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Dopo aver fatto proseliti in tutto il mondo negli anni '80, torna sul grande schermo Jason Voorhees, l'anti-eroe sociopatico, nel remake rinnovato della saga di "Venerdì 13". Visto l'enorme successo ottenuto con il remake del 2003 "Non aprite quella porta", il regista Marcus Nispel e i produttori del film provano a bissare il risultato.
L'intento è quello di riproporre, con una veste nuova, uno dei cattivi del genere horror che sicuramente è rimasto impresso nella memoria di molti. Chi non ha visto il film avrà sicuramente sentito parlare di Jason, l'assassino che porta con sé un machete e indossa una maschera da hockey.
In cerca di sua sorella Whitney che è scomparsa da un mese, Clay Miller torna nei luoghi dove la ragazza è stata con gli amici. La polizia lo dissuade dicendogli di cercare altrove ma Clay, ostinato e speranzoso di trovare un qualsiasi indizio che lo possa mettere sulla giusta strada, bussa a tutte le porte dei cottage nei dintorni di Cristal Lake. Si imbatte in una comitiva di ragazzi, Jenna si offre di aiutarlo. Un assassino sanguinario li attende al varco. Chi riuscirà a fare scacco alla morte?
Per i realizzatori era fondamentale che tutte le morti nel film fossero spettacolari; peccato non ci siano riusciti: spesso sono banali, prevedibili e già viste, un incasellamento di uccisioni uno dietro l'altro senza dare spazio allo sviluppo dei personaggi principali, appena delineati. Il film riprende situazioni stereotipate usate e abusate dal cinema, il solito sesso e droga con cui i ragazzi universitari si sballano, anche questo scontato, che andava bene negli anni '80.
Non tutto va depennato. La fotografia rende bene l'atmosfera misteriosa. Jared Padalecki (Clay) è perfetto per il ruolo, lasciando trasparire disperazione, tristezza, ostinazione e intensità con lo sguardo, che da subito cattura l'attenzione di colui che guarda, dimenticandosi di Jason (Derek Mears). Tra le novità apportate si è deciso che Jason avrebbe indossato inizialmente il sacco da farina di "Venerdì 13 Parte 2a", offrendo ai fan l'opportunità di scoprire come ha trovato la maschera che diventerà un segno distintivo.
Inoltre si è voluto rendere Jason più umano perché, per ogni serial killer, c'è un dramma alle spalle che lo ha reso tale e fa paura proprio perché potrebbe essere chiunque, anche il vicino di casa.
Jason placa la sua furia omicida solo quando Whitney (Amanda Righetti), unica superstite tenuta prigioniera dal killer, lo supplica di calmarsi. Il viso della ragazza gli ricorda la madre e la identifica con lei. Jason sente un bisogno materno, mostrando un sentimento umano.
Un elemento che incute paura è trovarsi di fronte a qualcosa di familiare, di cui in circostanze normali ci si fida, un campeggio con gli amici o un luogo che si conosce. Per l'ambientazione il film richiedeva che molte scene fossero girate in boschi rigogliosi e vicino a un lago, cosi i produttori hanno scelto Austin (Texas) e dintorni.
Per dare corpo al nascondiglio in cui Jason si rintana e si nasconde agli occhi del mondo è stato realizzato un set con quasi 50 metri di tunnel. L'interno è sporco, claustrofobico, gretto, una miniera fatta di cunicoli, un vero labirinto, quello che si trova nella mente di Jason, fatta di immagini inestricabili. All'inizio del film Jason sente la voce della madre morta, che lo istiga, un po' come accade a Norman Bates, protagonista di "Psyco" di Alfred Hitchcock. Il secondo è sicuramente di un livello superiore, tanto da far venire i brividi dalla sua prima apparizione per l'alone di mistero che circonda l'uomo e l'hotel. D'altronde Hitchcock è stato un maestro nell'alimentare la paura che sorge dal familiare; Norman si presenta come un uomo debole e sottomesso, lo spettatore non si aspetta quella furia omicida. Jason usa la sua mole e la sua forza per sbarazzarsi degli intrusi che si addentrano nel suo territorio, lo spettatore è consapevole di chi si trova davanti.
In ultima analisi "Venerdì 13" può essere sufficientemente apprezzabile dagli appassionati del genere.
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Recensione a cura di Francesca Caruso - aggiornata al 10/03/2009
Il contenuto di questo scritto esprime il pensiero dell'autore e non necessariamente rappresenta Filmscoop.it
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