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Il problema principale che trovo nei film di Mel Brooks, che non è la mia cup of tea della comicità, ma alcune volte mi piaciucchia pure, è una certa incostanza delle gag, partendo con la premessa che nei suoi film prevale l'assurdo e la demenzialità, come è giusto che sia, quindi il plot passa in secondo piano, mi capita spesso di notare come in film come questo, si alternino momenti di alta comicità a momenti in cui o prevale una certa noia o mi sembra le gag diventino fin troppo volgari e banali.
Blazing saddles vive di episodi, l'omaggio personale di Mel Brooks al western funziona ad intermittenza, perché ammetto di aver riso parecchio a momenti come quello della presentazione del nuovo sceriffo in cui tutti automaticamente gli puntano la pistola addosso perché è nero e si autorapisce per scappare dalla tremenda situazione, così come altre battute del personaggio stesso che interpreta Mel Brooks, come quando prende di lato il governatore per dirgli che stava per rendere sceriffo un nero, ma sbaglia persona, prendendo proprio il futuro sceriffo, momento fantastico.
O ancora i momenti con la vecchietta, volgarissima però perfetta rappresentazione della popolazione del periodo, che addirittura fa pure un regalo allo sceriffo, però gli chiede di non dire a nessuno che ha interagito con lui, o il personaggio di Gene Wilder, stereotipo del pistolero imbattibile, che non muove neanche le mani e spara più veloce di tutti, insomma di bei momenti ce ne sono, anche la parte finale, seppur non straordinaria a livello di risate, mostra una certa verve nel giocare con la quarta parete, scambiando realtà e finzione più volte, con quella rissa nella mensa degli studios che diventa esilarante - specialmente per il personaggio nazista -
A questi bei momenti se ne alternano alcuni totalmente piatti o più di cattivo gusto, non mancano alcune scene dove l'umorismo è basato sulle scorregge, diventando volgare e boh fondamentalmente mi fa cadere le braccia a terra, un peccato.
Mel Brooks dirige un film che nella sua incostanza riesce comunque a regalare gag divertenti, all'insegna dell'assurdo, del nonsense, che certe volte sfocia anche nel grottesco, a cui però non mi sento di dare più di una sufficienza, anche per questione di gusti, in ogni caso, ha fatto parecchio di meglio.
Non è di certo il tipo di film che mi fanno impazzire vista la forte presenza di demenzialità ma tirando le somme mi ha divertito e vista l'epoca Mel Brooks l'aveva vista lunga tra parodia e metacinema. Molto bravo il protagonista di colore Cleavon Little.
Parodia western targata Mel Brooks, abbastanza gradevole e spigliata nell'intrattenere e mostrare scene simpatiche che strappano sorrisi senza fatica. Nulla di trascendentale ma piacevole passatempo.
La coscienza artistica formata e anche formosa di Mel Brooks evolve la sua commedia muovendola su dei binari totalmente innovativi, unenti un profondo rispetto verso il classico ad una maniera ampiamente moderna. Il perno di BLAZING SADDLES è il genere western, osservato, analizzato ed infine riproposto in chiave comica e irrisoria, ma anche rispettosa, che raggiunge un livello demenziale arguto e notevolmente spinto. E' con questa prospettiva rivolta ampiamente ad un intero filone che viene fecondata la parodia cinematografica, attenta al citazionismo ma anche e soprattutto al giudizio dello stesso epico e storico genere filmico, in questa pellicola criticato indirettamente all'interno di una cornice contemporaneamente molto e poco seria che dipinge la vera nascita degli Stati Uniti d'America, sorta tra meschinità, razzismo e odio, una visione che confronta finzione cinematografica con l'effettiva realtà, sposata dalla stessa concezione di Cinema secondo il regista, folle inventore e sperimentatore che abbatte la quarta parete come non mai, con un finale che finisce col strappare quella corda dell'ironico nonsenso tesa per tutto il film squarciando l'idea fondamentale di cinema con una genialità più unica che rara, madre di questo moderno (e post-moderno) intramontabile capolavoro.
