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"People ask the question what's a RocknRolla? And I'll tell 'em it's not about drums, drugs, and hospital drips, oh no. there's more there than that, my friend. We all like a bit of the good life - some the money, some the drugs, others the sex game, the glamour, or the fame. But a RocknRolla, oh, he's different. Why? Because a real RocknRolla wants the *beep* lot".
E questo è un RocknRolla, dal Vangelo secondo Guy. Cosa c'entra con il resto del film? Ben poco, ma partire con un bel neologismo dà subito un certo tono.
One Two (Gerard Butler) e Mumbles (Idris Elba), due criminali di poco conto, stanno cercando il modo di estinguere il loro debito con il più importante criminale di Londra, Lenny (Tom Wilkinson), che in realtà li ha truffati in un affare immobiliare, quando vengono assoldati da Stella (Thandie Newton) per rubare sette milioni di euro a un corriere di un losco uomo d'affari milionario russo, Omovich, soldi destinati ad una tangente da pagare proprio a Lenny per sbloccare una concessione edilizia. Il russo presta a Lenny il suo dipinto preferito quale pegno d'onore, ma il quadro scompare misteriosamente e comincia a passare di mano in mano, complicando non poco le cose per tutti. Quando i soldi vengono rubati anche al secondo tentativo di pagamento della tangente, le strade di Lenny, Mumbles, One Two e Omovich sono destinate a incrociarsi per la resa dei conti.
Elemento impazzito e imprevedibile, Johnny Quid, figliastro di Lenny, rockstar tossicodipendente al terzo "decesso" in un anno, che rubando il dipinto innesca inconsapevolmente la serie di sciagure. E' lui il RocknRolla del titolo.
La voce narrante dei fatti è Archie (Mark Strong), luogotenente impassibile ed elegante di Lenny, che guida lo spettatore nel sottobosco aggrovigliato della malavita dei grandi affari, con il tipico procedimento dei film che vogliono apparire brillanti e ben congegnati prima ancora dei titoli di testa. Lasciando alla voce narrante la descrizione rapidissima delle cose ovvie, restano allo spettatore, il cui cervello è già impazzito a seguire il montaggio frenetico e a capire i nomi dei personaggi, i collegamenti meno chiari. Risultato: scatta immediatamente il complesso di inferiorità nei confronti dei protagonisti e l'incondizionato appoggio "da fomento dei primi cinque minuti".
"RocknRolla" è la versione 2009 del film di Guy Ritchie, che è sempre lo stesso con attori, a volte, diversi. Se questo dato di fatto non viene percepito come un difetto, allora non c'è niente che non vada in "RocknRolla". Attori, regia, sonoro, fotografia, dialoghi e montaggio, tutto decisamente sopra la media; il mix riesce bene, ma il risultato è più dalle parti di "Ocean's Eleven" che de "Le Iene", senza che questo sia per forza un difetto, peraltro: questi criminali sono sempre tranquilli e pettinatissimi, in situazioni paradossali e pericolose dalle quali si tirano fuori molto elegantemente e spesso fortunosamente, ma si sa come dicevano gli antichi: "fortuna iuvat audaces".
Gli audaci del caso sono i soliti ignoti da quattro soldi sull'orlo del salto nel mondo degli squali che invidiano ma disprezzano, finendo per scherzare col fuoco una volta di troppo. La colpa? Di una donna pericolosa e doppiogiochista, ovviamente.
La risoluzione della trama è scontata nei modi e nei fatti (montaggio finale che svela "il colpevole" mentre la voce fuori campo racconta, giusta spartizione di premi e punizioni tra ladri onesti e ladri infami), uno zuccherino per lo spettatore medio che ha visto "300" e riconosce Butler ma non sa cosa sia "Snatch", un amaro calice per qualunque cinefilo alle prese con l'agonia del cinema mainstream e di quello "indie-glam" alla Ritchie, che sembra avere già esaurito le sue munizioni. Tutto sa di già visto e preso a prestito altrove, ma la confezione è notevole e in generale "RocknRolla2 si lascia guardare ed apprezzare, ha dei momenti felici e altri meno riusciti (come la tirata sulle sigarette e l'arte…).
La mancanza di originalità non può essere una colpa tanto grande da coprire tutti i meriti di un film decisamente sopra la media (in tempi, va detto, in cui la media è bassa), ma la minaccia di due sequel per l'ennesima trilogia, no, questo è davvero troppo e ci auguriamo che Ritchie abbia tanto successo con il suo prossimo "Sherlock Holmes" da dimenticare i capitoli successivi di "RocknRolla".
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Recensione a cura di JackR - aggiornata al 06/05/2009
Il contenuto di questo scritto esprime il pensiero dell'autore e non necessariamente rappresenta Filmscoop.it
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