decalogo 3 (1989)

Meno drammatico e folgorante rispetto ai precedenti due episodi ma comunque convincente.
Il regista ancora una volta riesce a rappresentare il senso di solitudine della protagonista e a mettere bene in risalto l'umanità che caratterizza tutti i personaggi anche quelli secondari.
Colpisce di nuovo anche la rappresentazione di Varsavia,fredda ed ostile che tende a marginalizzare il più fragile.
Grottesco dal retrogusto amarissimo,impreziosito da una splendida prova dei due protagonisti,anche se ammetto di aver trovato il legame con il comandamento più sfumato che in altre occasioni.

Meno drammatico dei precedenti, sicuramente scorrevole e ben recitato. Sono solo al capitolo 3 ma questo decalogo già si delinea come un opera di livello davvero alto.

Episodio forse più debole dei precedenti, in cui la vigilia di Natale diventa palcoscenico di una storia di solitudine e disperazione.

Grande film ad episodi della televisione polacca, che mostra la visione pessimistica e drammatica di Kieślowski nelle dinamiche quotidiane dell'essere umano, la cui condizione viene rappresentata in varie tematiche. Emozionante, struggente, complesso, ambizioso. In quasi tutti gli episodi c'è una prima parte di costruzione e una seconda di esplosione degli eventi, talvolta intollerabile per i personaggi, talvolta duro anche per lo spettatore. Kieslowski ha il merito di far riflettere, ma senza la classica retorica. Alcuni episodi sono veramente belli e di grande impatto, altri leggermente meno, ma sempre su ottimi livelli (personalmente l'unico episodio al di sotto degli altri è l'ottavo, un po' noioso).

Il commento vale per l'opera complessiva, in quanto l'ho vista tutta di seguito in pochi giorni, invece i voti vanno per ogni singolo episodio.

forse quello che più mi è piaciuto, spiazzante e notturno racconto su una classica lonely soul la notte di natale..

Meno coinvolgente di quanto mi aspettassi, ma si riscatta sul finale.
"Ricordati di santificare le feste", per alcuni non c'é nessun collegamento. Io lo collego al fatto che Janusz riesce a salvare la vita ad Ewa e quindi compie una buona azione, specialmente per la vigilia di Natale.
La storia tratta di una donna disperata che per riavvicinarsi all'amante, inventa un sacco di bugie, ma lui non cede e resta con lei per tutta la notte in una Varsavia innevata e deserta perché l'ha amata.
Anche qui viene utilizzato il ricorrente elemento dell'acqua, adesso usata come strumento di sevizia.

A me questo terzo episodio è piaciuto veramente tanto. Si va alla ricerca dell'affetto personale famigliare con risvolti cupi e drammatici. Ho trovato maggiore interesse rispetto al secondo.

Un buon lavoro. Meno drammatico dei due precedenti ma comunque profondo e interessante fino all'inaspettato finale.

L'ho trovato abbastanza particolare; non è rapido ma forse scorre più del precedente. Una notte d'inganni da parte di una donna, ormai troppo sola. Il messaggio finale però non è chiarissimo...

Un altro buon episodio del "Decalogo" del regista russo Krzysztof Kieslowski. Qui viene preso in esame il terzo comandamento: "Ricordati di santificare le feste". Più difficile rispetto agli altri due episodi precedenti trovare l'allusione al Comandamento. Una bella trama, comunque, e un pò meno lento rispetto al secondo episodio.

"Ricordati di santificare le feste".
Terzo comandamento e terzo episodio del "Decalogo" di Kieslowski ambientato durante la notte di Natale.La festa cristiana forse più importante,sicuramente la più sentita e mitizzata,notoriamente da trascorrersi con le persone che si amano.Non è così per una coppia clandestina che riempie il desolato e gelido vuoto di una Varsavia innevata lontana dai propri affetti, in ricordo di un amore che è stato e forse potrà ancora essere.Una bugia per mettere in moto il meccanismo,tanti altri sotterfugi da parte di entrambi per continuare a sostenerlo in questa cupa e menzognera odissea che rigetta con forza il significato intrinseco della festività,per nulla santificata,ma dimenticata ed esiliata sullo sfondo come le luminarie che vivacizzano senza successo il panorama,tutto schiacciato dall'esigenza solitaria di una donna e (forse) dal senso di colpa di un uomo,per i quali di conseguenza il Natale può passare in secondo piano o addirittura non rappresentare più nulla.
Ritmo blando,dialoghi al solito moderati e un grande senso di minaccia che svanisce all'alba per far si che finalmente ,almeno in una casa,la festa possa essere onorata.

