la bambolona (1969)

Personalmente questo film interpretato da Tognazzi non mi ha fatto impazzire, troppo tirato alle lunghe ed interessante solo a tratti.
Mi ha un po annoiato, nonostante debba ammettere che tecnicamente è buono e soprattutto ben interpretato.

La bambolona presenta in una certa misura i medesimi meccanismi della Voglia matta di Luciano Salce, tra l'altro sempre con Tognazzi protagonista in un ruolo non proprio dissimile. Giraldi con qualche buona stoccata mostra uno specchio d'epoca dove la donna comincia ad emenciparsi giocando proprio sul finto ruolo di donna sottomettibile facilmente. Un gioco beffardo nel quale Giulio cadrà in trappola. Un Tognazzi sempre "sul pezzo" ed una giovane protagonista perfetta fisicamente per il ruolo.

Apologo condito di amara ironia, tratto da un romanzo della scrittrice italocubana Alba De Céspedes, "La bambolona" dimostrò che Giraldi era un regista che poteva fare anche film diversi dagli spaghetti western. La tematica del sesso, dell’emancipazione femminile, del ruolo dei giovani (anche delle classi sociali meno abbienti) in una società in forte cambiamento è trattata con intelligenza e con qualche punta di sarcasmo, condite con qualche accenno a trame segrete (intese come trame dei servizi segreti…). Naturalmente, la storia sta in piedi anche grazie ai duetti di un ottimo Tognazzi con un’indovinata sedicenne non professionista. Uno dei film tognazziani del periodo da recuperare, con "In nome del popolo italiano" (Risi), "Il commissario Pepe" (Scola) e "L’udienza" (Ferreri).

Detesto questo film! Raggiunta una certa età, Tognazzi collezionò questa enorme quantità di film in cui interpretava sempre il medesimo personaggio, ovvero il maturo professionista che alla vista della giovane sgallettata di turno ( vedi Caterine Spack in una serie di film tutti uguali! ), perde completamente la propra dignità... trascinando se stesso e lo spettatore uno squallore assurdo.
Il personaggio + simpatico è il cameriere gay!

SPOILER

Di certo un lavoro enorme...
Germi o chi per lui devono aver scelto questa Isabella Rei
per la sua apparente ingenuità che per altro.

Attrice che brava non è di certo, monoespressiva fino alla fine
e di una bellezza abbastanza discutibile.

Germi deve aver sudato non poche camice per tirarci fuori
qualcosa di buono da un tipetto così e il risultato in ogni caso
non è riuscito a mio avviso. Questa infatti finisce per non diventare
così insopportabile quanto la protagonista di "quell'oscuro oggetto
del desiderio". Confronto fra pellicole necessario in quanto la storia
è decisamente molto simile, ma il risultato 100 volte migliore lo si trova
nel film di Bunuel.

Tognazzi come sempre però è il Number One
e la sua presenza riesce sempre a rendere un film accettabile.