the hollow child (2017)

Un discreto esordio per il canadese Jeremy Lutter,che dirige un teen-horror che grazie ad una sceneggiatura maggiormente curata rispetto agli standard e ad un aspetto tecnico più che buono riesce a farsi apprezzare anche da un pubblico più adulto.
Ben sfruttate le location e il cast che regala una prestazione più che soddisfacente,come accade spesso nei film degli ultimi anni ciò che lascia un pò con l'amaro in bocca è il finale.....
Niente di imprescindibile,non particolarmente inquietante ma diretto bene e con un taglio più maturo rispetto a quello che è il target di riferimento.

La giovane Olivia scompare all'interno di un tetro bosco, riappare dopo alcuni giorni ma sembra cambiata. La sorellastra Samantha comprende da subito qualche anomalia nel comportamento della ragazzina ma nessuno pare voglia ascoltare le parole di un' adolescente problematica.
Azzeccato dal punto di vista della scenografia boschiva "The hollow child", in sospeso tra fiaba dark e horror, si rifà a certa mitologia rurale per raccontare una storia fatta di tanti, troppi, stereotipi. La poca personalità in sede di scrittura inficia in parte la pellicola, intrigante nell' antefatto ma poi indirizzata sui binari del già visto e con un epilogo piuttosto piatto.
Jeremy Luttier non infastidisce ma è ben lontano dall' esaltare con la sua prevedibile accozzaglia di bambini spariti, genitori scettici/ottusi, ragazze dal passato difficile e una minaccia materializzata attraverso un folklore maligno debolissimo nel momento in cui viene mostrato.
I molti difetti sono parzialmente celati dal regista stesso, abile a rendere più saporita la portata mediante un approccio misurato, ambientazioni naturali da urlo e la ricerca non banale di orrori generati in primis da ipocrisia e non accettazione all' interno dell' ambito famigliare.

Non inquieta tanto ma la storia è raccontata bene, intriga e non presenta grandi fesserie evidenti. In più, le locations sono funzionali a quello che vogliono trasmettere, il cast se la cava bene e la regia appare fluida e senza sbavature.
Unici nei, se proprio vogliamo trovare il pelo nell'uovo, sono alcuni stereotipi tipici del genere e il finale piuttosto prevedibile, ma sono cose che non compromettono una visione, comunque, coinvolgente e fluida.
Non un capolavoro ma, a mio avviso, meritevole di un voto positivo.