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Fantasia nei titoli dei sequel.
Nel 2009 esce "The collector", buon horror-splatter diretto da Marcus Dunstan (sceneggiatore di "Saw IV", V, VI e VII, "Feast" I, II e III, e "Piranha 3D") e 3 anni dopo ne esce il seguito, come chiamarlo? Facile: "The collection". Più che giusto: un collezionista ha una collezione, se no che cavolo di collezionista è?
Ma andiamo per ordine. Il primo finiva col simpatico incappucciato dagli occhi lucidi che metteva nella scatola il povero Arkin (Josh Stewart, "Giustizia privata" e "Il cavaliere oscuro - il ritorno"), che da buon eroe aveva tralasciato la regola fondamentale per battere i serial killer e non vederseli comparire nei capitoli successivi: quando stai vincendo e lo hai messo alle corde, lo devi vivisezionare, perché altrimenti è matematico che quello, prima o poi, si rialza. E se si rialza, sono uccelli per diabetici.
Ma Dunstan, che al suo attivo ha anche un cortometraggio ("Nico Vega's 'Gravity' "), furbo come un cervo, aveva già in mente il secondo capitolo, nel quale si sarebbero di nuovo scontrati il collezionista e Arkin, una specie di ladro/truffatore che trova lavoro come montatore di porte e finestre.
Il secondo film si apre con un gruppo di ragazzi che va ad una festa in discoteca, al cui ingresso trovano la versione punk di Legolas che apre la porta solo dopo aver sentito la parola d'ordine: "nevermore". E infatti nessuno di loro la potrà mai più dire. Solo che tra gli invitati c'è pure il collezionista (Randall Archer, "Alice in Wonderland" e "Shooter"), che come da prassi li ammazza tutti in una delle scene splatter più riuscite degli ultimi tempi, e ne "salva" uno solo, anzi, una: Elena (Emma Fitzpatrick, "The social network" e "In time"). Prima di essere catturata è lei a trovare la scatola in cui c'è proprio lui: Arkin!!! Ovviamente lui si salva, scappa, non ringrazia e lei finisce nella sua scatola. Ma il padre di Elena ha un amico importante, uno che farà di tutto per salvarla. Ed è a quel punto che entra in gioco "L'uccello" (Lee Tergesen, "Fusi di testa" e "Monster").
L'uccello non è un volatile e nemmeno un attributo. L'uccello è proprio un tizio tanto, che si presenta dicendo di essere L'uccello.
Ora, se sei Lupin e ti insegue Zenigata, amen. Se sei Charles Lytton e ti insegue l'ispettore Clouseau, amen. Ma se sei un serial killer, per quanto tu cattivo e con gli attributi possa essere, se ti insegue L'uccello diciamo che tendi a preoccuparti. Anche perché per diritto di nascita quello potrebbe recriminare che l'unico con gli attributi del film è lui.
Ecco perché appena questo tipo appare e dice di essere L'uccello, tutti noi siamo istintivamente propensi a ritenere che alla fine vincerà lui, e lo pensiamo tenendo le spalle al muro, perché comunque non si sa mai.
Arkin e L'uccello, insieme agli amici di quest'ultimo, trovano il nascondiglio del collezionista ed entrano per ammazzarlo e riprendersi Elena. Che non essendo una testa di volatile riesce nel frattempo a uscire dalla scatola e iniziare un suo percorso per tentare la fuga. Inutile dire che faranno tutti una brutta fine tranne i personaggi principali. Ma è il contorno che è importante. Già, perché essendo "The collection", c'è la collezione, e la collezione è talmente ricca di corpi mutilati, riattaccati, ossa senza muscoli, ossa coi muscoli e muscoli in salsa verde con una spolverata di tartufo, che anche Gunther von Hagen gli fa un baffo. Le trappole escogitate poi sono degne del miglior Jigsaw, anzi più fiche perché spesso improvvisate. Quando i superstiti finalmente si incontrano ed Elena vede che è venuta a salvarla L'uccello, si commuove, forse perché era da tanto che non lo vedeva. E magari le mancava.
La trama si infarcisce di sangue, tanto sangue, e scene sulla cui verosimiglianza con la realtà è quasi offensivo ragionarci. Se un uomo si rompe il braccio in mille pezzi, è OVVIO che può ancora lottare contro un maniaco assassino. Ma la parte bella è il finale, da quel momento Arkin diventa un mito per tutti. Che succede? Guardatevi il film, anzi, i film, perché per apprezzare il secondo serve il primo, anche se a livello di trama si capirebbe anche senza. D'altronde è splatter, non Muccino, quindi non va capito (in effetti il massimo sarebbe mettere Muccino in uno splatter, a pensarci bene).
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Recensione a cura di marcoscafu - aggiornata al 15/03/2013 15.35.00
Il contenuto di questo scritto esprime il pensiero dell'autore e non necessariamente rappresenta Filmscoop.it
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