thank you for your service (2017)

Osservando questi veterani che ritornano dalla guerra in Iraq si ha la forte sensazione di vedere degli indivdui spremuti come dei limoni fino all'ultima goccia di succo. E come dei limoni spremuti vengono gettati in pasto ad un quotidiano di fobie, sensi di colpa tipici di chi sopravvive ad uno scenario di guerra e marginalizzazione sociale. Hall evidenzia bene il lato denuncia di questo film, attraverso le gravi carenze di un sistema non in grado di sostenere quelle patologie legate alla sindrome post traumatica cui soffrono numerosi veterani. Nessun sostegno economico e sociale. Se la denuncia di queste storture è ben sottolineata, a livello narrativo il film presenta dei limiti. Se da un lato il quotidiano dei veterani è apparentemente compromesso attraverso un graduale logoramento delle dinamiche familiari e ben reso sullo schermo dalla bravura del cast di attori, meno bene l'inserimento di sottotrame ridondanti come quella del soldato Solo alle prese con il sottobosco criminale. Estremizza l'aspetto della marginalizzazione dell'individuo, ma a conti fatti non aggiunge nulla a quanto il film vuole affermare. Una trama più sobria ci avrebbe guadagnato.

mah
classico film in cui dei reduci dall'ultima guerra del golfo devono reinserirsi nella società civile non senza qualche problema.
il film è ambientato nel 2011. Il genere è stranoto. Ho visto diversi altri film del genere e tutti più convincenti di questo. L'impianto narrativo è collaudato e quindi prevedibile ma qui - a differenza di altri - ci si annoia un po' e l'andamento è molto lento.
Anche questo film è basato su fatti reali e sulla vita reale dei suddetti reduci.