cafe' express (1980)

Poteva essere un gran bel film sull'arte di arrangiarsi, tuttavia Loy calca la mano sul pietismo delle situazioni - specialmente nella seconda parte - per far breccia nei sentimenti dello spettatore, sbilanciando tutto l'assunto. Peccato davvero perchè Manfredi, furbo, dimesso ma non disperato, sembra nato per la parte e la galleria di caratteristi o grandi nomi del nostro cinema presenti è pressoché sconfinata ed arricchiscono la narrazione.

Un gran bel film, ennesima prova magistrale di Nino Manfredi.

Anacronisticamente potrebbe rientrare nel filone del neorealismo italiano, ma aldilà delle etichette Cafè Express è un film diretto, intenso e profondo che rappresenta in maniera sofferta ma senza tralasciare l'ironia la sopravvivenza di un miserabile qualunque che usa il suo ingegno e oltre per accaparrarsi qualche lira.

Nino Manfredi straordinario e sugli scudi, inutile dire che il film poggia tutto sulle sue spalle. Piccola parte anche per Leo Gullotta che onestamente non avevo mai considerato di striscio, ma qui nei pochi minuti in cui compare è veramente notevole la sua interpretazione.

Un bel film italiano che merita di essere visto e valorizzato.

Un magistrale Nino Manfredi per un connubio tra commedia all'italiana e dramma neorealista che colpisce nel segno. Manfredi stupisce ancora una volta, nei panni di un personaggio particolare, che ha tutte le carte per mostrare un'italianità (e napoletanità) che ancora oggi dopo quasi quarant'anni, conferma le proprie caratteristiche. Ambientato praticamente dalla notte alla mattina, tra un treno e le stazioni in cui si ferma. Da non perdere.

Non c'è niente da fare, Manfredi era adatto per questo tipo di interpretazione genuina e convincente. L'illusione, anche solo per un attimo di poter cambiare vita, quante volte è capitata ad ognuno di noi? Quella è un pugno nello stomaco, ben dato, assestato.

Film molto "triste" che non mi ha detto molto una volta concluso, per cui al massimo da sufficienza.

Bellissimo film.
Divertente, grottesco, triste, amaro, ... un po' di tutto.

Da vedere per la grande interpretazione di Nino Manfredi che rende un personaggio reale e veritiero in tutte le sue amarezze e filosofie di vite, l'arte dell'arrangiarsi a campare.

Nella grande tradizione della commedia all'italiana , un riuscito mix di generi . A tratti divertente e quasi comico , a tratti amarissimo come un caffè senza zucchero . Nanni Loy , nonostante una scenografia minima e claustrofobica ( il 95 % della pellicola è girato in un treno ! ) , grazie ad un ritmo azzeccato e sempre alto e ad un cast con tanti bravissimi caratteristi dove spicca la carogna Mezzogiorno , dimostra ancora una volta di essere stato un bravo regista . Quasi inutile sottolineare l' immensa prova di Nino Manfredi , con il suo sguardo dignitoso e dolente e la sua lingua affilata , che regge da solo tutta l' impalcatura del film , grazie anche ad un personaggio che pare cucito addosso a lui come i suoi famosi pullover Missoni . Belli pure i dialoghi , con alcune scenette proprio ben riuscite , come quelle della suora curiosa , del funerale , del cesso chiuso , degli amanti clandestini e tutte le storie inventate per giustificare la menomazione alla mano .
Per qualcuno forse il lieto fine è fuori luogo ma secondo me sarebbe stato troppo crudele farlo finire diversamente ...

"Soffiava il vento ! Ululava la tempesta ! "

Manfredi gigioneggia alla napoletana alla grande.Buona la regia di Loy.Ottimi i caratteristi da Caprioli a Gullotta,da Reder a Celi dalla Laurito a Spaccesi,da Mezzogiorno a Cimarosa

Divertente e malinconico, Manfredi fa troppa simpatia e tenerezza. Un misto, come detto dall'utente sotto, tra neorealismo aggiornato e commedia all'italiana..

Commedia all'italiana e neorealismo nell'esistenza tragica di Michele Abbagnano, venditore abusivo di caffè nei treni espressi notturni, con una vicenda che tocca contorni anche grotteschi nella caccia all'uomo che lo coinvolge personalmente, nemmemo fosse il pericolo pubblico numero uno. Venditore di caffè abusivo e osservatore di un'italia notturna che viaggia di notte, tanti piccoli ritratti che con pochi tocchi riesce a raccontare parte di un'epoca. L'arte di arrangiarsi per sopravvivere con un pizzico di furbizia, ma anche con la dignità di non superare certi limiti. Vale la pena di dargli una visione solo per l'ottima intepretazione di Manfredi.

ogni tanto scopro un classico che ho visto ai tempi al cinema, da ragazzino, poi oggi nuovamente grazie a queste tv digitali.
con un ambientazione, stile e casting ai personaggi primi anni'70, pur targato 1980, questo film ripropone un tema duro da mandare giu', quello della miseria economica di un uomo buono che ha un figlio. guarda caso manfredi comunque fu il Papa' di Pinocchio nella trasposizione televisiva del film di collodi. Il personaggio, magistralmente interpretato da Manfredi, dice peraltro di avere 45 anni ad un Vittorio Caprioli, istrionico camorristucolo vistoso, in una scena memorabile per il dialogo frai due e, alla fine, dichiara ad un corpulento ispettore del ministero dei trasporti, interpretato da un meraviglioso ed azzeccatissimo adolfo celi, di essere nato nel 1927. pertanto l'ambientazione, intuir si puote, fosse immaginabile nel 1972 nelle intenzioni registiche. allo stesso modo la maggior parte dei uomini hanno i baffi, moda 70ina. anche le poche auto che vedonsi alla fine fanno pensare questo. ritroviamo un bravo vittorio mezzogiorno ni panni del repellente teppistello campano " o' pazzo" e una cosciona Laurito...memorabile la scena con la famosissima Suora che si scandalizza....sempre forte lo scambio di battute con manfredi.
Gli altri attori sono tutti volti noti, una miriade di famosi nel vero senso della parola, tutti attori noti....tutti! Il film, gia' vincitore di premi, e' uno di quei cult da rivedere. All'epoca commosse un arguto outsider di 10-11 anni, oggi il BàFFo sapiente e robusto riequilibra la sensazione. Consigliato ai pargoli perche' educativo e incentivante la riflessione. Pollice su dal BaFFo, premiato da Outsider.

