Dopo il furto della propria bicicletta, mezzo che gli permetteva di lavorare, un uomo vaga per la città con tutta la famiglia sperando di poterla ritrovare. Preso dalla disperazione non gli resta che rubarne una a sua volta ma viene bloccato dalla polizia...
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Altra grandissima prova di De Sica, dopo aver visto Umberto D, un altro film che rappresenta L'Italia del dopoguerra con un realismo che uccide. Il film si basa sulla storia di questo pover uomo e della sua bicicletta, unico mezzo disponibile e indispensabile per lavorare. Quando gli viene rubata la bicicletta, il film entra in un situazione di miseria tale da provocare uno straziante malessere nello spettatore, con un realismo da brividi, che fa prendere coscienza della situazione italiana di quegl'anni. Straziante anche la visione del bambino, soprattutto nella scena finale, penso che qualsiasi persona al mondo si possa commuovere davanti al pianto di quel bambino, che vede il padre accercchiato dalla folla dopo aver tentato il furto della bicicletta. Una rappresentazione dell'Italia dell'epoca straordinaria, anche a livello visivo, con una Roma del dopoguerra estremamente affascinante.
Un film da vedere, un capolavoro italiano firmato Vittorio De Sica.