the village regia di M. Night Shyamalan USA 2004
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the village (2004)

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locandina del film THE VILLAGE

Titolo Originale: THE VILLAGE

RegiaM. Night Shyamalan

Interpreti Joaquin Phoenix, Bryce Dallas Howard, William Hurt, Sigourney Weaver, Adrien Brody, Judy Greer, Michael Pitt, Cherry Jones, Jayne Atkinson, Celia Weston, Brendan Gleeson

Durata: h 1.48
NazionalitàUSA 2004
Generethriller
Al cinema nell'Ottobre 2004

•  Altri film di M. Night Shyamalan

•  Link al sito di THE VILLAGE

Trama del film The village

Covington Pennsylvania è una tranquilla cittadina circondata da una bellissima foresta dove vivono strane creature mai viste. I cittadini di Covington sanno della loro esistenza ma vivono secondo il motto "Voi non venite nel nostro villaggio, e noi non verremo nella vostra foresta". Ma un giorno la cittadina viene attaccata...

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Voto Visitatori:   6,11 / 10 (484 voti)6,11Grafico
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Voti e commenti su The village, 484 opinioni inserite

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Gruppo COLLABORATORI gerardo  @  02/11/2004 17:32:31
   7 / 10
The (Dog)village.
E' curioso come negli ultimi anni gli autori non americani stiano guardando l'America attraverso l'ottica del villaggio di provincia, luogo "primitivo" e fondante della civiltà americana. Dopo le incursioni di Lars Von Trier, questo The village è una curiosa metafora dell'America odierna, da un regista, M. Night Shyamalan, indiano di origine. Curiosa perché Night Shyamalan è operativo a Hollywood ormai da tempo.
Von Trier, si sa, ha un punto di vista ideologico molto forte e ben preciso: i suoi film sono degli atti d'accusa senza appello nei confronti della società americana. Ora, da un regista hollywoodiano non ci si può aspettare la stessa acredine di un europeo ribelle e anticonformista come LVT. Ma The village non è meno crudo, feroce, drammatico e pessimista dei film del regista danese. In effetti, The village è un film politico in senso totale.
The village è la moderna società americana "oscurata", terrorizzata e controllata dal potere, appunto, attraverso il terrore. Ci sono i nemici, creati ad arte e resi mostruosi per tenere sotto controllo con la paura, i movimenti e gli istinti libertari della popolazione del villaggio. Chi prova a sfuggire a tali regole muore, come il bambino di 7 anni, di cui vediamo il funerale all'inizio e che un indizio nel finale ci svela perché è morto. E questo regime di protezione è attuato ai fini della realizzazione di un arditissimo progetto di conservazione dell'innocenza americana. Un progetto ambizioso, filosofico, un concetto che è alla base della cultura stessa americana. E' il mondo nuovo, l'America, la terra promessa che Dio ha riservato ai primi coloni inglesi, protestanti, in fuga dall'Europa corrotta. E' il mondo nuovo da riedificare attraverso le piccole comunità religiose e il lavoro della terra; e poi con la conquista di sempre nuovi spazi, nuove frontiere ad ovest. Ma sarà proprio la conquista di nuovi territori, a discapito delle civiltà autoctone, e la violenza scaturita dalla nascita della nazione americana, prima, e la violenza dell'arroganza statunitense, poi, nel corso dell'ultimo secolo, a cancellare per sempre quel concetto basilare dell'innocenza americana che portavano con sé i primi coloni e i padri fondatori della grande nazione. L'esperimento condotto da Edward Walker, ex docente universitario (W. Hurt), e dal consiglio degli anziani, cerca utopisticamente, attraverso la creazione di una società e un mondo artificiale, non lontano dal modello televisivo del Grande Fratello (magari nella variante "La fattoria"...), di preservare quell'innocenza originaria dei primi americani, spostando indietro di un secolo la vita di un intero villaggio. Ma il prezzo da pagare può essere molto caro: chi ne esce fuori muore, perché non può rivelare la verità. L'unica "innocente" del villaggio autorizzata a "evadere", seppur provvisoriamente, è Ivy, una donna cieca, perché non può vedere il mondo oltre la foresta; oltre allo scemo del villaggio, che mai sarà creduto se dovesse parlare. E d'altronde egli finisce per essere, paradossalmente, la vittima del "sistema" (di controllo e di conservazione dell'innocenza), essendo egli l'unico vero innocente (le sue azioni non sono imputabili a sanità mentale). Noah, lo scemo, diventa la vittima sacrificale perché ha innescato il pericoloso meccanismo di perdita dell'innocenza, attraverso l'atto di violenza commesso ai danni di Lucius, il giovane amante della protagonista cieca Ivy Walker. Pagherà per questo, perché la società resti falsamente pura.
Che il male sia identificato col colore rosso sembra quasi il completamento naturale e ovvio dell'opera di salvaguardia dell'innocenza del popolo americano. Anche se qua stiamo su una simbologia pressoché stereotipata (ma pur sempre valida all'occorrenza), lo spauracchio del comunismo è sempre un argomento calzante da quelle parti: dopotutto l'esperimento inizia in piena guerra fredda...
Ciò che resta meno convincente del film è proprio la sua confezione thriller/horror, il voler puntare troppo sulle possibilità commerciali di tale genere. E' lì che il meccanismo non funziona e il film si spegne anche nei suoi intenti migliori, e cioè politici. Certo, l'idea di mostrare una società controllata con il terrore attraverso l'uso dei meccanismi estetici e narrativi dell'horror/thriller poteva essere davvero vincente, ma qualcosa sembra non essere pienamente riuscita.
La ragazza cieca, Ivy Walker (Bryce Dallas Howard ), che si avventura sola e vulnerabile nel bosco, è anche l'ennesima riproposizione di un elemento favolistico classico, da Biancaneve a Cappuccetto Rosso, ad Alice... Resta un fatto molto curioso che la stessa Bryce Dallas Howard sia una delle attrici di Dogville, di Lars Von Trier...

35 risposte al commento
Ultima risposta 08/11/2004 14.32.02
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