three times (2005)

Three Times colpisce innanzitutto per la franchezza con cui viene descritta l'interazione sentimentale in cent'anni di storia taiwanese. Il regista Hou Hsiao-hsien intraprende ancora una volta l'espediente della narrazione non lineare, qui divisa in tre episodi di differente setting temporale che condividono la stessa coppia protagonista, ed esposta tramite sommesse suggestioni emotive che parlano molto più dei dialoghi. I due protagonisti ricorrenti, Shu Qi e Chang Chen, vengono plasmati dal regista a immagine e somiglianza della sua stessa sensibilità, plasmando personaggi e interrogativi ci permettono di scrutare le affinità tra coppie e segmenti.
L'episodio d'apertura (A Time for Love) è ambientato nel 1966 e tiene traccia del timido emergere delle passioni tra giovani, segnato da scambi epistolari e dalle sempreverdi musiche dei Beatles. La sezione centrale (A Time for Freedom) offre uno splendido ritratto di una Taiwan d'inizio Novecento dominata dai giapponesi, in cui le tensioni politiche del tempo e la prigionia di attese e doveri che comportava il concubinato prendono vita con le caratteristiche del cinema muto. Il segmento in chiusura (A Time for Youth) è quasi una costola LGBT di Millennium Mambo, e riflette ad alta voce l'amore ai tempi della liberazione omosessuale, dello smog e delle nuove tecnologie.
Qualcuno può lamentare un montaggio frammentato o la discontinuità qualitativa tra gli episodi (cosa che vale per ogni antologia filmica, anche se qui si può rintracciare perfettamente un unico pensiero registico), e c'è da dire che delle tre collaborazioni Hou-Shu Qi sia forse quella meno potente; tuttavia la freschezza d'idee e lo sguardo dolente con cui si usa le sfaccettature dell'amore per parlare di Storia taiwanese (e viceversa) bastano a fare di Three Times un'esperienza filmica che scarta dalla norma ed emana grande bellezza.

Il lento ma inesorabile sgretolamento inguinale che colpisce il malcapitato spettatore è qualcosa di inenarrabile. Specialmente nel secondo episodio si toccano livelli di noia assurdi che fanno perdere completamente l'interesse verso qualunque cosa il regista intendeva raccontare.
Se ne IL TEMPO DELL'AMORE, il primo dei tre episodi di questo film, si tenta di imbastire una storia sentimentale in qualche modo emozionalmente valida, nel secondo si vira decisamente verso la staticità e l'inconsistenza, lasciando più spazio alla colonna sonora (da latte alle ginocchia) piuttosto che ai dialoghi, messi da parte per una scelta registica che mi è sembrata infelice. Il terzo episodio infine segna la resa incondizionata dello spettatore che ormai ha abbandonato ogni speranza di emozionarsi e farsi coinvolgere da Hou Hsiao-Hsien e il suo modo di vedere l'amore.
Non basta la bella presenza di Shu Qi per risollevare le sorti di un film troppo lento, troppo poco interessante e decisamente monotono.
Pellicola elitaria, destinata ai fans del regista taiwanese.

Hou Hsiao Hsien, dopo capolavori quali "Millennium Mambo" e "Café Lumière" confeziona tre suadenti episodi con due stelle del cinema orientale. Tre episodi eleganti e sublimi visivamente, ma un poco dispersivi.

Primo Episodio: 10- Commuovente, vero, viscerale
Secondo Episodio: 2- Dolente, interessante, ma incredibilmente noioso e fin troppo snob
Terzo Episodio: 5- Geniale, ma altrettanto confuso.

Media Matematica: 6