ratataplan regia di Maurizio Nichetti Italia 1979
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ratataplan (1979)

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locandina del film RATATAPLAN

Titolo Originale: RATATAPLAN

RegiaMaurizio Nichetti

InterpretiMaurizio Nichetti, Angela Finocchiaro, Edy Angelillo, Lidia Biondi, Roland Topor

Durata: h 1.35
NazionalitàItalia 1979
Generecommedia
Al cinema nel Febbraio 1979

•  Altri film di Maurizio Nichetti

Trama del film Ratataplan

Neolaureato in ingegneria, durante un concorso redige l'unico test valido e perciò non viene assunto. Altre surrealistiche e poetiche avventure coinvolgono il giovane quando si dà da fare come barista. Poi fa fiasco nello spettacolo e corteggia maldestramente un paio di signorine...

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Voto Visitatori:   7,03 / 10 (16 voti)7,03Grafico
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Voti e commenti su Ratataplan, 16 opinioni inserite

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  Pagina di 1  

antoeboli  @  25/04/2023 14:42:07
   7 / 10
Esordio alla regia per Maurizio Nichetti, prima sceneggiatore di Bruno Bozzetto e il suo team, e successivamente datosi al teatro dei mimi.
In questa sua prima opera, sfrutta proprio ciò che ha imparato dal teatro e dall'arte mimica, per tirar fuori un film fatto solo di rumori e musica.
Un film che nonostante non abbia dialoghi, vuole in qualche modo parlare della società italiana di quel periodo, che sembra tanto contemporanea ancora oggi(basti pensare allo sketch iniziale).
Sono tutti un insieme di gag, in cui il nostro Nichetti si cimenta, alcune molto riuscite altre personalmente le ho detestate, una su tutti, divenuta cult è quella del bicchiere d'acqua.

Per l'epoca cinema particolare, oggi film così in italia ce li sogniamo, e Nichetti è stato mandato nel dimenticatoio.
Va da segnalare la presenza di una giovane Angela Finocchiaro che fa un cameo, e nel cast è presente anche il disegnatore francese Topor, che lo stesso Nichetti scritturò a costo zero tramite amicizie con terzi.

Oskarsson88  @  18/05/2020 00:29:56
   5 / 10
Volere volare mi era piaciuto, questo esordio invece con Ratataplan invece mi ha annoiato immensamente, a parte un paio di trovate simpatiche, ho faticato davvero ad andare avanti nonostante la durata pure breve. Che dire, questo tipo di comicità non è per tutti, e sicuramente non è per me. Carina la scena dell'automa e quella del bicchiere, bocciatissima tutta la scampagnata e le bande sonore che strimpellano le nostre palle.

Gruppo COLLABORATORI SENIOR Invia una mail all'autore del commento kowalsky  @  18/09/2016 01:35:50
   8 / 10
Assolutamente geniale, surreale, fuori dal comune...un vero Cultura della comicita' con un tocco esageratamente francese (Tati)...si ride tantissimo e l'odissea del bicchiere e' uno dei piu' alti esempi di comicita' italiana di sempre

DarkRareMirko  @  18/03/2014 01:56:47
   7½ / 10
Buon esordio per Nichetti con un film pieno di idee (inzialmente ne fu girata solo al parte centrale, chiamata Magic show, poi rigirata anch'essa assieme all'inizio e alla fine), a basso costo e davvero ben fatto.

Si cercano di imitare i grandi del passato e c'è da dire che certe parti son esilaranti e da lasciare basiti riguardo a trovate (tipo il bicchiere d'acqua che ne passa di ogni, o il finale col robot, e del resto Nichetti è mimo); da qui in poi Nichetti avrà successo e ne sono davvero contento, visto che mi piace molto anche riguardo a discorsi e mentalità, oltre che relativamente al profilo prettamente artistico.

Quando lo stile e la bravura superano ogni difficoltà; weird, talento, grandi capacità, tutto derivato dal teatro.

