sabotaggio regia di Alfred Hitchcock Gran Bretagna 1936
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sabotaggio (1936)

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locandina del film SABOTAGGIO

Titolo Originale: SABOTAGE

RegiaAlfred Hitchcock

InterpretiOscar Homolka, John Loder, Joyce Barbour, Desmond Tester, Sylvia Sidney

Durata: h 1.26
NazionalitàGran Bretagna 1936
Generethriller
Tratto dal libro "L'agente segreto" di Joseph Conrad
Al cinema nell'Agosto 1936

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Trama del film Sabotaggio

Il gestore di un piccolo cinema di Londra è, in realtà, a capo di una banda di terroristi sabotatori stranieri e affida, per compiere un attentato, un pacco con una bomba a orologeria al fratellino della moglie che, nel frattempo, ha fatto amicizia con un fruttivendolo, in realtà un agente di Scotland Yard. Strage e uxoricidio.

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Voti e commenti su Sabotaggio, 22 opinioni inserite

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Gruppo REDAZIONE amterme63  @  23/06/2008 23:13:02
   8½ / 10
Secondo me è un film molto bello e ben riuscito, probabilmente il film migliore del periodo inglese di Hitchcock. Il segreto sta soprattutto nella tecnica, visibilmente migliore rispetto ai film precedenti: La fotografia è più curata e più nitida, le inquadrature danno maggiore risalto ai personaggi e all’aspetto psicologico della vicenda. Il soggetto poi è qualcosa che resterà sempre attuale: il terrorismo. Gli attori recitano benissimo. Il montaggio è da manuale e insieme ad un ritmo più lento del solito danno la giusta suspence, basata sul concetto di cognizione dei fatti da parte dello spettatore.La suspence non è data dalla velocità (inseguimenti, successioni improvvise di avvenimenti sorprendenti) ma dall’attesa spasmodica e dal dubbio sul verificarsi di certi fatti. Infine Hitchcock non rinuncia ai consueti tocchi di british humor (con tante piccole perle) che spezzano spesso il progredire drammatico della storia, facendo apparire il tema del film come uno spettacolo, piuttosto che una cosa da prendere tremendamente sul serio. Il film quindi diverte, avvince e soddisfa l’occhio e il senso estetico dello spettatore.
Si inizia con un blackout che colpisce Londra. Invece di diventare una cosa drammatica e catastrofica (non siamo negli Stati Uniti) si risolve senza tanti patemi con fiammiferi e candele e evacuazioni ordinate della metropolitana. Già qui si vede il risvolto un po’ umoristico che esce fuori spesso ad accompagnare l’evento drammatico. In un cinema, Sylvia, la commessa moglie del proprietario, ha difficoltà a tenere a bada gli spettatori che vorrebbero il biglietto indietro. Interviene l’ortolano a dare man forte con battute e ironiche citazioni avvocatizie. Si descrive così l’ambiente della storia, che è quello della Londra popolare e questo dà un tocco di sano realismo alla storia. Ci si sposta poi in una centrale elettrica, dove si scopre la causa del blackout: un sabotaggio terroristico. Viene inquadrato quindi Verloc, il padrone del cinema, e si fa chiaramente capire che è stato lui l’autore dell’attentato. Da ora in poi nel film si gioca in pratica a carte scoperte. Si comprende che Verloc è costretto per soldi ad ubbidire ad un misterioso gruppo terroristico (nazisti? comunisti?). Evidentemente anche allora il mestiere di gestore di piccolo cinema era un mestiere in rimessa. Verloc è il personaggio meglio riuscito del film. Intanto è interpretato da un attore che sembra il ritratto di Breznev, una faccia dura, chiusa, ombrosa; spesso lo si inquadra dall’alto in primo piano che alza lo sguardo fermo e inquietante, oppure imperioso che tiranneggia la moglie o fa il finto tenero quando gli occorre. La sua psicologia è tratteggiata piuttosto bene e gli vengono date tutto sommato delle doti morali, visto che non vorrebbe uccidere persone. Sappiamo che il denaro gli serve per campare. In questa maniera ci immedesimiamo nelle sue battaglie interiori e nelle sue imprese criminose, addirittura stiamo quasi in ansia quando sembrano intralciate dalla polizia. L’impresa terroristica ha però un esito tragico visto che coinvolge un innocente (il fratellino di Sylvia). La scena dell’attentato è una delle scene maestre del film, visto che sappiamo che avverrà alle 13.45. Il montaggio alterna inquadrature di orologi sempre più vicini all’ora X con le spensierate e umoristiche vicende del ragazzetto. Lo spettatore sa, il ragazzo no. Si crea così grande suspence e partecipazione. Riuscirà il ragazzo a salvarsi?
Molto ben recitato è il personaggio di Sylvia. E’ la classica donna tutta bontà, bellezza e virtù, casa e lavoro. Però Hitchcock aggiunge al personaggio “buono”, lati tutto sommato cattivi. Intanto Sylvia non è insensibile alle avances dell’ortolano, anche se vuole fare tanto la virtuosa. Poi la scoperta della vera natura di suo marito produce in lei uno sconvolgimento tale che le fa dimenticare tutte le sue buone intenzioni. La scena della collutazione è una delle più belle del cinema di Hitchcock: inquadrature in piano americano della moglie seria ma visibilmente sconvolta, primi piani di Verloc che capisce cosa le frulla nel cervello, inquadrature di un lungo coltello da cucina, in montaggio alternato sono qualcosa che spiega e avvince più di mille parole.
Meno riuscito è il personaggio dell’ortolano/agente segreto: un tipo convenzionale e senza grandi attrattive, anche se è pronto pure a derogare al suo dovere professionale pur di salvare la persona che ha deciso di amare. Il punto più debole del film è il finale, il quale riesce a rimettere a posto la storia senza far pagare niente ai protagonisti buoni (se non forse il senso di colpa). Un’esplosione provvidenziale rende più facile la scappatoia. Anche in questa scena drammatica non poteva mancare la battura umoristica. Uno dei due poliziotti deve stare di guardia alla porta rischiando la vita:
“Resto io che sono scapolo. Tu hai moglie e famiglia”
“E tu pensi che questa sia una ragione per tenere più cara la vita?”
Si vede che Hitchcock ha assorbito così bene il suo mestiere che ormai riesce a usarlo con maestria. Con questo film nasce il grande Hitchcock.

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Ultima risposta 24/06/2008 23.27.21
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