i cassamortari (2022)

I nuovissimi mostri .... Un' agiata famiglia che gestisce un' impresa di pompe funebri scopre un vecchio debito con il Fisco , che rischia di mandare tutti sul lastrico .... Claudio Amendola torna dietro la macchina da presa per la terza volta , con un coraggioso tentativo di commedia nera , ideato insieme alla moglie Francesca Neri . Il genere non mi sembra che abbia una grande tradizione nel nostro Cinema e anche in questo caso ( nonostante l' interessante idea di base ) purtroppo non lascerà un gran ricordo . La vicenda procede di buon ritmo ma l' interminabile funerale social della star occupa troppa parte del film , arrivando ad esagerare passando dal giusto cinismo a toni vistosamente grotteschi spinti . Si ridacchia qua e là , affidandosi però più che altro al mestiere dei tanti buoni attori che compongono il ricco cast . Specialmente Massimo Ghini e Lucia Ocone tengono in piedi la baracca , Gianmarco Tognazzi è una macchietta , Sonia Bergamasco incide poco e sui giovani stendiamo un velo pietoso . Piacevole ritorno sul grande schermo invece per Giuliana Lojodice . C' è anche Piero Pelù , che fa la rockstar maledetta finto buonista e poi la cara salma , aiutato da una statua di cera . Non si può però non notare la fin troppo evidente pubblicità ( poco occulta ) di un paio di noti ditte romane del settore . Un film non brutto ma abbastanza incompiuto , comunque coraggioso . Diciamo che gli do un 6 alla buona volontà .

Ma che piacevole sorpresa questa commedia cattiva e caustica ambientata nel cinico mondo di una famiglia di impresari di pompe funebri con pochi scrupoli ma molte nevrosi. Inevitabile le situazioni da parenti serpenti. La sceneggiatura è una critica a molte cose tra cui il divismo, il mondo di oggi dominato dai social che dettano legge e soprattutto all'ipocrisia delle persone nonchè all'avidità. Il film è estremamente dinamico e coinvolgente di quelli che si seguono tutti d'un fiato, magari è una commedia in più punti volgarotta e greve ma è garantita in quanto a risate e buon'umore (al di la dei temi trattati). Divertentissimo vedere recitare Piero Pelù che se la cava bene...anche da morto; ma tutti gli interpreti sono in forma smagliante e ci regalano performance da incorniciare come quella di Tognazzi. Ci sono poi molti simpatici camei. Impeccabile la fotografia e la regia di Amendola che nel finale fà un'autocitazione spassosissima e belle anche le musiche.
Un film che consiglio assolutamente e che secondo me qui ha una media ingiusta.

Davvero un peccato. Il soggetto è interessante, ma non sfruttato a dovere a mio avviso; poteva venirne fuori una black comedy con i fiocchi, mettendoci pure qualche risvolto più serio e profondo, invece i toni rimangono sempre quelli della commedia leggera e quando verso la fine si prova a fare un po' i seri il risultato è abbastanza scadente.

Non un granché la regia di Amendola, e anche le interpretazioni complessivamente sono abbastanza mediocri, ad eccezione di Lucia Ocone che è quella che mi è piaciuta di più. Non male le musiche.

Una buona idea, da sviluppare e realizzare meglio però.

bah na mezza ciofeca di commedia/dramma

Visto il cast pensavo di assistere ad una classica divertente commedia italiana, non che non lo sia per carità, solo che ci sono degli spunti tra il noir ed il dark che la rendono diversa e le conferiscono un certo fascino.
Molto bravo Pelù da morto, impressionante la sua fissità, meno bravo dal vivo.

Il soggetto era interessante. Se sviluppato diversamente e con dialoghi, non dico più taglienti, ma che almeno fossero dei dialoghi non di scorrimento avrebbe potuto far scaturire una commedia molto divertente e che fosse anche una satira feroce di una società social che ormai cannibalizza tutto. Purtroppo sceneggiatura e dialoghi non aiutano così come non aiuta la regia.
Si salvano la colonna sonora e i titoli di coda. Divertente la presenza scenica di Pelù.
Vedere si lascia vedere, ma a mio pare è un'occasione sprecata.
Peccato!

Piacevole e divertente, una commedia anche originale.