Gualty  @  15/01/2014 14:43:51
   8 / 10
Un po' Chaplin, Un po' Monsieaur Hulot, Un po' Fellini, molto Nichetti.
Un film quasi muto, protagoniste le immagini, i suoni, i movimenti, gli intenti, i tentativi, i fallimenti.
Un film quasi marmoreo nonostante sia un collage di diversi capitoli, tanto è possente la struttura che lo regge: la poesia di un mimo ma non solo, di un sognatore ma non solo, di un fallito ma non solo.
Dolcissimo incipit di una brillante carriera.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR oh dae-soo  @  03/06/2013 13:37:45
   8 / 10
Sarà sto periodo (che poi periodo na sega, è una vita intera) ma mi sono ritrovato un'altra volta con gli occhi
lucidi senza motivo vedendo un film che, in teoria, dovrebbe solo far ridere. Che poi un motivo c'è. Quando dopo 5 minuti è apparso quell'omino buffo che si chiama Maurizio Nichetti a me ha fatto da madeleine e mi ha scaraventato a tanti anni fa quando tremante dal desiderio aspettavo la mia puntata notturna di Fantasy Party. Quel volto non lo rivedevo da 15 anni e mi sono accorto di una cosa, che mi mancava, mi mancava tanto.
Ratataplan è l'opera prima di Nichetti e, per quanto mi riguarda, potrebbe essere anche l'ultima perchè qua dentro c'è tutto di lui. Questo film non è un film, questo film è Nichetti.
Un autore geniale, dolce, poetico, talentuoso, umile, fantasioso, buono, assurdo.
Un autore che ha sempre lavorato di passione, talento e mestiere, non si è mai prostituito e forse si è fregato per voler restare sempre sè stesso.
In Ratataplan c'è il genio di Nichetti, in quell'invenzione che la mattina gli prepara la colazione.
In Ratataplan c'è la dolcezza di Nichetti, in quei due pazzi outsider che alla fine scoprono (forse) l'amore saltando e rotolandosi in un magazzino pieno di vestiti.
In Ratataplan c'è la fantasia di Nichetti, in quell'albero pieno di colori che contrasta con il metodo e la banalità degli altri alberi neri e schematici. C'è la fantasia e il colore del mondo ma lo stesso mondo, alla fine, non lo vuole. In quei primi 5 minuti del film, praticamente alla sua prima scena della carriera, Nichetti sapeva già tutto. Il suo mondo a cartone animato, la sua fantasia, la sua pazzia, la sua genialità rischiava di essere messa alla porta e osteggiata da un mondo che preferisce il risultato, il metodo, la sicurezza della routine e del lavoro."Non abbiamo bisogno di lei" gli dicono, in qualche modo sarà così parte della sua carriera.
In Ratataplan c'è tutta l'umiltà di Nichetti, in quel bicchiere d'acqua portato attraverso tutta Milano, un piccolo bicchier d'acqua che deve salvare la vita di un magnate. Nichetti, come nella vita. fa un grande sforzo anche per un piccolo risultato. E poi il successo magari lo prendono altri, l'acqua è miracolosa ma lui perde il lavoro.
In Ratataplan c'è tutto il talento di Nichetti, in quella scena del clone di sè, sequenza che farebbe impallidire qualche blockbuster americano per riuscita e originalità. E anche qua un'altra metafora, il Nichetti pazzo e squinternato non piace, quello in completo gessato va alla grande.
In Ratataplan c'è tutta l'assurdità di Nichetti, in quei personaggi così insensati, in quelle azioni così ridicole. Pochi hanno saputo trattare il non-sense come lui. Tutto è stralunato, senza regole, senza leggi fisiche e umane, tutto può accadere. e in un'opera prima un film tanto slegato, praticamente senza sceneggiatura e con scene che si reggono in piedi su trovate singole che esplodono ogni 3 secondi, un esordio così dimostra coraggio e, soprattutto, un rispetto di sè stessi e di quello che si è.
E il successo arrivò, fragoroso, in tutto il mondo.
Perchè all'inizio tutti restano affascinati dal genio, dalla dolcezza e dalla poesia. Poi piano piano, più si va avanti più il genio appare mestiere, la poesia retorica, la dolcezza fa compassione. La gente smette di stupirsi, sempre. E un comico ha sempre le ore segnate, sempre, non è mica un impiegato delle poste.
Il film è tutt'altro che perfetto, in alcune parti annoia persino forse ma raramente si può vedere un film che rispecchi di più il suo autore.
Ed è sorprendente e allo stesso tempo tanto malinconico vedere come moltissime sequenze non solo raccontino così perfettamente Nichetti ma anche tutta la sua carriera, fatta sì di tanti successi ma anche, come il suo grande amico Bozzetto, di tante porte chiuse in faccia e la forte sensazione di essere stati dimenticati.
Nichetti non è un uomo che si è fatto cartone animato.
Nichetti è un cartone animato che si è fatto uomo.

