the woman in the fifth (2011)

Come sarebbe un soggetto di Polanski diretto da Kieslowski? Forse verrebbe fuori un po' come questo film di un altro regista di origini polacche.

Non nego che questo film presentato al festival di Roma 2011 mi ha affascinato per la sua ricercatezza formale.
E non mi ha per nulla deluso nel suo restare criptico e misterioso.

Vedi recensione.

The woman in the fifth è un film che vive più di suggestioni che di intrecci narrativi perchè quest'ultimo aspetto viene messo in secondo piano per definire meglio i caratteri del personaggio di Tom completamente alla deriva di sè stesso. In un paese straniero, senza soldi e respinto dalla moglie che gli impedisce di vedere sua figlia. Il suo lato oscuro o la morte stessa sono rappresentati da questa dark lady misteriosa, tappa ultima di vuoto esistenziale che non conosce rinascita. Secondo me è un film fin troppo ambizioso che ha il difetto maggiore nel sottrarre troppo alla narrazione, ridotta a meno dell'essenzialità, coinvolgendo poco e annoiando tanto, almeno a titolo personale.

Pellicola presuntuosa costruita da un mix fra onirico e reale assolutamente irritante. Il classico prodotto da festival buttato lì per qualche finto intelletualoide della domenica. Spazzatura.
Messa da parte la logica, si punta tutto sull'atmosfera, ma i tasselli della storia non tornano, le linee narrative si sovrappongono lasciando aperte voragini enormi nella sceneggiatura, e la noia regna incontrastata, schiacciando anche l'ottima performance di Ethan Hawke - convincente, almeno all'inizio, nel dare corpo al dolore e al senso di vuoto di un uomo che ha perso tutto -
Lecito, a fine proiezione, sentirsi presi per il culò.

Mi aspettavo di più da questo thriller; tutta la sala Santa Cecilia si aspettava di più. Prima del film un potente applauso agli attori,ma alla fine della proiezione l'applauso ha stentato a decollare. Film con troppi punti oscuri che non trovano necessariamente una conclusione nel finale del film, fortemente simbolico e un po' algido. Il protagonista, un bravissimo Ethan Hawke, vive una fase depressa della sua vita trovandosi senza soldi,senza lavoro e senza sua figlia. Ma ha perso molto di più, ha perso la sua identità e il viaggio che dovrà affrontare sarà molto arduo. Nella prima parte le proiezioni esteriori della psicologia del protagonista danno un forte spessore al film, ma con il procedere dei minuti ci si stanca facilmente . Molto bravi comunque i protagonisti, e splendida la colonna sonora.