scorpio (1973)

Negli anni 70 regnavano i budget contenuti, i set movimentati e anche "caciaroni", i personaggi cazzuti e tutto quello che componeva uno stile che avrebbe poi trovato fortunata successivamente solo nella televisione.
Se però da una parte questo funzionava per i poliziotteschi, perché facevano presa le sparatorie (unite a dei movimenti di macchina che iniziavano ad essere sempre più dinamici) e in generale una versione primordiale dell'action, un po' meno, questo modo di fare film, funzionava per quelli di spionaggio, che erano invece molto più focalizzati sulla tensione, sul noir e sulle mosse degli agenti segreti.
In SCORPIO si agisce poco nell'ombra, gli capi dei servizi parlano come dei detective di caserma, i set in giro per il mondo ci sono ma non sono niente di spettacolare, le spie non hanno mezzi particolari, e via discorrendo. E infatti tutto fa capolino ad una trama piuttosto "buddy movie", nonostante Michael Winner ha pochi problemi a dirigere anche questo tipo di pellicole.

Qualche elemento comune con professione assassino, specialmente nel rapporto tra il personaggio di Delon e Lancaster, oltre ad evidenziare un certo senso dell'onore e dell'amicizia abbastanza inusuale tra agenti di opposti schieramenti. C'è una buona caratterizzazione dei personaggi, ma presenta comunque qualche caduta di ritmo di troppo. Magnifico il finale, ben orchestrato nei suoi colpi di scena e decisamente spiazzante.

Non sarà un must dei film di spionaggio degli anni '70, ma adoro questo film di Winner. Stretto tra qualche luogo comune di troppo, in realtà si fa apprezzare per la labilità delle sfumature dei due protagonisti, vittime sacrificali, pedine impotenti di un gioco più grande di loro. Colpo di scena finale che dimentico ogni volta che riguardo il film, ci sarà un motivo (sceneggiatura un pò forzata?), ma è allo stesso tempo indovinatissima la capacità di tenere sulla corda lo spettatore circa la reale natura di Cross.
Alain (qui in versione amante dei gatti) e Burt Lancaster straordinari come sempre.
La mia sequenza preferita è quella dell'inseguimento fino all'edificio in costruzione. Cult personale.