Un sassofonista, dopo aver ricevuto da uno strano individuo cassette in cui viene ripreso in casa sua durante la sua vita quotidiana, viene accusato dell'omicidio della propria moglie. Ma, una volta in carcere, si trasforma in un'altra persona, che viene scarcerata e inizia una vita in qualche modo parallela a quella precedente...
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Ad una prima visione, e a chi non conosce la psiche sicuramente turbata di David Lynch, si potrebbe avere l'impressione di vedere due minifilm di un'oretta con qualche estemporaneo riferimento incrociato. Il genio di quest'uomo invece sta nel confondere il sogno con il reale fino a crearne un unico stato della mente che si pone ad un livello intermedio; la vita reale del protagonista è nella prima parte ma tutto quello che avrebbe voluto essere è nella seconda. Questa distonia non può che portare alla psicosi e ad un finale tragico, che ci viene però mostrato in itinere e quindi ci confonde. Film di grande intensità e magistralmente interpretato dai due protagonisti; secondo me è un gradino sotto mulholland drive che ripropone temi simili ma con una eleganza decisamente unica.