Recensione un tram che si chiama desiderio regia di Elia Kazan USA 1951
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Recensione un tram che si chiama desiderio (1951)

Voto Visitatori:   8,53 / 10 (57 voti)8,53Grafico
Voto Recensore:   9,00 / 10  9,00
Miglior attrice protagonista (Vivien Leigh)Miglior attore non protagonista (Karl Malden)Miglior attrice non protagonista (Kim Hunter)Miglior scenografia
VINCITORE DI 4 PREMI OSCAR:
Miglior attrice protagonista (Vivien Leigh), Miglior attore non protagonista (Karl Malden), Miglior attrice non protagonista (Kim Hunter), Miglior scenografia
Miglior attrice non protagonista (Kim Hunter)
VINCITORE DI 1 PREMIO GOLDEN GLOBE:
Miglior attrice non protagonista (Kim Hunter)
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locandina del film UN TRAM CHE SI CHIAMA DESIDERIO

Immagine tratta dal film UN TRAM CHE SI CHIAMA DESIDERIO

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Blanche Dubois, vedova di un marito suicida, va ad abitare in casa di sua sorella Stella a New Orleans dopo la perdita della preziosa casa di famiglia a Belle Rève a causa di ristrettezze economiche. Qui conosce Mitch, un amico di famiglia, che diventerà il suo corteggiatore e soprattutto il brutale Stanley Kowalski, il marito di Stella, con cui inizia un rapporto difficoltoso e violento che, dopo che il cognato scoprirà il suo losco passato da prostituta, si concluderà con lo stupro di Blanche da parte di Stanley ubriaco durante la notte in cui Stella darà alla luce suo figlio. Blanche scivola nella follia e viene condotta al manicomio, mentre Stella, sospettando dello stupro da parte di Stanley, lo abbandona definitivamente.

Il film, seppur epurato dai particolari più spinti come l'omosessualità del giovane marito di Blanche o da volgarità più o meno esplicite di natura sessuale, è fedelissimo all'opera teatrale di Tennesse Williams da cui è tratta tranne che nel finale del testo originale, in cui si lasciava presagire a una ricongiunzione tra marito e moglie. Il compositore Alex North riesce a riprodurre splendidamente i suoni e le musiche blues descritte in ogni scena da Williams e Kazan riesce mirabilmente a ricreare l'atmosfera claustrofobica del dramma dandogli allo stesso tempo anche quel "respiro sociale" che gli è solito e che nell'opera di Williams è meno accennato. Kazan in parte semplicemente traspone e in parte reinterpreta il testo teatrale con grande equilibrio e rispettandone il suo contenuto.
La pellicola va inoltre ricordata come vera e propria testimonianza della validità dell'insegnamento dell'Actor's Studio e del metodo Stanislavskij grazie alle indimenticabili interpretazioni di Vivien Leigh, Marlon Brando, Kim Hunter e Karl Malden.

Il film è un'analisi complessa ed affascinante delle reazioni dell'uomo alla sofferenza che lo circonda in un contesto sociale difficile e disagiato. Kazan sottolinea questo aspetto grazie ai bagliori e ai suoni che pervadono le stanze dell'abitazione, provenienti dall'animo di Blanche ma anche da una realtà sociale terribile che divora i suoi abitanti e ne determina le azioni. Quando Blanche si fa catturare da questo "mostro" non ha più scampo: nel bene o nel male rimane legata alle persone da cui viene circondata e soffocata. C'è però chi in questa realtà si adegua e ci convive normalmente: Stella e Stanley, che vivono un vicendevole rapporto di amore-sottomissione.
I coniugi spingono al limite gli ideali americani di convivenza, rendendoli in questo modo primitivi: Stella prova piacere nell'essere protetta e dominata dal suo aitante Stanley, un'arma a doppio taglio, mentre il marito adora l'affetto quasi materno che la moglie prova per lui, che è spesso rimproverato per le sue sfrontatezze incontrollate.
Con il suo arrivo, Blanche diventa l'elemento disturbante di questo equilibrio familiare instauratosi sin dal principio con le azioni più che con il dialogo.
Kazan ci mostra la discrasia tra l'universo raffinato e colto di Blanche e quello rozzo ed immediato di Stanley; ma solo uno dei due è vero: quello di Stanley, perché sorretto da una logica preistorica preesistente, non artefatta e falsa come quella di Blanche che altro non fa che nascondere con la capziosità dell'arte e della letteratura un passato torbido appartenente all'"universo" di Stanley.

Kazan sembra mostrarci quanto sia inutile per l'uomo elevarsi troppo al di sopra delle proprie peculiarità animali e frenare gli impulsi (soprattutto sessuali) senza andare incontro ad una spaccatura, ad un dissidio interiore lacerante determinato anche da una logica classista della società. A questo proposito Blanche è affascinata da Stanley proprio per le sue caratteristiche rozze, primitive e virili che la attirano per un desiderio di protezione atavico prettamente femminile.

Blanche desidera inconsciamente lo stupro finale; infatti nell'accrescere le sue smancerie irritanti provoca ed inasprisce suo cognato volutamente, per riprovare l'ebbrezza di un ricongiungimento con i fantasmi del passato crudeli, ma reali e che la devasteranno e la faranno impazzire. D'altra parte anche Stanley desidera avere un rapporto sessuale con Blanche, attratto proprio dal fascino di questa sua altera diversità.
Quando i desideri, dopo essere stati continuamente celati e distorti, prenderanno forma verranno alla luce in eccesso: il desiderio di conoscenza e di protezione rispettivamente di Stanley e di Blanche diventano distruzione ed autodistruzione. Così Stanley si presenta definitivamente in tutta la sua brutalità animale e Blanche nella sua debolezza derivante semplicemente dalla solitudine interiore, cosa che la distingue da Stella, dall'animo molto più semplice, ed apertamente unita a Stanley.
Così, seppur brutalmente, Stanley ripristina l'equilibrio della rete di rapporti familiari con l'annullamento di Blanche fino a quando Stella comprenderà che una simile situazione non potrà durare a lungo con un figlio in mezzo da proteggere e tutelareche non potrebbe mai crescere sano e libero in un ambiente in cui l'amore e l'odio si confondono e si mescolano e si confondono ineluttabilmente.

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Recensione a cura di Marlon Brando - aggiornata al 27/09/2007

Il contenuto di questo scritto esprime il pensiero dell'autore e non necessariamente rappresenta Filmscoop.it

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