno profuso nelle tematiche trattate. Il fatto che si sia aggiudicato il premio Amnesty International al 57esimo festival di Berlino corrisponde alle stesse riserve espresse dal sottoscritto poco fa verso un certo "tipo di cinema". Un cinema, beninteso, che ad occhi chiuso è un caleidoscopio di cose già viste, di realtà già affrontate nel cinema, a cominciare dal faticoso e ambiguo racconto di Leyla, come a dire la risposta al femminile di "Un bacio appassionato" di Loach. Ma c'è di più: lo spettatore viene continuamente convinto che si parli di Islam, mentre la vicenda tratta di una famiglia filoasiatica di Cristiani. Alla stessa ambiguità ideologica corrisponde il personaggio di Leyla (un prototipo, quasi come la madre, dell'azzerata solidarietà femminile?), la quale non solo evita di comprendere l'inferno familiare che la coinvolge, ma è indirettamente responsabile della brutale fine della sorella (il branco - la stirpe - il padre - la madre - i fratelli sono universi a sè stante o devono privare la ragione della sua univoca esistenza?).

La reminescenza religiosa del primo episodio del film riesce a rendere lo spettatore tristemente pregiudiziale, almeno quanto gli esorcismi letterari di Houllenbecq, ma senza il suo uso passionale di paradossale scorrettezza. E l'unico momento plausibile della vicenda di Leyla è quello che riguarda l'apparato genealogico trascritto in una lavagna dall'assistente sociale/poliziotta. E' un retaggio paratelevisivo, ma funziona egregiamente.
Nel secondo episodio, il più "americano" dei tre (non è difficile credere di trovarsi davanti ad un inedito di "Desperate housewives" o "Sex in the city") Carina è una working woman che esercita la sua impotenza davanti alla folle gelosia, professionale e affettiva, del violento marito. Alla fine, convinta dalla sorella, decide di denunciarlo e di testimoniare, come candidata parlamentare alle elezioni europee, la sua personale esperienza attraverso i media, provocando scalpore ma al tempo stesso incentivando la corsa verso il proprio successo elettorale. Anche questo secondo personaggio femminile non riesce a cammuffare una certa falsità: è possibile che Carina possa sopportare a lungo le violenze dell'uomo giustificando ogni suo raptus senza reagire? E come si spiega la sua improvvisa battaglia per difendersi, come è giusto che sia, una volta per tutte da un consorte tanto efferato e mentalmente instabile? E se fosse una meschina manovra (mettere al servizio pubblico il proprio privato per manifestare null'altro che se stessa) per incentivare il suo alter ego professionale? Purtroppo, se Leyla è giustificata dalla sua sconcertante ingenuità, non si può certo dire che Carina, nonostante la terribile vicenda coniugale che vive, riesca a empatizzare con gli spettatori: tutt'altro.
Il terzo episodio, quello di Aram, proprietario di un ristorante in città di buon successo a conduzione familiare (ci lavorano anche il fratello e la sorella) che finisce per attirare il perverso interesse di un gruppo di teppisti della zona, e a provocare rivendicazioni e violenze a non finire. E' sicuramente l'episodio più persuasivo del film, ma resta appiattito da una certa incapacità di coinvolgere fino in fondo. Il rapporto vagamente omosessuale tra Aram e un forzuto uomo della security non viene privilegiato da nessun confronto erotico (i maliziosi e i voyeuristi possono restare a casa) e la vicenda ricorda vagamente quella del ben più efficace "My beautiful Laundrette" di Frears (1985).

"Racconti da Stoccolma", al di là del fuorviante titolo letterario (il titolo originale in inglese si può tradurre con "When darkness falls"), finisce per perdere la dipendenza dai soggetti del passato (al di là dell'aria vagamente lugubre delle rispettive vicende) ma rischia di catturare lo spettatore solo in virtù della globalizzazione tecnica del prodotto d'esportazione che si prefigge di essere. Non è abbastanza prefigurare una città (che fra l'altro è testimone involontaria di vicende che potrebbero appartenere a qualunque altra città europea) come simbolo/sintomo di un disagio inequivocabilmente universale. E almeno in un caso, il confronto tra la donna orientale e la "sposa occidentale" come espressione di un'uguaglianza di disagio e sopruso rischia di confondere ancora di più lo spettatore: in tutti e tre i casi, comunque, è inevitabile il confronto con un cinema che è efficace a rileggere la quotidianità ma è del tutto impreparato a coglierla direttamente. Diventa così un esercizio di stile di cui forse qualcuno terrà conto (qualcuno, forse). E davanti a un finale che cita spudoratamente Kieslowsky anche nel suo impeccabile format(o) metaforico, la sensazione di un'ottima occasione sprecata permane. Con un regista conciliante (e per questo discretamente rassegnato) verso le colpe di un mondo che, in fondo, è davvero uno solo.

