Quattro episodi - molto liberamente ispirati alle novelle del Decamerone originale - che ripetono lo stesso canovaccio in cui un padre accompagna la figlia a Roma per conoscere la famiglia dell'uomo italiano che la ragazza ha intenzione di sposare.
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Sorvoliamo su Benigni che fa il romano. Sorvoliamo sulla pessima scelta degli attori italiani (forse il breve spezzone di Scamarcio è l'unica parte ben interpretata) che hanno contribuito al disastro. Un film a episodi che vuole ricordare la classica commedia all'Italiana fino a Verdone, ma che di divertente ha ben poco. Un ritratto romantico e idiota di un Italia che non esiste, di una dolce vita dove credono di vivere solo i ricchi che, forse, solo i politici in Italia frequentano e che si conclude nella tremenda scena finale del romanaccio in canotta che si inventa la leggenda sulle scale di Piazza di Spagna... (poi un romanaccio verace che abita a piazza di Spagna, dove un appartamento se non è del Vaticano costa l'ira di dio me lo devono spiegare). Si intuisce appena l'ironia di Woody Allen su un cinema italiano che non c'è più (forse sarebbe stato meglio per tutti ambientarlo negli anni '60 o in qualche altra epoca come fatto con il precedente lavoro) e sulla frivolezza di argomenti che nella realtà, è manifestata nella scarsezza degli attori, davvero da farci vergognare, forse imposti da Rai e varie mafie di settore che in Italia hanno distrutto il nostro cinema e la nostra leggenda. Imbarazzante. Mezzo voto in più ad Allen "alla carriera".