Cinecalà stasera mi ha presentato questa commedia di Nanny Loi che non conoscevo, normale visto che io e il Cinema italiano siamo agli antipodi.
Sinceramente mi ha divertito abbastanza e Nino Manfredi è davvero un grande...è un film simpatico ma di una ironia amara che ci illustra grottescamente l'Italia tutta riunita in un treno!
Gag e battutine si amalgamano ad una riflessione sulla vita grazie al bravo protagonista e ad una sfilza di caratteristi di tutto rispetto!
Ho sempre adorato il treno come location per un film e tutta la prima parte di notte con la bufera mi è piaciuta un sacco...non mi è piaciuto invece che tutto il film sia recitato con l'accento napoletana.
Non è un capolavoro ma comunque se capita di vederlo non è una delle solite commedie pacchiane.

Loy non mi ha mai fatto impazzire, ma questo film rimane un'amara (anche se forse un po' anacronistica) rappresentazione della miseria. Manfredi è stratosferico: è lui la vera anima di una pellicola che altrimenti sarebbe rimasta dietro le quinte del nostro cinema.

La vita di un povero napoletano che per tirare avanti è costretto a vendere abusivamente caffè e cappuccini su un treno.
Altro personaggio ai margini della società interpretato dall'indimenticabile Manfredi, personaggi senza una lira ma aventi una dignità, un onore che non son capaci di tradire.
Le vicende di Michele Abbagnano risultano divertenti da un lato e tristi da un altro, in un insieme di comicità e malinconia.
La mia scena preferita è quella di Nino col figlio nel bagno del treno nella quale il piccolo spiega al padre il motivo per cui è venuto sin lì, e lo sguardo di Manfredi è qualcosa che tocca il cuore.
Questi sono i film da far vedere ai giovinastri, film che tramite una battuta e l'altra mettono in mostra cosa sia la povertà e cosa significhi stare dall'altro lato della barricata.

Una commedia "popolare" e intelligente con un Manfredi fantastico attorno al quale prende corpo un mosaico ricco di personaggi e situazioni che non scadono mai nella macchietta fine a se stessa ma che raccontano un pezzo dell'Italia provinciale. Fischiava il vento e urlava la bufera...

Bel film con un ottimo Nino Manfredi, che con il suo personaggio incarna l'arte dell' arrangiarsi, inventandosi un lavoro che gli permetta di sopravvivere in un mondo dove "i calci cambiano, ma il c.ulo è sempre quello mio", quello della povera gente.
Veramente ben fatto e diretto in maniera egregia.

Una delle prove più intense di Nino Manfredi, uno dei grandi attori della Commedia all'italiana.
Nella parte di Michele Abbagnano c'è l'Italia degli emarginati, dei disperati, di chi si deve adoperare con sotterfugi vari per tirare a campare giorno dopo giorno.
Manfredi fa ridere e commuovere allo stesso tempo, praticamente solo in qualche altro film riesce a raggiungere il livello di Cafè Express...Veramente un grande film.

Magnifico spaccato di un Sud povero ma ricco di dignità e di disperata volontà di non arrendersi, davanti alle innumerevoli difficoltà che la vita, alle nostre latitudini, propone: un film da far vedere a quei leghisti che hanno troppo frettolosamente bollato TUTTO il Sud come un mondo degenere di scansafatiche e di parassitari lavativi.

Ma il merito di Cafè Express è soprattutto nella sua stupefacente capacità di far sorridere e commuovere allo stesso tempo e, alla fine, anche un po’ riflettere. Battute brillanti e attori in grande spolvero: Manfredi è strepitoso nell’interpretazione di un personaggio indimenticabile, ma la colorita schiera di caratteristi che gli sta intorno gli regge degnamente lo strascico.

La superba interpretazione caratteriale di un indimenticato Nino Manfredi racconta schegge di povera vita quotidiana, incrociando storie e personaggi a bordo di un treno che percorre la Campania.
La grande regia di Nanni Loy rievoca le notti arrangiate sui convogli ferroviari, la faticosa arte di arrangiarsi dei disperati, la malavita, l'umiltà, le storie d'amore clandestine, le speranze ed i sogni di gente ingenua e rassegnata.
Un dipinto del Mezzogiorno d'Italia che combina la commedia al melodramma.

Un film neo realista realizzato nel 1980, bravissimo Manfredi, bravissimo Vittorio Mezzogiorno.

Una commedia con dei momenti di drammaticità con un grandissimo Nino Manfredi nella parte di un venditore ambulante di caffè all'interno di un treno. Diverse scene sono secondo me realistiche di ciò che succede a Napoli dove ci si arrangia per vivere.

Grande commedia all'italiana incentrata su un emigrante. Manfredi perfetto e la maschera di Mezzogiorno indimenticabile. Altra gemma del ns. cinema che fu.