Il sedicenne Rocky Dennis è affetto da leontiasi, una mostruosa deformazione del cranio, ma è dotato di intelligenza vivace e di molta saggezza; più di sua madre, che si è rifugiata nella droga e conduce un'esistenza non certo esemplare. Ma il loro rapporto è fecondo, così come quello con la "vivace" banda dei loro amici. La sorte di Rocky, però, è segnata.
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Difficilmente quando si affrontano temi di questo genere si evita di esagerare nell’ipocrisia e nella facile retorica. Questa a mio avviso è la qualità maggiore espressa da Bogdanovich. Inaspettata la notevole interpretazione di Cher che ho trovato davvero espressiva. Il personaggio debole in questa storia tratta dalla realtà è lei, Rocky è perfettamente in grado di affrontare con forza ed orgoglio il pregiudizio del mondo che lo circonda ed a volte è addirittura costretto a supportare una madre dalla vita spericolata. Nonostante tutto lei è però una buona mamma che rifiutandosi di esibire il suo dolore per la “mostruosità” del figlio, non vuole che egli si senta diverso. Coloro che rifiutano Rocky e che lo osservano inorriditi, sono le persone che difettano di fantasia. Non sanno vedere oltre ciò che ci impone la realtà, non sanno immaginare nulla che vada oltre…al contrario Rocky, sua madre, i suoi amici viaggiano con la mente superando le bassezze del mondo. Da certi punti di vista il rovescio dell’ “Uomo elefante”, ma come quello, volto a scoprire chi si nasconde “dietro la maschera”.