terribly happy (2008)

Mha, senza infamia e senza lode.
Parte bene, l'incipit ha un non so che che mi ha riportato alla mente il gioiellino belga BULLHEAD, ma purtroppo i festeggiamenti finiscono qui : la trama è abbastanza banale e telefonata, non succede quasi niente x 40 minuti buoni e quello che succede non aggiunge nulla a pellicole gia' esistenti dello stesso settore.
Il finale poi mi è parso abbastanza imbarazzante

SPOILER
e il passato di Robert viene solo accennato, avrei gradito un approfondimento maggiore.
SI lascia guardare ma non aspettatevi un film memorabile

Gli scorci di questo paesino danese non sono molto dissimili dai villaggi semifantasma di frontiera americani e questo film strizza molto l'occhio al cinema dei Coen. Infatti nel triangolo fra Robert il nuovo poliziotto locale giunto in paese, Jorgen ed Ingelise si scorge più di un elemento di Blood simple, apertamente citato nel confronto finale fra i due uomini.
Quello che doveva essere un purgatorio momentaneo per Robert trasferito in un posto desolato per rcuperare la tranquillità interiore, diventa gradualmente un inferno esistenziale, intrappolato in quelle paludi che circondano il paese che inghiottiscono tutto.
L'autorità della legge viene scavalcata da regole non scritte detenute dai notabili di paese, giudici silenziosi di un quieto vivere che non deve essere intaccato da nessun elemento esterno del paese. O ci si conforma o si diventa una delle tante leggende del paese finite dentro la palude.
Molto interessante questo film, dall'atmosfera opprimente e da quel senso di disagio che attraversa il protagonista e lo spettatore con lui, a contatto con una comunità chiusa e diffidente. Bravi gli attori ed in particolare va segnalata la presenza di Kim Bodnia, il protagonista del primo Pusher e Bleeder di Refn.