Un cavaliere torna dal campo di battaglia solo e trova ad attenderlo una terra devastata dalla peste, e la Morte che lo reclama. Riuscirà a prolungare la propria esistenza impegnando la Mietitrice in una lunga partita a scacchi che sa di non poter vincere.
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Gran film, dove il personaggio della Morte diviene la metafora, la chiave attraverso la quale tentare di gettare uno sguardo nei punti più oscuri della vita: la partita a scacchi con la morte è la ricerca di senso dell'umanità, che non può portare ad un risultato esplicito ma solo ad una traccia ermeneuticamente densa, ma irrisolta..
Ed io credo che nel film, tra l'ateo materialista ed il cavaliere che si sforza di essere credente, nonostante tutto, Bergman suggerisca in modo sottile di essere più vicino al secondo..