Invia una mail all'autore del commento luca986  @  14/03/2013 09:57:57
   5½ / 10
L'ho trovato noioso e di scarso interesse. Non lo rivedrei.

ferzbox  @  16/01/2013 17:49:13
   7 / 10
Bisogna fare una premessa:deve piacere la comicità e lo stile di Maurizio Nichetti.
Detto questo...."Ratataplan" è una serie continua di gag divertenti incentrate sulle peculiarità dell'attore....
Molto simpatico...Nichetti ricorda un pochino la comicità delle vecchie guardie come "Charlie Chaplin"....non che lo voglio paragonare ..ci mancherebbe ...ma un pochino me lo ricorda...

Jumpy  @  17/08/2011 22:56:30
   7½ / 10
Una commedia ormai d'altri tempi, originale, surreale, grottesca, atipica, audace per la quasi totale assenza di dialogo, divertentissima.
Per i toni teneri e poetici sembra di vedere un film di Gondry (che lo avesse visto prima di girare "L'arte del sogno"?! ;) ), Nichetti regge egregiamente la scena con una mimica magistrale, e si evidenzia, sopratutto nell'ultima parte, la particolare sintonia con la spumeggiante di Angela Finocchiaro che porterà poi a quel gioiellino che è "Volere Volare".
Per gli appassionati del buon, vecchio, cinema italiano, è imperdibile, gli altri lo troveranno forse un po' datato.

baskettaro00  @  03/02/2011 21:09:16
   7 / 10
Geniale pellicola surreale e caratterizzata dalla quasi assente presenza di dialoghi, con molte gags abbastanza riuscite e mai monotone, tra le quali spicca quella dell'acqua, davvero esilarante, al contrario quella del"magic show"è leggermente inferiore rispetto al livello del film, che comunque strappa un'abbondante sufficienza.

phemt  @  19/01/2011 10:45:02
   7½ / 10
Esordio registico di Maurizio Nichetti, dopo quasi un decennio da sceneggiatore di Bozzetto, con questo film surreale e sognante…
Nichetti (che proveniva dalla cooperativa teatrale Quelli del Grock) mischia neorealismo di stampo italiano con la comicità amara alla Chaplin (ma non mancano richiami a Keaton e Groucho Marx) e lo stile di Tati e ci porta insieme a lui in un viaggio assurdo tragi-comico o comico-tragico e coraggioso… Nichetti opta per un'impostazione da film muto basandosi esclusivamente su gag visive malgrado non manchi una discreta critica sociale!

Il problema è che Ratataplan alterna momenti esaltanti e divertenti a sequenze un po' spente e il ritmo non sempre costante e la mancanza di un plot di fondo (di fatto le sequenze sono slegate tra loro) non aiuta in questo senso…
Ma già solo l'atmosfera sognante e naif bastano e avanzano per promuovere il film! Film che ora come ora sarebbe anche solo impossibile pensare di vedere in un cinema… Purtroppo!