Demenziale ma senza esagerazioni, fondato più che altro sulla satira contro il razzismo e la corruzione politica del vecchio West ma che diviene metafora dei giorni nostri (ovvero i giorni loro visto che il film ha 40 anni). Simpatico ma neanche tanto...mi hanno particolarmente divertito quelle poche scene con lo stesso Mel Brooks in veste di attore (il suo primo incontro con lo sceriffo nero), per non parlare della maggiorata rossa che lo affianca! Molto bravo l'attore di colore Cleavon Little, simpatico pure Gene Wilder. Non ho gradito le tante sequenze musicali, più graditi invece gli inserti metacinematografici tipici di Brooks...tuttavia la parte finale è un delirio composto appunto di queste due ultime cose che ho citato e l'ho trovato davvero pessimo. Nel complesso non mi ha fatto impazzire ma sono contento almeno di averlo visto per conoscenza, però non non rivedrò mai più...non è il mio genere!
Solita Mel Brooksata, divertente ma difficilmente geniale ed efficace per l'intera durata del film (questo ad esempio, migliora nella parte finale ma prima è poca roba).Da tutto ciò sono ovviamente esclusi il capolavoro totale "Frankenstein Jr." e il bellissimo "Silent Movie". Consiglio la visione in lingua originale, il doppiaggio è criminale, stracolmo di inutili inflessioni dialettali messe totalmente a caso, utili solo ad infastidire (purtroppo è un vizio che il doppiaggio italiano non si toglierà mai nell'ambito della commedia demenziale).
Bravo il protagonista Cleavon Little nei difficili ed esilaranti panni del poverosceriffo nero Bart; in particolare assolutamente straordinario nella scena in cui, minacciato dalla gente del villaggio non molto contenta del colore della pelle del loro nuovo sceriffo, si prende in ostaggio da solo minacciando di farsi saltare le cervella e convincendo così tutti quanti ad abbassare le armi e lasciarlo andare. Ecco, questa è in assoluto la scena più divertente dell'intero film, un'invenzione geniale e divertentissima di Brooks che purtroppo non riesce a ripetersi più spesso a tali livelli in questo film. "Fermi tutti o ammazzo il negro, fate un altro passo e gli spargo le cervella su tutti i muri della città". Meraviglioso :D
Bravissimo ovviamente Gene Wilder qui nel ruolo di spalla, lui insieme a Madeline Kahn sembra quasi che stiano preparando il terreno per IL capolavoro dell'anno successivo. Si ritaglia una parte importante anche Mel Brooks ma proprio il suo personaggio, come anche altri momenti e situazioni del film, è fin troppo infarcito di una comicità grossolana, scontata e a volte volgare.
Ogni tanto si ride con piacere, a volte si sbadiglia e in un paio di occasione si rischia di morire di risate. Quando Brooks cala l'asso del meta-cinema demenziale nella parte finale del film allora il tutto migliora considerevolmente, si ride molto di più ci sono tante sequenze esilaranti e il giudizio complessivo del film ne esce almeno parzialmente risollevato. La mega-rissa negli studios e il duello finale fuori dal cinema sono molto divertenti.
Ma non ha nulla della classe e della perfezione comica del suo successore. Commedia demenziale più che discreta comunque, ma il meglio di Mel Brooks doveva ancora arrivare.
Uno dei primi esempi di cinema surreal-demenziale/spoof (quello poi di ZAZ, per intenderci). Mitragliate di gag, di cui solo una parte va a segno, ma alcune sono strepitose. Da ragazzetti, la scena che ci fece quasi morire per le convulsioni, con risate irrefrenabili, fu quella dei cowboy che cenano intorno al fuoco mentre si scatenano i dirompenti effetti dei fagioli.
