lettera a tre mogli (1949)

Il grande cinema di una volta.
Nonostante il primo segmento risulti, personalmente parlando, meno brillante e piacevole, visto il fastidioso piagnisteo della Crain, il film di Manckiewicz si riprende alla grande in corso d'opera grazie a ottime interpretazioni, Douglas e Darnell leggermente sopra gli altri, di un cast di spessore e carisma interpretativo.
La storia è tanto semplice quanto moderna, nonostante gli anni che si porta dietro, e mette in evidenza donne emancipate, libere di parlare, muoversi e interagire non solo con i propri mariti ma soprattutto con consapevole maturità di intenti. Matrimonio, famiglia, lavoro, affetti sono solo "pretesti" per raccontare una storia molto gradevole, ironica e graffiante, capace di rendersi appetibile senza sorzo alcuno.
Uno di quei film che vale la pena riscoprire e vedere.

Grande prova di bravura di Mankiewicz che, un anno prima di quello che, per me, resta uno dei migliori film della storia del cinema ("All about Eve"), ci regala un'altra pellicola di indubbio valore; più leggera rispetto al capolavoro sopra citato, ma lo stesso di altissimo livello.

Lora, Rita e Deborah sono tre amiche sposate, ognuna con i suoi pregi e i suoi difetti. Un giorno, prima di un picnic di beneficenza, ricevono la lettera di Eva Ross, loro grande amica, che le informa che sta per lasciare la città... niente di strano, se non fosse per il fatto che intende farlo portandosi via uno dei loro tre mariti.
Il messaggio costringe così le donne a ripensare alla loro vita coniugale, agli eventuali dissapori con i rispettivi consorti e al fatto che Eva è una donna di indubbia classe, che tutte invidiano e che, invece, i mariti ammirano.
Nell'attesa di sapere chi di loro sarà destinata a restare sola.

In sostanza mi sono trovato di fronte a una commedia degli equivoci estremamente raffinata e sofisticata, che vanta una regia sulla quale non c'è nemmeno bisogno di soffermarsi talmente è impeccabile, una sceneggiatura straordinaria e un terzetto di protagoniste fantastiche.
E non è tutto.
Oltre a divertire con classe, il regista di origini polacche mette sotto la sua lente critica non solo i vizi e le ipocrisie del gentil sesso, ma anche la middle class americana e, soprattutto, l'avvento dei mass media nella vita di tutti i giorni. E lo fa in quel modo che solo i grandi registi conoscono (... basti chiedere a Wilder). A tal proposito è grandiosa la scena che vede protagonista Douglas e il suo discorso sull'effettiva qualità delle trasmissioni radio di quegli anni.
Senza poi dimenticare la struttura del film, quasi interamente costituita da flashback (poi riproposta da Minnelli ne "Il bruto e la bella"). Non solo questa scelta aiuta la vicenda a scorrere liscia e senza intoppi, ma scava nelle paure e nei dubbi delle tre protagoniste mostrandoci così in maniera incredibilmente chiara e cristallina la loro psicologia.
E arriviamo appunto al cast. Tralasciando per un attimo il terzetto in rosa spenderei una parolina per la grande prova di Douglas, l'unico dei tre uomini in grado di elevare la sua interpretazione a un livello che possa almeno competere con quello delle tre donne... e questo malgrado un ruolo da non protagonista.
Delle tre signore, invece, che posso dire... a loro modo risultano tutte e tre straordinarie: Jeanne Crain è letteralmente adorabile nella sua goffaggine da ragazza di campagna e nell'incapacità (o almeno così pensa lei) di sfruttare una bellezza non indifferente: Ann Sothern non è però da meno. E' la meno attraente delle tre, ma è anche la più forte a livello caratteriale... talmente forte da dare l'impressione di essere lei a portare i pantaloni in casa (e stiamo parlando del '49); questo senza che però venga intaccata la sua essenza di donna.
Ho lasciato per ultimo Linda Darnell, e non casualmente. E' il primo film in cui la vedo e mi ha letteralmente stregato. Magnifica da vedere e magnifica nel donare il giusto spessore al suo personaggio, per inciso quello che è riuscito a catturarmi più degli altri. E se non ci si fa distrarre dalla sua clamorosa bellezza (una parola) si può certamente notare un'espressività non indifferente. Senza fare spoiler posso solo dire, date un'occhiata al finale e capirete.

Insomma, dopo tutto questo che altro aggiungere. Grandissimo film, senza se e senza ma. E Mankiewicz si conferma regista di livello assoluto!!!

Neanche questa volta il buon Manckiewicz delude, presentandoci un cocktail vincente: grande esercizio di tecnica registica accompagnato da una sceneggiatura senza sbavature, una compagnia di attori di altissimo livello, una spruzzata di critica sociale sull'invadenza dei mass media, una fotografia compiaciuta della provincia americana che subisce l'inevitabile fascino della vicina grande città. Il risultato è una commedia dalle venature drammatiche sostanzialmente perfetta. Douglas è protagonista di una delle sue prove più convincenti e per una volta è pure simpatico.

magnifico film.interpretazione degli attori formidabili.da vedere assolutamente.

Bellissima commedia del grande regista Joseph L. Mankiewicz.
La voce fuori campo di Eva Ross, di cui tutti parlano, e di cui tutti sono innamorati- e che gli spettatori non vedranno - annuncia in una lettera alle sue tre amiche di essere scappata con uno dei tre rispettivi mariti.

Loro tremano e , a una a una , ripensano ai loro passati e ai loro probabili errori. C'è la pasticciona e ingenua, innamoratissima, c'è la conduttrice radiofonica che tiene per le palle il marito professorino ( un grande Kirk Douglas) e infine la bellissima che ha sposato il riccone con molti anni + di lei.

"Lettera a tre mogli" è una commedia dagli equivoci, di altissimo livello, in cui il grande regista di capolavori assoluti come "Masquerade","Eva contro Eva" e "Il fantsma e la signora Muir", fa una pungente satira sulla borghesia americana.
E, nel 1949, anticipa un tema, quello della critica ai mass media - in questo caso alla radio- di parechi anni successivi. E lo fa per bocca del professore interpretato da Kirk Douglas, che si scatena in una invettiva contro la spazzatura e la volgarità delle trasmissioni radiofoniche.
Fantastico.