legittima difesa (1947)

Dopo anni i polemica dopo "Il corvo" arriva un nuovo splendido giallo firmato Clouzot che con il suo inconfondibile stile offre un mix tra suspence e commedia.
Un omicidio dove si conosce da subito movente e omicida,solo apparentemente, da il via ad'una indagine con vari colpi di scena.
Ho trovato solo sottotono il protagonista, Bernard Blier, inferiore sicuramente come carisma a quello del detective.
Resta ovviamente un film da vedere per apprezzare la risposta francese ai classici noir americani.

Lo sguardo duro e sprezzante su di un certo tipo di società, lo stile cinematografico esplicito ed allusivo, le profonde personalità dei personaggi che porta sullo schermo sono i marchi di fabbrica più evidenti dei lavori di Clouzot. "Legittima difesa" non fa differenza, è un noir imbevuto di giallo che gioca a confondere lo spettatore con il suo carico di misteri e colpi ad effetto, tratteggiando la bassa moralità della borghesia francese e caricando di significati autobiografici ( l'innocente ingiustamente accusato ) il personaggio del debole Maurice, perso nei meandri di una situazione più grande di sé anche per colpa dell'amore per la bella moglie, una starlette di varietà da quattro soldi. La figura destinata a rimanere nella memoria è però quella del meticoloso Ispettore Lamour interpretata da un grande Louis Jouvet.

Giallo dalle tinte noir, o forse meglio dire il contrario, noir che si appalesa howcatchem per poi in realtà nascondere un colpo di scena finale e trasformarsi in un whodunit.
Clouzot se ne frega della censura e gira il film più peccaminoso, scene crude di suicidio, e sopratutto gioca ad alludere metaforicamente sull'eros, una scena hitchcockiana che ricorda il finale di 'Intrigo Internazionale' col treno che entra nella galleria, dopo un probabile copulamento si sposta su una pentola bollente che trabocca di schiuma, più chiaro di così... attingendo dalla sua formazione giornalistica in fatto di cronaca, inquadra il ritratto amorale della polizia, inflessibile nei modi, si accanisce negli interrogatori, si dimostra spigoloso nella messinscena, inoltre si sofferma ad addensarlo di fine psicologia pertanto più realistico dei noir oltreoceano ed anche più pessimistico nella conduzione.

Legittima Difesa è senza dubbio un film veramente valido e riuscito, ma c'è quel qualcosa che manca da renderlo un capolavoro.
Adoro l'ambiguità e la cattiveria che Clouzot mette nei suoi film

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, il suo modo di caratterizzare i personaggi e di creare una tensione veramente spasmodica.
Ma quest'opera latita, secondo me, sia per quanto riguarda incisività dei personaggi (ben caratterizzati ma un po' troppo freddi e superficiali spesso) e la creazione dei momenti di tensione

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Un film un po' freddo e sottotono, che gode comunque di una regia e fotografia eccelsi e di una sceneggiatura come sempre grandiosa

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Splendido noir di Clouzot dall'ottimo intreccio narrativo e dalla grande caratterizzazione dei personaggi, in cui vengono risaltate ogni aspetto della propria ambiguità, specialmente tra Jenny e Maurice, un miscela di gelosia, arrivismo e sincero affetto che opera da contrappunto in quel labile confine tra colpevolezza e innocenza presente nelle opere del regista francese. Da ricordare almeno per Jules Douvet nel ruolo dell'ispettore Antoine.

Clouzot è sicuramente uno di quei registi ingiustamente dimenticati, tra i più bravi.
Ha firmato film bellissimi, tesi, intrisi di un pessimismo realista e sensibile, talvolta straordinari come nel caso di 'Vite vendute'.

'Legittima difesa' (forse tra i suoi che ho visto quello che mi è piaciuto meno) è un giallo dalle sfumature nere che non rinuncia ai criteri del genere, ma dietro l'intreccio dei nastri finemente sistemati, dentro quella confezione in cui sono fotografati ambienti e atmosfere cittadine colme di fascino, si trova qualcosa di genuinamente vivo, una modesta umanità luccicante, consigliata forse dall'opera di Renoir, in cui più di ogni altro scintilla il personaggio dell'ispettore, coi suoi modi franchi e la sua giacca stretta, con la sua fronte corrucciata e il figlioletto di colore che compare improvviso, pianissimo come i fiocchi di neve.

Ma umanamente attento è anche il racconto del rapporto tra i due piccoli artisti e coniugi coinvolti, scontento, crepato dalle incomprensioni e dalle bugie, eppure intenerito da quell'affetto e da quel senso di protezione che si vengono a rafforzare. La protagonista non è più la femme fatale dagli occhi di ghiaccio che abbiamo trovato in altre opere cinematografiche: il suo sguardo è debole, insicuro più che ammaliante, bisognoso.


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Trovo 'Legittima difesa' fondamentalmente una storia d'amore, ricco di venature tragiche ma anche più distese. Il cinema di Clouzot oltre ad aver fatto scuola per la capacità di costruire gialli d'effetto maledettamente ingegnosi, era avanti anche per l'audacia nel cogliere determinate sottigliezze nelle classi sociali.
Ogni convinzione sull'omicidio, apparentemente limpida, viene sovvertita da un finale decisamente inaspettato.
La caratterizzazione dei personaggi, poi, è notevole (grandissimo l'ispettore!).

Uno dei classici per eccellenza del giallo alla francese, ovviamente firmato dal maestro Clouzot.
Intrigo complesso, grande, grandissimo lavoro di atmosfera e bellissime ambientazioni.
Solo "Vite vendute " e "Il corvo" mi sono piaciuti di più. Regge invece il paragone con "i diabolici".

Un nero francese da manuale, di 60 anni fa, ma assolutamente affascinante e neanche lontanamente invecchiato.