il disco volante (1963)

Piccolo ed intelligente film di un Tinto Brass agli esordi eppure già capace di sferzate satiriche e sociali quasi farsesche: il soggetto dello sbarco marziano che scombussola il placido paesino veneto non è niente male e - soprattutto all'inizio quando il bozzetto di provincia si amalgama al finto documentario con le interviste alla cittadinanza - non manca di far divertire grazie soprattutto all'istrionismo di un Sordi impegnato in ben 4 ruoli diversi. Verso la fine va però in calando e l'idea di mandare in manicomio tutti i testimoni dell'apparizione è un pò programmatica e alla fin fine non proprio utile alla causa. Brass carica molto la tecnica registica forse per dimostrare di essere un bravo cineasta: va bene la modernità ma ogni tanto esagera.

Sordi si fa in quattro per sollevare le sorti di questo pseudo fanta film di Brass, togliendo visibilità alle altre due protagoniste, alla Vitti soprattutto, che non riescono a ritagliarsi uno spazio abbastanza ampio per mettere in mostra le proprie capacità.
La storia ha un ritmo lento, specialmente nella seconda parte, che non permette una fluidità d'azione comica, i pochi sussulti sono ovviamente ad appannaggio dell'Albertone nazionale, e rendono la visione un po' pesante da seguire.
Nonostante tutto, grazie alla verve del compianto attore romano, si riesce ad arrivare indenni e senza troppi affanni alla fine del film, ma con tutta a buona volontà non mi sento di andare oltre la sufficienza.

Un giovane Tinto Brass, che ancora doveva darsi con successo al cinema erotico. Fantascienza come pretesto per una satira sociale. Un grande Alberto Sordi è l'assoluto protagonista. Film simpatico, piuttosto piacevole.

molto bello....da vedere!!!!

Molto piacevole e a tratti spassoso, questo curioso film dal sapore antico che, mentre racconta l'arrivo del disco volante con a bordo un paio di marziani (alieni è venuto dopo) miti e docili che si trovano a fronteggiare una comunità contadina e le sue abitudini, offre a noi anche uno spaccato di società che non esiste più, coi suoi pregiudizi e i suoi riti quotidiani.
Interessante per questo ed anche perchè è così bello veder recitare un Sordi capace di trasformarsi senza sforzo nei più diversi personaggi.
E poi...decisamente surreale veder vagare per le campagne venete, tra covoni di fieno e pecore al pascolo, una marziana dal passo elegante e leggiadro, munita di tuta lucente d'ordinanza e poppe a vista dietro agli oblò strategicamente posizionati, tanto silenziosa quanto misteriosa e affascinante.
Che sia l'immagine che in fondo ha Brass del genere femminile?

SPOILER

Imho miglior film di Brass in assoluto; anche qui ci si trova di fronte ad un originale opera di ampia critica sociale, con un ottimo cast, dove il mitico Sordi interpreta ottimamente ben quattro parti.

Buoni anche gli effetti speciali del disco volante per l'epoca.
Davvero, Brass era meglio che se continuava a realizzare film di questo genere, piuttosto che buttarsi a capofitto in una sarabanda erotica solo mediocre.

Consigliatissimo.

Un film surreale del primo Brass. e probabilmente uno dei suoi migliori... ne ho un ricordo vago, ma era un film molto piacevole e curioso, dove gli interpreti - solitamente abituati a ruoli diversi - sembrano un pò "i veri alieni" di questo strano excursus brassiano nella fantascienza.
Da rivedere, recuperando anche quel rarissimo "Omicron" di Gregoretti girato un anno prima e ambientato nella Milano industrializzata del boom economico

A metà strada fra il falso documentario e la commedia, questo film, non privo di originalità di Brass racconta la grettezza e l'ignoranza di un' Italia che putroppo persiste nel suo perdurare fino ai giorni odierni, senza salvare nessuno strato sociale coinvolto. Ottima l'interpretazione di Alberto Sordi alle prese con ben quattro ruoli diversi. Mi sembra, inoltre sia stato il primo ruolo assoluto in una commedia di Monica Vitti. Un film grottesco che merita la visione anche per apprezzare la verve di Tinto Brass, regista che è approdato verso altro genere.