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Finalmente è arrivato nelle sale il terzo capitolo di una delle trilogie cinematografiche più controverse degli ultimi tempi. Personalmente sento che le mie aspettative sono solo in parte state tradite dall'ultimo capitolo di questa saga cinematografica. Sicuramente migliore del precedente che a mio avviso troppo si concentrava sui combattimenti a discapito di atmosfera e trama vera e propia, nel terzo capitolo l'atmosfera torna ad assestarsi sui livelli del primo, con tonalità più cupe e con una tensione di fondo sempre presente. Personalmente mi è piaciuta l'idea che quasi l'intero film sia ambientato nel mondo delle macchine a differenza del secondo ambientato tutto in Matrix, ricordandoci che la battaglia si svolge su due fronti e non su uno solo. Gli effetti speciali soprattutto nella battaglia che si svolge a Zion meritano una menzione speciale essendo forse i migliori mai visti negli ultimi cinque anni, cosi come la regia con virtuosisimi della macchina da presa che ti coinvolgono in quella che forse è la battaglia meglio girata nella storia dei film di fantascienza. Anche la battaglia finale fra Neo e Smith,oramai essere onnipotente del mondo di Matrix, e i suoi effetti speciali hanno la mia approvazione, e anche se esagerata, trasmette bene il senso dell'eterno confronto fra bene e male complice anche una musica molto ben concepita ed un finale per nulla scontato che può trovare numerosi significati ( tutta la trilogia non è che una guerra fra l'oracolo e l'architetto o Neo non è il vero eletto ma lo è la bambina che alla fine ricostruisce matrix secondo la sua visione e neo non era altro che il mezzo per raggiungere un fine come dice il merovingio nel secondo capitolo). Ma a discapito del film critico alcune scelte narrative. Le domande che il secondo capitolo ci aveva proposto trovano risposte banali e scontate, come il fatto che Neo possa trascendere i suoi poteri nel mondo delle macchine solo perchè è l'eletto. Anche il tema portante del secondo film ossia la mancanza di scelta, molto intrigante, viene abbandonato in favore di un perno narrativo centrale come l'amore, sentimento fin troppo abusato nella storia cinematografica. Il più grande difetto del film alla fine risulta propio la sua divisione in due capitoli distinti. Se il film fosse stato unico sarebbe stato molto più godibile e assimilabile, ma alle ferree regole del mercato cinematografico di Hollywood ci si deve anche se contro voglia inchinare.