Non è tra quelli che mi sono piaciuti di più..

Superiore al secondo capitolo del Decalogo. Questa volta la storia prende risvolti inaspettati (come sempre anzi) e risulta interessante dall'inzio alla fine grazie anche all'ottima recitazione di due protagonisti principali. Come sempre non è facile capire cosa Kieslowski ci voglia dire ma il rifermento al comadamento in particolare è da intendersi come ironico e cinico.

SPOILER
Il terzo mediometraggio del Decalogo è pieno di bugie e anche cattiveria,come quando Ewa rinfaccia a Janusz tutta la sua rabbia o il pezzo in cui alcuni detenuti vengono innaffiati sadicamente. Ricordati di santificare le feste,ma a quanto pare alcuni se ne sono dimenticati,altri invece la santificano solo all'apparenza.

"Ricordiamoci di santificare le feste".
Terzo capitolo del Decaologo, il più cupo, una odissea notturna all' insegna della menzogna. La connessione con il comandamento è del tutto chiara, entrambi non santificando le feste comportano una conseguenza nella propria vita. Niente di speciale a livello narrativo ma la particolarità in questo caso sta nel capire chi sia il reale destinatario. Può essere Janusz che lascia a casa la moglie da sola la notte di Natale, compromettendo il rapporto perché il finale forse non è una chiusura totale del cerchio. Può essere Ewa, donna perdutamente innamorata di Janusz che da qui in poi invece, l' indomani mattina, capisce che forse potrà restare ancora più sola di prima. Personalmente preferisco pensare a "Decalogo 3" come a un episodio con una certa bivalenza, come ambiguo è il quesito finale: sarebbe stato meglio santificarla questa festa, lasciando ancora nel substrato la loro storia d' amore?.

Ricordati di santificare le feste.

Janusz ed Ewa passano la notte di Natale in giro per una Varsavia innevata, una nottata all'insegna dell'inganno e del tradimento, trascurando la sacralità di questa festa.
Molto meno simbolico e metaforico questo episodio, ma con una storia più intricata rispetto agli altri.
Non troppo bello.

Questo terzo capitolo del decalogo affronta il tema della solitudine, solitudine che avvolge la protagonista Ewa da quando il suo uomo Janusz l’ha lasciata. Il terzo episodio del decalogo rappresenta forse il punto meno originale rispetto ai capitoli che lo precedono. A differenza dei precedenti, Kieslowski tratta l’argomento rievocando maggiori affinità con la narrativa cinematografica e non solo. Stupende le similitudini tra il vuoto interiore della protagonista ed i paesaggi desolati che ella attraversa durante tutta la narrazione. Questo è forse l’obiettivo del regista? Farci riflettere sull’analogia tra gli spazi vuoti che ci mostra ed il concetto di santificazione della festa? Allo spettatore la risposta finale.

fino ad'ora il meno interessante...qui la durata si fa sentire eccome!
la storia sembra abbastanza semplice e non ci sono dei risvolti psicologici cosi importanti come per gli altri episodi!
buona la sceneggiatura!

Più "onirico", meno drammatico e decisamente più grottesco questo terzo episodio, rispetto ai due precedenti. La correlazione col comandamento è abbastanza chiara, ma il risultato finale non è paragonabile ai Decalogo 1 e 2, specie per quanto riguarda la trattazione del dramma che qua coinvolge l'amante.

La disperazione della solitudine durante la vigilia di Natale in una Varsavia deserta. Il regista riesce abilmente a districare l'intreccio come in un thriller. L'ottimo affiatamento fra i due attori protagonisti, veramente molto bravi, sono uno dei punti forza del capitolo.

adoro il Decalogo. questo episodio è difficilissimo da capire e io ho dovuto consultare molta gente e leggere parecchio per averne un'idea propria. gli episodi che riguardano Dio sono stati i più difficili da scrivere per gli sceneggiatori, ma restano opere di straordinaria impronta morale.