Commenta la recensione di RACCONTI DA STOCCOLMA sul forum

Condividi su Facebook Condividi recensione su Facebook


Recensione a cura di kowalsky - aggiornata al 16/05/2008

Il contenuto di questo scritto esprime il pensiero dell'autore e non necessariamente rappresenta Filmscoop.it

In programmazione

Ordine elenco: Data   Media voti   Commenti   Alfabetico

10 giorni con i suoi100 di questi anni
 NEW
30 notti con il mio exa complete unknowna different mana real paina working manal progredire della notteamerikatsiamiche alle cicladiamichemaianoraanujaattack on titan: the last attackbabygirlback in actionbagmanbastion 36berlino, estate '42biancaneve (2025)black bag - doppio giocoblack dogblack mirror - stagione 7blur: to the endbridget jones - un amore di ragazzocaptain america: brave new worldcarlo mazzacurati - una certa idea di cinemacharlotte, una di noicherry juiceciao bambinocitta' d'asfalto
 NEW
cloudcome se non ci fosse un domani (2025)companiondeath of a unicorndi noi 4diciannovediva futuradog mandove osano le cicognedreams
 NEW
drop - accetta o rifiutaduse, the greateste poi si vedeeden (2025)elfkins - missione gadgetemilia perezeyes everywherefamiglia imbarazzi - la maledizione dello zoccolofatti vederefiume o morte!follementeg20gen_
 NEW
generazione romanticagioco pericolosoglobal harmonyguglielmo tell
 NEW
guida pratica per insegnantihello! spank: il film - le pene d'amore di spankhereheretichokage - ombra di fuocohollandi am martin parri colori dell'anima - the colors within
 NEW
i peccatoriil bambino di cristalloil caso belle steineril complottistail critico - crimini tra le righeil mestiere di vivereil migliore dei maliil mio amore, ti fara' sparireil mio giardino persianoil nibbioil seme del fico sacroil signore degli anelli - la guerra dei rohirrimio non sono nessunoio sono ancora quiio sono la fine del mondoio ti conoscoitaca - il ritornokaiju no.8: mission reconla casa degli sguardila citta' proibita (2025)
 NEW
la gazza ladrala storia di patrice e michella vita da grandi
 HOT R
la zona d'interessel'abbagliol'albero (2025)le assaggiatricile donne al balcone - the balconetteslee millerl'erede (2025)l'orto americano
 NEW
love (2024)luce (2024)l'ultima sfida (2025)l'uomo di argillal'uomo nel boscolux santamaria (2024)mickey 17misteri dal profondomonte corno - pareva che io fussi in aria
 NEW
moon il pandamr. morfinamuori di leinella tana dei lupi 2 - panteranina e il segreto del ricciono other landnoi e lorononostante
 HOT R
nosferatu (2024)oh, canada - i tradimentioperazione vendettaopus - venera la tua stellapaddington in peru'pellizza pittore da volpedopino daniele - nero a meta'presenceprophecypuan - il professore
 NEW
queerricardito lo squalo?scissione - stagione 2sconfort zone - stagione 1screamboatsenza sangue
 R
september 5 - la diretta che cambio' la storiasilenzio!simone veil - la donna del secolosonic 3 - il filmsons (2025)sotto le fogliestrange darlingthe alto knights - i due volti del criminethe bayouthe breaking icethe brutalistthe calendar killerthe chosen - ultima cenathe girl with the needlethe last showgirlthe monkeythe opera! - arie per un'eclissithe shrouds - segreti sepolti
 HOT
the substancethe woman in the yardtornando a esttoys - giocattoli alla riscossatu quoqueu.s. palmeseun film minecraftun posto sicuro (2025)una barca in giardinouna viaggiatrice a seouluna vita da sogno - l'abbagliovoci di poterew muozzart!wolf man

