war machine (2017)

Il vero problema di questo film, a tratti per la verità anche godibile, è quello di non saper dare alla vicenda una direzione precisa: a metà tra la commedia grottesca ed il dramma ( nell'ultimissima parte soprattutto ) la sceneggiatura finisce infatti per scontentare un pò tutti e per tirare troppo per le lunghe alcune situazioni ( alla fine le due ore di durata si sentono eccome ). Basato su fatti realmente accaduti al generale americano McChrystal, c'è da dire che Michod, anche sceneggiatore, ci va giù bello pesante.

Prendere in giro la politica estera americana raccontando la megalomania dei generali distaccati dalla realtà e soprattutto un tema centrale spesso eluso dalle stesse riflessioni dei militari e/o politici: la scarsa o nulla conoscenza del territorio, l'incomprensione degli abitanti e quindi l'inevitabile ripercussione a lungo termine delle guerre americane (ma occidentali, il discorso è lo stesso). Il film mette quindi in scena questa situazione grottesca passando da un registro di commedia nera fino alla denuncia, dall'umano grottesco al dramma sul finale. E se è vero che il film ha lati deboli, è altrettanto vero che mette a nudo tutte le ipocrisie della politica estera statunitense con una sceneggiatura che finalmente dice cose esatte anche sulla realtà storica internazionale, senza che si produca negli strafalcioni grossolani spesso tipici di queste opere.

Film che parte bene ma che ben presto finisce in una routine di dialoghi senza senso e piuttosto fini a loro stessi .
non capisci se è un film di denuncia , o è grottesco, o come nella parte finale sfiora il dramma .
in più quella comicità ,tipicamente americana , di presentare personaggi come se fossero macchiette,simpatiche ,appunto grottesche e anche un filo tonte .
in altri casi come con Borat ha funzionato , qui no , perchè i tempi sono lunghi e nella parte centrale scappano tanti sbadigli .
e poi non ho capito una cosa .. ma la voce narrante chi è e cosa rappresenta?

War Machine è l'illusione di un generale di portare il concetto stesso di guerra su binari convenzionali laddove la guerra non è più convenzionale. La macchina da guerra è molto più complessa e lo stesso campo di battaglia occupa uno spazio minimo all'interno di questo film. E' diplomazia verso la nazione occupata, verso i leader dell'alleanza, persino all'interno dell'establishment politico americano. E' un concetto troppo complesso per un generale che gradualmente si isola dalla realtà e sostenuto unicamente dalla sua visione distorta.
Il film come tematiche non è niente male, ma nella sua complessità utilizza molti registri che faticano molto ad integrarsi fra loro. Commedia, satira, azione ed il tono più drammatico e malinconico della seconda parte ne fanno un miscuglio malriuscito, in aggiunta ad una voce narrante invasiva fino a diventare realmente fastidiosa. Un film da buon potenziale rimasto inespresso.

Dai ragazzi, sto film è una palla monumentale.
Un vero flop per netflix,
Non si capisce dove voglia andare a parare caricaturale, grottesco, di denuncia, politico... mah!
Mi sono addormentato due volte durante la visione.

Se non avessero scritturato Pitt non l'avrebbe visto nessuno.

Classificare ma anche valutare questo nuovo lavoro del regista Australiano David Michod, già autore di un ottimo film quale è Animal Kingdom "il suo miglior lavoro sino ad ora", non è cosa tanto semplice, in primo luogo per il semplice fatto, che War Machine non è il tipico film di guerra che escono di frequente in sala mettete ad esempio La Battaglia di Hacksaw Ridge di Gibson, non tratta in primo luogo come l'esempio fimico citato, ma tratta l'aspetto del dietro le quinte, dietro il fronte e tutto quello che fa vincere la battaglia/guerra ovvero la propaganda, in questo specifico caso spiega che gli USA sono la mano da afferrare per il popolo dell'Afghanistan.

Tutto questo viene presentato come una sorta di documentario, con una voce narrante che spiega la vita e le gesta del generale McMahon qui interpretato da Brad Pitt, in un ruolo che secondo me non gli calza perfettamente a pennello, come invece era stata fatto in Fury, una personalità ambigua, con uno stile di vita formato da rigide regole imposte da se stesso, come ad esempio mangiare una volta al giorno e dormire soltanto 4 ore per notte, forse la mediocrita di questo film è dovuta in gran parte al suo personaggio che proprio non si identifica in lui, magari si poteva fare qualche altra scelta, a me sarebbe venuto in mente un Kevin Spacey o un Guy Pearce anche un Clooney, ma sono soltanto opinioni personali.

Invece ottimo per quelle poche scene Ben Kingsley nel ruolo del presidente Afghano Hamid Karzai, e che sorprendemente è il suo personaggio che dona un po di brio a questo lungometraggio, buono il resto del cast dove abbiamo attori del calibro di Tilda Swinton e Will Poulter.

Parlando dello svolgimento il film offre una parte iniziale e di intermezzo interessante, dove ci viene posto il personaggio del generale in tutto quello che è, un uomo che alla fine vuole soltanto ritornare alla realtà e con uno stratagemma ci riuscirà anche, peccato per una parte finale, soprattutto gli ultimi trenta minuti che perdono di brillantezza, cosa che già il lavoro di Michod ne era già carente dall'inizio.

Se dovrei quindi classificare questo War Machine lo classificherei come una via di mezzo tra L'uomo che fissava le capre per il suo aspetto psicologico e Jarhead per il lato più bellico ma che è molto inferiore al primo caso, questi sono gli unici esempi che mi sono venuti in mente al momento, per il resto War Machine è un film non riuscito e che si pone tra una sufficienza e la mediocrità, peccato davvero.

Ho apprezzato la critica di fondo che il film vuole fare e in linea di massima la buona realizzazione tecnica e i bravi attori; c'è comunque da dire che il film non sia poi così coinvolgente.