Un sassofonista, dopo aver ricevuto da uno strano individuo cassette in cui viene ripreso in casa sua durante la sua vita quotidiana, viene accusato dell'omicidio della propria moglie. Ma, una volta in carcere, si trasforma in un'altra persona, che viene scarcerata e inizia una vita in qualche modo parallela a quella precedente...
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È difficile parlare di David Lynch. Specialmente parlare di "Strade perdute". Seguendo la vicenda di Fred,assassino schizofrenico che fa a pezzi la moglie. Siamo letteralmente dentro la sua testa, lo seguiamo quando cerca di evadere,non dalla prigione, ma da se stesso rifugiandosi nel sogno di una vita migliore, dove è più giovane,attraente e non tradito. Ma il senso di colpa per l'omicidio effettivamente compiuto lo raggiunge anche li, e l'uomo misterioso con la telecamera ritorna. È come essere immersi in un incubo dal quale non si puo uscire e che ricomincia quando sembra finito. Un film indimenticabile,un vero e proprio universo lynchiano dove musica,immagini e suoni compongono un mosaico fatto di pezzi di una personalità multipla, di un IO frantumato.