Pensavo meglio, sinceramente. Ovviamente c'è qualche trovata ispirata ma ci sono anche le battute volgari, i dialoghi appesantati dai dialetti nostrani, i soliti anacronismi Brooksiani. Nel complesso ci si diverte, ma il film non da mai la sensazione di essere trascinante. Per distacco abissale il migliore in campo è Harvey Corman, geniale cattivone circondato da inetti subalterni.
Non amo i western e non ne ho mai visti molti in vita mia, quindi sarà per questo che non sono riuscito ad apprezzare pienamente quest'opera di Mel Brooks. Un film meno demenziale rispetto ad altri lavori del regista e molto più critico. Pazza la sequenza finale che distrugge totalmente quelli che sono gli schemi della narrazione cinematografica.
"ma te sei impazzito? Ma non ti sei accorto che quell'uomo è ne...ahahah sbaglio di persona, perdonami, senz'offesa!" "ma te sei impazzito? Ma non ti sei accorto che quell'uomo è negro?..ho seguito sempre i tuoi consigli fino ad'ora ma adesso ho come l'impressione che tu ti sia del tutto rimminchionito!"
Uno dei titoli piu'riusciti nati dalla vena parodistica di Mel Brooks è il western e i suoi miti buttati sul ridere:Cleavon Little,sceriffo dalla pelle nera,è affiancato dal pistolero all'alcool Gene Wilder contro pistoleri cattivi e prezzolati,a difendere un paesino di vigliacconi alla "Mezzogiorno di fuoco".Ma non è solo il classico di Zinnemann ad essere preso di mira,si puo'citare anche "Un dollaro d'onore","Il cavallo d'acciaio",e chi piu'ne ha piu'ne metta.Finale metacinematografico con una s*****ttata dalle proporzioni colossali che "sfonda" i set e accorpa anche un'orda di ballerini di tip tap gay,e vittoria dei buoni.Il film spesso colpisce l'obiettivo sorriso,a volte strappa risate convinte,anche se verso tre quarti di proiezione tradisce una leggera macchinosita'.Brooks gioca col West e col cinema,come faceva quando aeva idee piu'efficaci che negli ultimi suoi lavori.E Wilder è un valore aggiunto in termini di simpatia e ilarita'.
Forse la migliore parodia di Brooks, che questa volta ha la possibilità di scatenarsi in una feroce quanto sottile critica della società americana e delle sue presunte origini "villane" (v. spoiler (1)). Non tutto fa ridere, ma alcune trovate sono da antologia. Eccellente il doppiaggio con i dialetti italiani.
(1) I cowboy che si nutrono di fagioli, il governatore corrotto, l'incessante razzismo, i paesini sperduti nei quali tutti hanno lo stesso cognome, il Ku Klux Klan sono solo alcuni esempi...
e poi... "Minchia, ma questi più neri di noi sono!!!!"
e ancora, la vecchietta... "Avevate mai visto tanta violenza?"
Visto l'entusiasmo di alcuni commenti e l'epoca in cui il film è uscito, credevo sarebbe stato bello almeno quasi quanto Frankenstein Junior, invece...deludente.
Mel Brooks delude poche volte e Mezzogiorno e mezzo di fuoco è una delle pellicole in cui si diverte e ci diverte. Ha fatto anche di meglio,per carità,ma adoro il suo stile demenziale e che non si prende mai sul serio pur trattando tra le righe temi importanti (il razzismo in questo caso). Gene Wilder magnifico,avrei voluto vederlo di più sullo schermo per quanto ogni sua scena in questo film è da ricordare. Finale in puro stile Brooks e,in effetti,la parte forse migliore e geniale del film.
Prodotto demenziale ma estremamente divertente. Grasse risate e brio a non finire. Quella di Brooks è una comicità che spiazza per la sua freschezza anche se non a tutti piace. Uno dei suoi film più riusciti.
