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2002: Tratto molto liberamente dal romanzo del 1980 di Robert Ludlum "L'uomo senza volto", esce sul grande schermo "The Bourne Identity", storia di un uomo misterioso che successivamente si scoprirà chiamarsi Jason Bourne ed essere un ex agente CIA (Matt Damon), senza memoria e braccato.
Il successo al botteghino è enorme e anche i sequel sono salutati da un uguale risultato anche se via via meno avvincenti del primo episodio.
2012: Matt Damon esce di scena e anche il regista Paul Greengrass, che aveva diretto i due sequel dopo Doug Liman lascia per cedere il posto allo storico sceneggiatore della trilogia, Tony Gilroy.
Nuovo protagonista è Jeremy Renner, affiancato da Edward Norton e da Rachel Weisz che, dopo aver interpretato il ruolo della scienziata e filosofa Ippazia in "Agorà" torna a un ruolo da "intellettuale" impersonando una ricercatrice.
Il nuovo personaggio si chiama Aaron Cross, non soffre di amnesia e, trovandosi in una impervia zona montana, è stato fortunosamente risparmiato da una poco ortodossa "chiusura di programma" che prevede l'eliminazione fisica dei suoi partecipanti. Assume medicinali per migliorare le prestazioni fisiche e, per non dipendere dalla volontà di chi lo ha assunto, vorrebbe rifarsi una nuova vita dimenticando un passato scomodo e doloroso; ma anche lui è costretto a sfuggire a chi gli dà la caccia, rappresentato dal "villain" Edward Norton e dagli altri ai vertici.
Il legame tra il nuovo personaggio di una futura trilogia e Bourne che rimane sempre al centro del film come "grande assente" - sempre nominato ma mai visto se non sotto forma di una piccola foto tessera - è il loro superomismo, la capacità cioè di superare ostacoli per chiunque insormontabili grazie a un perfetto training, come anche una ricerca di identità che sia quella antica, come per Bourne, o una nuova, come per Cross.
Anche in questo film, confezionato da blockbuster, le location in vari luoghi del globo terracqueo e le scene rapide a volo d'uccello la fanno da padrone ma l'azione, che è sempre stata la principale caratteristica di questa serie di spy story, è surclassata dalla scienza.
A questo proposito occorre sottolineare che Rachel Weisz, la coprotagonista, una scienzata ricercatrice, malgrado le sue paure e incertezze non è più la classica donna dei film d'azione bella e sballottata dall'eroe senza macchia e che non deve mai chiedere ( come accade nei film del ciclo di James Bond), ma è una persona di carattere, pronta a rischiare per aiutare un eroe fragile, alla ricerca di un nuovo se stesso.
Interessante anche il ruolo dell'altro coprotagonista, il "cattivo" Edward Norton, occhi di ghiaccio, sfuggente e volitivo, l'uomo giusto per questo crudele e misterioso "sistema" che tratta i suoi sottoposti come oggetti.
Film tutto sommato valido malgrado qualche scena un po' troppo fantasiosa, per esempio il poco credibile inseguimento delle auto degli "agenti cattivi" alla moto condotta da Cross.
Si attende ansiosamente il secondo capitolo della nuova serie per capire e commentare gli sviluppi, ma se si ha voglia di passare una serata piacevole l'appuntamento al cinema per vedere la pellicola è consigliato.
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Recensione a cura di peucezia - aggiornata al 21/09/2012 17.33.00
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