Nel cast si possono notare una giovane Angela Finocchiaro che qui esordì e Roland Topor fumettista e scrittore che lavorò anche con Fellini e Polanski… In Quelli del Grock c'è anche Gero Caldarelli che in pochi conoscono ma è comunque l'inventore del Gabibbo (se poi questo sia un pregio o un difetto è un'altra storia)…

Girato a bassissimo budget si rivelò un successo oltre ogni logica aspettativa e venne esportato anche all'estero con grande soddisfazione… Nichetti con gli anni perfezionerà il suo stile ma Ratataplan è imperdibile per chiunque abbia voglia di vedere qualcosa di diverso dal solito!

Paradossale che nella prima gag forse senza volerlo (o forse essendone ben conscio) Nichetti mette on screen una metafora di quella che sarà la sua carriera cinematografica…

2 risposte al commento
Ultima risposta 16/09/2011 10.10.12
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Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Invia una mail all'autore del commento emans  @  02/10/2010 12:36:20
   6½ / 10
Debutto di uno degli autori piu' originali e grotteschi del nostro paese...Maurizio Nichetti!
Un attore che ha cominciato la sua carriera facendo il mimo,e in effetti si vede la sua abilita' nell'impersonare un personaggio completamente muto!
La locandina si riferisce alla sequenza piu' riuscita del film,quella del bicchiere d'acqua!
Per il resto il film è una lunga sequenza di gag grottesche senza nessun nesso logico...fara' di meglio nell'immediato futuro riuscendo a mettere anche una "spina dorsale" ai suoi film!

Gruppo COLLABORATORI SENIOR elio91  @  08/08/2010 00:03:00
   7½ / 10
Gran successo di pubblico per Nichetti grazie al suo stile leggero,tenero e sognante. Probabilmente il pubblico cominciava a stufarsi già allora delle volgarità che aleggiavano in ogni commedia e lo stile mai volgare e sempre molto bambinesco di Nichetti è perfetto per descrivere qualcosa come la vita e le sue difficoltà,tra incomprensioni e illusioni.
Ottimo l'impianto da film muto,vero e proprio omaggio al cinema di Keaton e di Chaplin,a tutto quel cinema muto in cui i perdenti erano rappresentati così bene. E come molti pioneri del muto,nonostante il successo nazionale,anche Nichetti è finito nel dimenticatoio,e perfino Ratataplan.
Il difetto sta forse nella troppa (voluta) inegnuità,nel racconto a volte prevedibile e poco interessante. Ma alcune sequenze sono geniali e dimostrano la fantasia dell'autore: il bicchiere d'acque per Milano e i miracolati sulla sedia a rotelle sono fantastici.

Gruppo COLLABORATORI SENIOR The Gaunt  @  07/09/2008 17:06:57
   8 / 10
Ratataplan è un film caduto un po' nel dimenticatoio come del resto, almeno parzialmente il suo autore, ma fu al tempo una ventata di aria fresca per una comicità diversa nel panorama italiano invaso dal trash. Un ritorno all'antico con la lezione del cinema muto, Tati e Chaplin per delle gag che "parlano" per immagini. Memorabile la sequenza del bicchiere d'acqua che attraversa una Milano divisa tra ricchezza e squarci da neorealismo italiano.

Il Messere  @  04/06/2007 23:18:16
   4½ / 10
Velleitario surrealismo, tedio in agguato. Pellicola invecchiata male, come il suo autore.

1 risposta al commento
Ultima risposta 15/09/2011 19.56.49
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Gruppo COLLABORATORI Invia una mail all'autore del commento paul  @  02/03/2005 12:24:19
   8 / 10
Quando la poesia va veramente al potere. Secondo la tradizione di "Quelli di Grock" il grande mimo Nichetti ci insegna che si può amare la vita anche nella sana disperazione, e rende omaggio a tutti i perdenti del cinema, da Tati a Charlot. Grande successo di pubblico, ma è un film troppo presto finito nel dimenticatoio.
Alcune scene sono da incorniciare: l'esame del test per i neolaureati in ingegneria; la consegna del bicchier d'acqua (geniale); la scena del teatro in aperta campagna; ed il finale, al quale non è possibile non commuoversi.
I problemi del vivere sono più attuali che mai, ma raccontati con dolcezza e romanticismo. Altro classico esempio che non contano i soldi per realizzare un buon film, ma le idee.

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