Un film abbastanza particolare quello di Amendola, che ha le basi solide della commedia all'italiana tinta di dark proponendo una galleria di mostri e mostruosità dell'era contemporanea di cui i quattro fratelli, dapprima complici causa il "nero" aziendale non pagato del padre, per poi innnescare un percorso di redenzione nello scoprire che anche la morte e lo sfruttamento fino allo stremo di un corpo ha un suo limite morale ed etico. Non è un caso che i tre fratelli maschi si chiamino come i nomi di tre evangelisti, mentre la sorella si chiama Maria. Amendola come negli altri due precedenti film gioca molto con l'alternanza nei registri ma non sempre riesce nel suo intento, ma la prestazione solida del cast porta alla fine un risultato discreto. Non è da sottovalutare come regista Amendola. Non sono film perfetti, ma sicuramente hanno una certa dose di coraggio perchè I cassamortari è più ambizioso dei suoi precedenti, ma probabilmente le tante tematiche messe in mostra hanno il limite di rendere il film poco asciutto. Detto questo, non mi è dispiaciuto affatto. Carino anche l'epilogo finale.

Non male davvero. Amendola confeziona una pellicola interessante, infarcita di cinismo e humor, sembra quasi uno di quei film dell'ormai passata era del politicamente scorretto, in cui tutto sembrava normale e si rideva lo stesso. Sono inoltre rimasto stupito dalla non banale scrittura dei personaggi, tutti molto funzionali ed anche ben interpretati. Devo dire che Piero Pelù non poteva essere più azzeccato per questo film (dove ironia della sorte, il personaggio rispecchia pure la sua persona)

Un lavoro più leggero per l'Amendola regista rispetto al precedente ( e convincente ) "Il permesso", anche se in questa black comedy nostrana non si rinuncia ad affrontare qualche tema classico come la disgregazione famigliare o più contemporaneo come il potere sempre imprevedibile che deriva dai social network. Per una volta la scaramanzia tutta italiana su morte e affini viene messa sotto il tappeto e a beneficiarne è il racconto, che non sarà indimenticabile nei suoi rivoli di sceneggiatura ma neanche mai volgare come alcuni potevano aspettarsi. Mezzo voto in più per l'affiatamento di un cast corale divertente e divertito, in cui ogni personaggio è caratterizzato il giusto ( menzione particolare per Ghini e la Bergamasco ). Pelù si autocita e, nelle due battute che ha a disposizione, è a dir poco tremendo; in compenso è coraggiosissimo a "prestare" il suo corpo all'operazione, confermando di essere uno degli artisti più autoironici del nostro panorama musicale.

Un buon prodotto, prova attoriale interessante.

Amendola & compagna s'azzardano a scriver'una sceneggiatura ch'inevitabilmente rimand'alla scena di Bergamo con le bare nella fila dei camion militari (https://youtu.be/4kUKpu8tDbM). Ne sarebbe potuto uscir fuori un film al livello della più feroce commedia italiana, invec'il titolo ne indica il decesso, rimpiazzata dalla cosiddetta crossmedializzazione televisiva: slittamento del dramedy nel melò, recitazione macchiettistica, dialoghi cabarettistici, score donmatteano. Sarà per un'altra era.

Non male per una seratina simpatica con il Cinema italiano attuale...
Il cast mette insieme attori che in questi ultimi anni sono quasi una garanzia più Piero Pelù come "simbolo" dissacrante di una società ormai alla frutta.
Tralasciando i momenti divertenti il regista Amendola (che nel finale si autocita in modo spassoso) vorrebbe dire molto ma ad un certo punto esagera e passa al filosofico e quasi drammatico dimenticandosi che questa sarebbe una commedia.
Carino ma inutilmente impegnato a tratti, comunque non male.

Simpatica la chiosa finale, con Amendola che scherza con la sua morte, un po' come in tutto il film dove si tenta di ironizzare sul grande ed eterno passo che, prima o poi, toccherà a tutti. Cast meritevole per impegno e simpatia, anche se i momenti davvero divertenti si possono contare sulle dita di una mano, regia priva di guizzi ma piuttosto lineare e dialoghi che, assieme alla caratterizzazione dei personaggi, tentano di infondere un po' di black humor e sana retorica.
Non perfetto ma prodotto utile per un passatempo senza affanni.