le acrobate (1997)

Non so se sono io che non l'ho capito o i miei predecessori troppo "intellettuali" per aver dato una valutazione così diversa. Comunque sia io l'ho trovato molto pesante e difficile da seguire a causa della lentezza quasi snervante, per giunta la durata non aiuta affatto. Non riesco a trovare nessun pregio se non l'idea di fondo che è comunque interessante. Non lo consiglierei a nessuno.

Storia di quattro escluse, quattro fragili equilibriste, agganciate fra loro da un condiviso sentimento di abbandono. Tutte cercano aria più fresca da respirare. Elena e Maria immergono il viso nel getto d'acqua del lavandino, Anita cerca un luogo di alberi e non di case, Teresa mangia la neve.
Disgraziatamente ignorato, "Le acrobate" è un film molto bello. Piccolo certo, nel senso di sobrio e non ambizioso. Io lo voglio premiare per il garbo e l'onestà di Soldini, per la sua regia semplice ma non ingenua.

Bella storia di amicizia tutta femminile, in una storia molto credibile e con due protagoniste eccezionalmente brave. Peccato per gli attori di contorno molto scarsi, come purtroppo spesso capita nel cinema italiano.
Mi resta il dubbio di voler dipingere a tutti i costi i maschi come dei veri incapaci in un mondo dove le donne debbano fuggire. Però per questa volta diamo il beneficio del dubbio.

Due bellissimi ritratti di donne, un incontro (lento, graduale, intenso) tra due istinti di fuga.
Un'immensa delicatezza e capacità di cogliere la sensibilità femminile.
Zero ambizioni psicologistiche e autoriali (nel senso di voler dire qualcosa di universale sull'umanità), che esaltano il valore di Soldini e di questo film, che - insieme al precedente "Un'anima divisa in due", rappresenta una delle cose migliori del cinema italiano degli anni '90, alla pari o forse anche più dei film di Amelio, e di valore non inferiore alle prove cinematografiche di Mario Martone.
Una vera perla, misconosciuta.

Due donne di estrazione sociale e di provenienza territoriale così diverse da loro ma accomunate da un senso di angoscia e insoddisfazione che permetterà loro un lento e costante avvicinamento. la trama ricalca la casualità dell'aria serena dell'ovest. Lì era una agenda smarrita il trait-d'union fra i personaggi, qui il dentino da latte di Teresa e l'occasionale conoscenza reciproca di Anita, una vecchia slava. Soldini è abituato a queste fughe dal quotidiano, con personaggi che voglino estrapolarsi dalle rispettive routine. Le due attrici sono bravissime, la Maglietta e la Golino, a disegnare personaggi apparentemente normali ma molto più sfaccettati di quanto si pensi, tuttavia il film, peraltro piuttosto lento, offre in alcuni frangenti una dilatazione eccessiva dei tempi. Bello e appropriato comunque il finale, completamente sospeso.