crepuscolo di tokyo regia di Yasujiro Ozu Giappone 1957
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crepuscolo di tokyo (1957)

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locandina del film CREPUSCOLO DI TOKYO

Titolo Originale: TOKYO BOSHOKU

RegiaYasujiro Ozu

InterpretiChishu Ryu, Setsuko Hara, Ineko Arima, Isuzu Yamada, Teiji Takahashi

Durata: h 2.21
NazionalitàGiappone 1957
Generedrammatico
Al cinema nel Gennaio 1957

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Trama del film Crepuscolo di tokyo

Lasciato quasi vent'anni prima dalla moglie, Shukichi ha due figlie, Takako e Akiko: la prima è sposata, ma i suoi difficili rapporti col marito la inducono a tornare spesso dal padre; la seconda, più giovane, ha una relazione e rimane incinta. Un giorno però la madre si rifà viva...

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Voto Visitatori:   7,88 / 10 (4 voti)7,88Grafico
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Voti e commenti su Crepuscolo di tokyo, 4 opinioni inserite

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Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Invia una mail all'autore del commento emans  @  21/04/2024 18:40:00
   7½ / 10
Il pessimismo di Ozu arriva a vette altissime in questo film che possiamo considerarlo come uno dei piu' cupi diretti dal maestro Giapponese.

Dopo un inizio molto lento e difficile da seguire per chi non conosce il Giappone, ci vengono presentati i protagonisti. Prima il Padre che è quello che subisce tutti gli eventi della storia, come fiore dentro ad'una tempesta, lasciato dalla moglie si prende cure delle due figlie.

La figlia maggiore non ha un matrimonio felice e decide di lasciare il marito violento, la figlia minore rimane incinta di uno sconosciuto praticamente, e deve decidere se tenere o meno il bambino.

Non ci saranno vincitori...

Mi ha colpito la freddezza emotiva della Madre fuggita di casa alla notizia della morte di uno dei figli. Lei ha proprio messo una pietra sopra al suo passato, difficile per noi sentimentalisti occidentali capire certi gesti. Per questo non ho apprezzato questo personaggio probabilmente.

Non mancano ovviamente grandi momenti di cinema, la giovane ragazza che prima di pensare a gesti estremi guarda con tenerezza il nipotino giocare.
O la figlia grande che alla fine decide di tornare dal marito capendo che forse è meglio riunire in qualche modo la famiglia considerando quello che è successo alla sua.

Forse è vero, troppo lungo, ma Ozu lascia sempre il segno.

Ciaby  @  10/06/2013 16:30:00
   9 / 10
In assoluto l'Ozu più cupo, anche peggio di "Gallina Nel Vento" (che comunque era segnato da qualche momento più leggero) o dallo scarnissimo e desolante "Figlio Unico". Personaggi fragili e senza speranza che si immergono in un eterno crepuscolo. Da vedere.

Gruppo COLLABORATORI SENIOR Ciumi  @  21/08/2009 14:06:44
   8 / 10
Distanze, l’hanno dispersa, laddove anche nel suo ventre di giovane madre la speranza s’è spenta per sempre.

Distanze dal mondo in cui è vissuta, dai sentimenti, dalla sua vera mamma soprattutto, che né ora né prima ha mai conosciuto, dal piccolo cuore che porta in grembo, da questa buia prigione moderna, Tokyo, labirinto di locali chiusi, d’alcol, di perdizione, di pareti spoglie, di livide mancanze, ove l’unica porta conduce alla morte.

Per chi come lei ha veduto solo l’abbandono dell’anima, nell’ombra di un crepuscolo che pare non aver dissoluzione, non vi ha la tenacia d’attendere il risorgere di un nuovo sole e nell’oscurarsi di questo cupo tramonto - l’attimo ultimo dell’addio eterno - vi è lo sconforto di non avere mai vissuto.

Invia una mail all'autore del commento wega  @  17/07/2009 12:38:18
   7 / 10
Premetto che il 7 è politico, sarebbe 6, ma criticare (perché "non male potrebbe essere migliore" è di fatto una critica) un Cinema come quello di Ozu che, ancora più degli altri, non è di mia competenza, lo trovo quanto meno ridicolo. "Crepuscolo di Tokyo" è un melò raffreddato, privo di qualsiasi sinfonica narrazione drammaturgica che, associata alla staticità della macchina da presa, rende le 2 ore e mezza di film non facili per tutti. Il film va' visto come una parabola ciclica sul Cinema, fatta - come ne è un altro esempio Kurosawa, escludendo la ciclicità ma facendo riferimento al vecchio e al nuovo Cinema - da un anziano del settore che guarda le nuove generazioni; anche di cineasti. Parabola ciclica perché questo film è un dramma girato esclusivamente in notturna, precedente a "Buon Giorno", film scanzonato esclusivamente girato di giorno; il risveglio dopo il cupo tramonto quindi, o, volendo, dal punto di vista di questo film, il tramonto prima del risveglio. E tutto in una storia di un vecchio (verosimilmente Ozu, e altrettanto verosimilmente padre di Cinema) che guarda partecipe, ma un po' distaccato la vicenda melodrammatica delle due proprie figlie, di ancora giovane età. Bellissima la fotografia in B/N di una quotidianità nipponica. Sotto con "Viaggio a Tokyo".

2 risposte al commento
Ultima risposta 21/08/2009 19.18.54
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