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Direi che l'idea è ottima, caustica però sul lungo andare del minutaggio e quindi questo può creare problemi allo spettatore. Il punto di vista del serial killer rende bene l'approccio minimale/sperimentale, come anche l'uso del sonoro, ma per me tutto il senso del film è negli ultimi 15 minuti, perchè ti fa compredere il meccanismo della tensione nel genere Slasher, un genere che è ancora vivo e vegeto dopo tutti questi anni. Si potrebbe definirlo come un Jason formato A24, o anche una versione di "Elephant" di Gus Van Sant mista all'estetica di Terrence Malick della saga di Venderdì 13, resta comunque il fatto che il regista Nash conosce bene il genere e lo dimostra a tutto campo, tra sperimentazione, richiami classici e solito massacro (una morte, in particolare, è davvero spettacolare).
Girato nei boschi dell'Ontario,un atipico slasher che guarda dritto a "Venerdì 13" per killer e dinamiche,ma con uno stile alla "Elephant" o "Last Days"(il regista ha citato anche Terrence Mallick tra le fonti di ispirazione) a base di piani sequenza dilatati e campi lunghi,senza nessuna colonna sonora ad eccezione della musica ascoltata da uno dei campeggiatori.Si privilegia il punto di vista dell'assassino e le vittime rimangono sullo sfondo ma gli omicidi sono belli brutali e cruenti come prevede il genere,e i clichè sono rispettati in toto.Diciamo che l'idea generale è sia un punto di forza e un limiti.Il ritmo lento è efficace a tratti,e in altri no,come tutto il finale con l'aneddoto dell'orso.E i fan del genere abituati ai prodottini-fotocopia degli slasher anni'80 potrebbero annoiarsi un pò.Interessante,ma da vedere sapendo in anticipo cosa lo caratterizza.Pare stiano preparando un seguito.Notizia non entusiasmante,ma si vedrà...
Uno slasher che più classico di così non si può la cui unica novità è da ricercare nel fatto che la cinepresa per gran parte del tempo segue il killer ,in lunghe ( e dopo un po' francamente noiose) passeggiate nel bosco e durante gli ultra brutali omicidi,splatterosi e ben realizzati. Trama basica,personaggi macchiettistici il cui unico scopo è fare da carne da macello,colonna sonora assente ( scelta azzeccata). Solo per appassionati e completisti.
A suo modo è un film piuttosto particolare. Uno slasher che ha in sé tutti, ma proprio tutti, i crismi del genere, adottando però quasi sempre il punto di vista dell'assassino che camera segue in questo suo peregrinare nel bosco per recuperare un ciondolo sottratto da dei ragazzi sprovveduti. La figura indubbiamente ricorda il buon Jason Vorhees nel suo incedere, però adottando tale punto di vista, in qualche modo ne smorza la tensione. Vero anche che gli omicidi non lesinano in quanto a gore e con buoni effetti speciali. Particolare è senza dubbio la parte finale con la sua bella final girl, anticlimatica e priva di pathos voluta dal regista, che però secondo me per volerne spiegare il senso a tutto quello che si è visto, finisce un po' per tirarsi la zappa sui piedi.
Incredibilmente ancora nessuno ci aveva pensato: "lo slasher/horror dal punto di vista dell'assassino". Un'idea semplice e allo stesso tempo geniale. Il protagonista è una specie di Jason Voorhees con una storia alle spalle piuttosto simile alla sua, che ritorna in vita e uccide ragazzi senza nessun motivo. Lo stile di regia è quasi sempre in terza persona, il ritmo è lento, i ragazzi vengono messi in secondo piano tranne che nel finale, gli omicidi sono piuttosto pesanti. Non mancano scelte un po' strane nella fuga dei ragazzi, ma è un difetto riscontrabile quasi in ogni slasher. Comunque vale la visione, soprattutto per gli amanti del genere che vedranno qualcosa di diverso.
Tentativo di omaggiare gli slashers anni '80, con un villain in stile Voorhees, che però fallisce per la pochezza di idee e per una messa in scena piatta e deficitaria, con poca atmosfera di spessore. La regia alterna riprese alle spalle del villain, come quei videogiochi in terza persona, con altre inquadrature fisse, troppo dilatate, che invalidano, in alcuni momenti, il livello splatter che è presente ma che non sempre lascia il segno. La lunga parte finale è noiosissima e sembra voluta per arrivare al minutaggio di 1h e 30m, ma non regala nulla di interessante e niente che possa servire ad alzare il voto. Non mancano i clichè del genere, soprattutto l'idiozia umana, così come non mancano le scene cruente, come accennato prima, ma complessivamente questo IN A VIOLENT NATURE scivola via senza lasciare traccia.