Una simpatica parodia ben fatta, ma c'è poco del demenziale alla Mel Brooks. Solo alla fine il regista si scatena in salti spazio-temporali e autocitazioni metacinematografiche assurde, di quelle che abbondano in Balle spaziali. Cmq un grande baraccone che si prende gioco del razzismo, a tratti simpaticissimo nell'illustrare lo stereotipo del "negro" (tipo quando Bart esclama davanti alla folla: "cominciamo col tirar fuori questo" e mette le mani nei pantaloni per prendere il foglio del discorso, mentre la folla urla terrorizzata) e vivificato dalla straripante abilità comica di Gene Wilder. E' da considerarsi, come Frankenstein Junior, una commedia a tutti gli effetti e non un film comico demenziale come gli altri che Mel ha fatto dopo.
discreto film di Mel Brooks, anche se non è uno dei migliori che il regista-attore ha fatto nella sua carriera... divertente comunque per tutta la sua durata senza cadere nel patetico, cosa che si rischia sempre facendo film di questo genere.... nel complesso piu che sufficiente!
Sicuramente è uno dei precursori dei film comici e demenziali del giorno d'oggi, e qui bisogna solo inchinarsi...Però vederlo ai giorni nostri non rende così tanto...Si vede che è un pò vecchiotto! ^^
A quanto pare la parodia nonchè il film migliore di Brooks è "Frankenstein Jr.", questo sì ci regala qualche risata grassa ma è deboluccia tutta la prima parte, il regista nelle vesti di attore proprio sarebbe meglio lasciasse perdere. Migliore del cast è Gene Wilder, spassoso doppiato in milanese.
Ancora una buona parodia del sempre brillante Mel Brooks. Come in ognuno dei suoi migliori film poche sono le cose che hanno senso ed è proprio grazie a questo che il film risulta estremamente divertente. Molto bravi i protagonisti, anche se avrei preferito che Gene Wilder avesse un ruolo più importante. Esilerante la scena finale del film!
Divertente parodia del classico film di Zinnemann con un Wilder in forma smagliante. Satira pungente sul razzismo e tutti i luoghi comuni del filone western. Consigliato per una serata tra amici
Comicità semidemenziale, ben diretta e con gli attori giusti.
Brooks è un americano tipico, di giovane razza statunitense. Grandezza, etcità grossolana, sensi di colpa che si annidano nella ricchezza danno ai suoi film il sapore dell'americanismo tronfio.
Regista e autore geniale, inventore di codici di comicità di ottima originalità, degno interprete della complessità emotiva degli americani.
Eccellente parodia del genere western di Brooks il quale, complice un cast indovinato, confeziona un film divertentissimo. Molto curioso vedere uno specialista di pellicole western come Slim Pickens giocare a far la parodia di se stesso. Molto bravo anche Harvey Korman, sempre al meglio nelle pellicole di Brooks.
"fermi o faccio fuori il negro" Bellissima parodia del western, Mel Brooks nei film demenziali successivi si è sicuramente perfezionato, comunque questo film ha sicuramente dato un punto di riferimento a chiunque volesse fare un film demenziale.
Spettacolare parodia del cinema western, con una superba interpretazione di Gene Wilder. Certe battute sono un po' troppo scontate, ma comunque rimane un gioiellino.
Ne preferisco altri di questo geniale regista, qui le volte in cui rido davvero sono poche e il più delle volte sorrido, rimane la sua inesauribile vena comica e demenziale qui forse intrappolata un pò dal difficile campo Western. Un 6.5 per me, ma sicuramente una questione di gusti.
Fa troppo ridere questo film. Mel Brooks Gene Wilder grande ditta. Ci sono scense spassose come l'arrivo nella città piu razzista del mondo dello sceriffo di colore o quando Gene Wilder afferra un pezzo degli scacchi da 2 metri di distanza. Una volta che una commedia riesce a esser divertente rimane poco da aggiungere. Un film riuscito