1060549 commenti su 51987 film
Feed RSS film in programmazione

Ultimi film inseriti in archivio

ALIBI PERFETTOAMERICA PAESE DI DIOAMICHE: ANDIAMO ALLA FESTAAVICII - I'M TIMAVICII: TRUE STORIESBLOODBATH AT PINKY HIGH: PART 1BLOODBATH AT PINKY HIGH: PART 2CITY RATSCORMAN'S WORLD: EXPLOITS OF A HOLLYWOOD REBELDAVID (1988)DICK JOHNSON E' MORTOGLI UOMINI NON POSSONO ESSERE VIOLENTATII BAMBINI DEL TRENOI RIVOLTOSI DI BOSTONIL BRACCIALE DELL'AMOREIL BRAVO GATTO PRENDE I TOPIIL MOSTRO DEL MUSEO DELLE CEREKAIKAN ONANIE: NIIZUMA-HENLA STRADA DELLA RAPINAL'ASSASSINO DELLA DOMENICAMECHANICAL VIOLATOR HAKAIDERMEGALOPOLIS (2008)MONSTER FROM THE OCEAN FLOORMURDER ON D.STREETNATI PER UCCIDEREPERSONE PERBENETHE DEADLY CAMPTHE DIARY (2024)THE LAST: NARUTO THE MOVIETHE ONLY GIRL IN THE ORCHESTRATHREE DAYS OF A BLIND GIRLTRADITO A MORTETRAGICO RITORNO

Ultimo film commentato

Ultimo post blog

Speciali

Speciale SHOKUZAISpeciale SHOKUZAI
A cura di The Gaunt

Ultime recensioni inserite

in sala


SEPTEMBER 5 - LA DIRETTA CHE CAMBIO' LA STORIA
Locandina del film SEPTEMBER 5 - LA DIRETTA CHE CAMBIO' LA STORIA Regia: Tim Fehlbaum
Interpreti: John Magaro, Leonie Benesch, Peter Sarsgaard, Ben Chaplin, Zinedine Soualem, Georgina Rich, Corey Johnson, Marcus Rutherford, Daniel Adeosun, Benjamin Walker, Ferdinand Dörfler, Solomon Mousley, Caroline Ebner, Daniel Betts, Leif Eduard Eisenberg, Sebastian Jehkul, Rony Herman, Jeff Book, Robert Porter Templeton, Stephen Fraser, Leon Dragoi, Doris Meier, Mark Ruppel, Christine Ulrich, Günther Wernhard, Antje Westermann, Harry Waterstone, Andreas Honold, Stefan Mittermaier
Genere: drammatico

Recensione a cura di The Gaunt

THE ORDER (2024)
Locandina del film THE ORDER (2024) Regia: Justin Kurzel
Interpreti: Jude Law, Nicholas Hoult, Tye Sheridan, Jurnee Smollett, Alison Oliver, Morgan Holmstrom, Odessa Young, Marc Maron, Philip Granger, Sebastian Pigott, Matias Lucas, Bradley Stryker, Phillip Forest Lewitski, Victor Slezak, Daniel Doheny, Bryan J. McHale, Ryan Chandoul Wesley, Geena Meszaros, George Tchortov, Daniel Yip, Sean Tyler Foley, John Warkentin, Vanessa Holmes, Rae Farrer, Carter Morrison, Huxley Fisher, mandy fisher
Genere: thriller

Recensione a cura di The Gaunt

archivio


ANYWHERE ANYTIME
Locandina del film ANYWHERE ANYTIME Regia: Milad Tangshir
Interpreti: Ibrahima Sambou, Moussa Dicko Diango, Success Edemakhiota
Genere: drammatico

Recensione a cura di The Gaunt

MARILYN HA GLI OCCHI NERI
Locandina del film MARILYN HA GLI OCCHI NERI Regia: Simone Godano
Interpreti: Miriam Leone, Stefano Accorsi, Thomas Trabacchi, Mario Pirrello, Orietta Notari, Marco Messeri, Andrea Di Casa, Valentina Oteri, Ariella Reggio, Astrid Meloni, Giulia Patrignani, Vanessa Compagnucci, Lucio Patané, Agnese Brighittini
Genere: commedia

Recensione a cura di Severino Faccin

Ultima biografia inserita

Casualmente dall'archivio

Novità e Recensioni

Iscriviti alla newsletter di Filmscoop.it per essere sempre aggiornarto su nuove uscite, novità, classifiche direttamente nella tua email!

Novità e recensioni
 

Site powered by www.webngo.net