l'innocenza (2023)

Film delicato e intelligente ma non mi ha emozionato.

apri gli occhi, dopo una moltiplicazione di sguardi, attaverso un montaggio che canalizza personaggio dopo personaggio con un effetto iniziale di continuo depistaggio per poi grazie al nostro sguardo omnia ricomporre il nastro per farne un collage di poesia con unica via di scampo, la libertà verso l'oltre, con l'incertezza e i confini soffiati via come da una tempesta che non soffoca e sommerge, dove non c'è bisogno di rinascere, ma di correre insieme, ancora, e ancora.

Koreeda si conferma uno dei migliori registi in circolazione a livello mondiale. Personalmente ritengo i suoi ultimi tre film tutti e tre meno interessanti e riusciti di ciò che li precede: "Kaibatsu" è calcato sui temi classici del cineasta giapponese ma l'impressione è quella di un autore che esplora gli stessi temi da prospettive diverse essendo però nella condizione di aver detto praticamente tutto in 30 anni di carriera.

L'unico rischio che Koreeda corre è quello di spiazzare lo spettatore con un montaggio, in corso d'opera, potenzialmente instabile. Ma è un rischio calcolato poichè man mano che ci si addentra nella visione ogni tassello sembra trovare il proprio posto, regalando così una pellicola estremamente garbata, come nello stile del regista, foriera di grandi emozioni e sensazioni contrastanti.
Degna di sottolineatura anche la prova del cast che, sotto la direzione di Koreeda, appare precisa ed efficace nel descrivere patimenti, gioie e incertezze che caratterizzano i personaggi.
L'ennesimo centro del bravo regista giapponese.

In questo film di Koreeda il mostro non c'è. Il mostro è quella creatura che vogliamo materializzare in una persona per semplificare qualcosa che non riusciamo a capire oppure che non comprendiamo. Una visione parziale può evocare, appunto, i mostri. L'adozione di un solo punto vista può travisare e far intravedere una realtà distorta e incompleta. E questo è ciò che utilizza il regista giapponese in Monster, cioè raccontare da un unico punto di vista ed in pratica riavvolgere lo stesso nastro e guardare la storia da un'angolatura diversa e poi ancora. I personaggi hanno un puzzle solo parziale, ma lo spettatore riesce a ricostruire l'intreccio, sul cosa è successo ed il perchè è successo. Un procedimento che ha la qualità di coinvolgere e che attraverso questo procedimento alla Rashmon esaltano sia la storia che le sfaccettature dei personaggi che cambiano radicalmente la prospettiva. Un bel film, poco da dire.

Gran bel film. Tratta alcuni temi con grande delicatezza.
Bravissimi i bambini. Bellissima la fotografia.