quel maledetto ponte sull'elba (1969)

Siamo agli sgoccioli della Seconda Guerra Mondiale ma sta già cominciando la Guerra Fredda ! Così , un piccolo commando di paracadutisti americani , per evitare che i Russi avanzino troppo in Germania , deve far saltare un ponte sull' Elba , presidiato da un fanatico ufficiale nazista . Nella lunga serie cinematografica di battaglie per la conquista di ponti strategici , non poteva mancare il contributo del cinema italiano , qui con la classica co-produzione iberica , tipica di quegli anni . Gli americani li chiamavano dispregiativamente " macaroni combat movie " , ma spesso avevano una loro dignità . Il budget è quello che è , e si evince dalla pochezza dei mezzi utilizzati , dal frequente uso di filmati d' epoca e dal fatto che il ponte sul grande fiume Elba è collocato invece su qualche torrentello spagnolo . Pure il cast è ai minimi termini : l' unico nome noto è quello dell' ex divetto Tab Hunter , rifiutato dallo star system americano per la sua omosessualità e quindi in cerca di riciclo in Europa . La regia , di puro mestiere , è dell' argentino Leon Klimovsky , artigiano che in quel periodo sguazzava tra i generi cinematografici più disparati , purchè di serie B o C . Non male la colonna sonora di Michele Lacerenza , con la tromba , ovviamente , a farla da padrona . Una pellicola dignitosamente mediocre , da 5 - .

Maccheroni Combat non così pedestre come potrebbe sembrare, se poi si trova una copia decente è anche meglio. Tra una sequenza di repertorio e l'altra c'è una regia buona e una recitazione accettabile, a parte il generale tedesco a guardia del ponte, sopra le righe e vistosamente interpretato da un' attore spagnolo. Rimanendo nel campo della non coerenza, nella soundtrack ogni tanto fanno capolino musiche da spaghetti western, ma d'altronde era l'altro genere che andava tanto negli anni 60 e lo stesso regista ne ha fatto qualcuno. L'incoerenza continua poi, con il soldato che si paracaduta con un pollo sotto la giacca e se lo porta appresso nella spedizione eroica, idea di sceneggiatura, quella del pollo come compagno di avventura, che mi ha ricordato 20.000 LEGHE SOTTO LA TERRA, soltanto che nel film di Klimovsky il soldato ha l'accortezza di lasciarlo a metà percorso. Lasciando da parte certo delirio, il film usa le scene di azione con parsimonia, ma quando ci sono, sono fatte bene ed hanno una certa drammaticità, come la scena del soldato che ha un attacco epilettico durante un rallestramento crucco. La battaglia finale me la sarei aspettata più lunga e spettacolare, ma va bene così, bisogna capire che siamo in piena serie B, vicino alla C e la svolta pessimistica nel sottofinale riscatta in parte la mancanza di mezzi, una svolta "fine" per una produzione del genere.