Terzo capitolo del decalogo e terzo dei dieci comandamenti: "Ricordati di santificare le feste". Infatti gli eventi si svolgono proprio nella notte di Natale. Sempre a Varsavia. Ovviamente d''inverno. Ed è proprio per onorare nel migliore dei modi una notte speciale, in cui la solitudine stride insopportabilmente, che Ewa fa di tutto, ma proprio di tutto, per riuscire, in qualche maniera, a trascorrerla in compagnia di Janusz, colui che in un passato, mai troppo lontano, fu il suo compagno; nonostante costui, ormai, sia tranquillamente sposato con figli. Il bisogno di condivisione e compagnia fa di Ewa una scaltra stratega e di Janusz l''oggetto delle sue mire. Ma se l''una lo cerca, l''altro non la evita, al punto di accettare il gioco di lei e celebrare la festività in maniera tanto insolita quanto ironicamente degna. Tutto si svolge nell''arco della nottata, con lo spettatore che viene idealmente sballottato da una parte all''altra della città, sempre in apprensione per il timore del dramma imminente, un po disorientato dall''apparente inspiegabilità della situazione, in compagnia di una coppia di "pazzoidi" in preda a pericolose pulsioni che arrivano a lanciarsi con l''automobile verso un frontale con un treno merci... Tutto in attesa di un po di pace e chiarificazione che, quando finalmente arrivano, chiudono alla perfezione il cerchio narrativo e riportano ad un improvviso ed insperato equilibrio. Non mancano i riferimenti ai precedenti capitoli: l''uomo misterioso, colui che nel primo capitolo era quello impellicciato seduto davanti al fuoco sulla riva del lago e che nel secondo era il giovane defilato che ascoltava il primario dell''ospedale, qui è l''autista del treno verso il quale si lancia l''auto dei protagonisti. All''inizio appare per un attimo il padre di Pawel, protagonista del primo capitolo, che Janusz incrocia sulla soglia di casa mentre, vestito da Babbo Natale, sta rientrando con i doni. Nel complesso direi che questo terzo "episodio" è veramente notevole, sia come sceneggiatura che come interpretazione. Nettamente migliore del secondo. Consigliato.

Una sorta di road movie dalle sensazioni un po' cupe, completamente girato di notte, nella notte di Natale, in una Varsavia deserta, angosciante, ma che una fotografia splendida riesce a catturare in maniera egregia. Le luci e la festa sono sempre viste in un'immagine riflessa, l'immagine diretta è invece deserto, buio e solitudine. 2 facce della stessa medaglia, come le feste di precetto: una parte le vive in maniera gioiosa coi propri cari, ma chi non può in quei giorni per contrasto si sente ancora più triste e solo.
Allora ricordarsi di santificare le feste è ricordarsi di farlo con chi ne ha più bisogno? Con chi è solo?
Oppure è creare un artificio, una bugia colossale per costringere e costringersi a passarle con chi si ama?
Ognuno dei 2 protagonisti a modo suo esprime il precetto e in parte lo trasgredisce.
Il direttore della fotografia ritornerà nell'episodio 9 e infatti alcune scene dell'incontro tra i 2 protagonisti verranno riprese proprio all'inizio di quell'episodio.

A parer mio il numero 3 è l'episodio che proprio poteva essere impostato meglio. Ogni rappresentazione dei comandamenti implica la violazione degli stessi, ma in questo caso c'è qualcosa che rimane sospeso nella mente di chi guarda il film (anche a distanza di anni ed è la regola per i film di Kieslowski) ma che non è dovuto per decalogo 3 dai temi trattati e ritrattati fino alla scoperta dell'ennesima rivelazione improvvisa da parte del regista ma dalla sensazione che il tema non è stato toccato in pieno. Santificare le feste religiose come necessità e sentire umano di spendersi per qualcuno, quel potere che una persona ha di isolare, almeno per un giorno, la solitudine di un altro essere umano e di mutare lo scorrere del tempo di chi vorrebbe starci accanto. Si poteva impostare in maniera del tutto diversa, non è facile infatti sentire appieno la valutazione del regista della violazione del comandamento e dei risvolti morali dello stesso.