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Con "Aggro dr1ft" Korine si avventura su lidi ancora sconosciuti a se stesso, è un film coraggioso, molto anticonvenzionale, che si distacca totalmente dal concetto di cinema tradizionale e va verso una contaminazione con la videoarte, ma anche con altri media come possono essere i videogiochi - in alcuni momenti palese - o i reel social, è un oggetto paragonabile ad alcune opere d'arte contemporanee, un tipo di cinema quasi del tutto esperienziale in cui la narrazione viene lasciata in disparte a favore del concept che diventa il vero elemento di distinzione dell'opera, esplicitato tramite una messa in scena folle, in cui le convenzioni dell'immagine, del suono, dei sensi, vengono abbattute.
L'ho trovato estremamente impattante, Korine con la sua messa in scena mi ha dato sensazioni al limite della paranoia e della disperazione, sfociando se vogliamo anche in un principio di psicosi, vi è questa sorta di città futuristica rappresentata nella maniera più aggressiva possibile, è un film che assale lo spettatore con le sue immagini lisergiche, date dalla scelta di utilizzare camere ad infrarossi, ma anche per i vari filtri che vengono utilizzati, dalle figure demoniache imponenti che compaiono alla sovrapposizione di teschi e robot sui visi e corpi dei personaggi, proiettano una visione di un futuro estremamente distorto, dove veniamo trasportati in questa sorta di inferno terrestre tramite la visione di questo assassino, che si considera il migliore degli assassini, che deve compiere un omicidio su commissione, il contesto mostrato è quello di questi luoghi dominati dalla criminalità, si potrebbe discutere molto sulla rappresentazione diegetica, dai personaggi femminili tutti oggettificati, al nido familiare del protagonista visto come unico rifugio da una realtà orrenda, ma sono concetti che sembrano passare in secondo piano rispetto agli archetipi visivi e stilistici con cui gioca l'autore, l'uso del voice over con le sensazioni del protagonista che simulano un flusso di coscienza, le goffe reazioni dei personaggi, anche quando vengono uccisi, le stesse voci filtrate, danno la sensazione di essere in un videogioco, la colonna sonora martellante, piena di synth accompagna la vicenda e accresce la natura lisergica dell'opera, tutto questo contribuisce a creare un ibrido che mischia le carte del linguaggio cinematografico convenzionale e sfocia in questa fusione di media che porta con sé tutta la nevrosi e la caoticità del mondo moderno, viene come annullata la catalogazione dell'arte, potremmo paragonare l'opera ad un calderone in cui il cinema tradizionale viene sciolto e mischiato consapevolmente alle nuove tendenze.
Korine mette in scena una realtà che ha smesso di esistere, che soccombe ai media, che non trova più un'identità univoca, gioca benissimo con le immagini, con le dissolvenze che se possibile accrescono ancora di più lo smarrimento di uno spettatore già perso in una realtà risucchiata dalla tecnologia, dai filtri, dalle luci stroboscopiche - e da un certo punto di vista mi ha dato la sensazione di essere l'estremizzazione dei personaggi che dagli anni 70's in poi vagavano per le metropoli tra le luci al neon, alla "Taxi Driver" per intenderci -, che sembra vagare nel nulla e che trova come unico punto d'appiglio per orientarsi il flusso di coscienza del protagonista.
Ma in ogni caso, è il classico film in cui ogni visione è del tutto personale, a me ha trasmesso queste forti sensazioni, mi ha lasciato un certo malessere ed una forte disillusione, è estremamente godibile anche sotto un punto di vista prettamente esperienziale, un'opera d'arte.
Aggro Dr1ft è un film che sarà certamente divisivo, almeno nelle mia ipotesi. Completamente girato con delle termocamere, segue le vicende di un killer prezzolato. Sicuramente è la forma che farà discutere, molto vicina all'esperienza sensoriale e psichedelica e pur essendo stato presentato alla Biennale Cinema, poteva essere presentato alla Biennale Arte. Tra cinema e videoarte il film di Korine si muove con incedere mallickiano con un continuo monologo interiore del suo protagonista. E' un film che, come detto, guarda più alla forma che al contenuto e sotto questo aspetto sono i pregi e difetti di quest'opera che personalmente ho trovato con il fiato corto. La durata è molto breve, tuttavia secondo me sarebbe stato più adeguato un mediometraggio.