I progetti faciloni di ascesa sociale di un immobiliarista, il sogno di una vita diversa di una donna ricca e infelice, il desiderio di un amore vero di una ragazza oppressa dalle ambizioni del padre. E poi un misterioso incidente, in una notte gelida alla vigilia delle feste di Natale, a complicare le cose e a infittire la trama corale di un film dall’umorismo nero che si compone come un mosaico. Paolo Virzì stavolta racconta splendore e miseria di una provincia del Nord Italia, per offrirci un affresco acuto e beffardo di questo nostro tempo.
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Discreta pellicola, Virzì ci conduce all'interno di una intricata vicenda il cui susseguirsi degli avvenimenti rende piacevole la visione grazie anche ad un ritmo incalzante. Buona anche l'interpretazione dei protagonisti, su tutti una menzione particolare per Valeria Bruni Tedeschi.
Tema del film, come si evince dal titolo, il valore della vita umana, inserito nel contesto del periodo di crisi socio/economico in Italia. A rappresentare i valori negativi c'è chi della vita non ne conosce il valore, ma soltanto il prezzo, rinunciando al vero senso dell'esistenza e lasciandosi avvolgere da un pernicioso cinismo.
Metafora forse un pò scontata del senso della vita che frappone i sognatori ai materialisti per rappresentare forse quello che oggi sembra essere l'anelito più importante della società di oggi; sostantanzialmente una piccola accusa al modus vivendi moderno, che nonostante non aggiunga niente di nuovo, è ben realizzata.