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Preoccupato dalla crisi coniugale dei genitori il giovane Alex si illude che il robottino Blinky possa riportare pace e serenità tra le mura domestiche. Resosi conto che l'automa non può andar oltre compiti elementari comincia a a vessarlo, sino a scatenare involontariamente un corto circuito logico nell'ex compagno di giochi, pronto ad una reazione in netto contrasto con le celebri Leggi della robotica di "Asimoviana" memoria. Cortometraggio perfetto nel centrare le linee guida di una storia che dal disagio familiare passa a far riflettere metaforicamente sull'utilizzo scriteriato delle nuove tecnologie. Ruairi Robinson non inventa nulla, di "bad robot" è zeppa la storia cinematografica, eppure affascina perchè brillante nell'evidenziare le cause e i tragici effetti: "BlinkyTm" arriva privo di sbavature e dolcemente graduato nella variazione di registro, che da idilliaco nella descrizione del rapporto iniziale tra Alex e Blinky si tramuta poi in un orrore a forte tinte macabre, senza comunque ricorrere ad esagerazioni splatter.