dual - il clone (2022)

Ho visto questo film sono perchè c'era Karen Gillian. La sfruttatissima idea della clonazione viene qui proposta con una pur interessante variazione sul tema; peccato che la sceneggiatura sia del tutto sconclusionata che non riesce a decidersi se schematizzarsi nel drammatico, nel fantascientifico o nel thriller, con dialoghi e situazioni così grotteschi che le cose sono due: o è volutamente ironica...o chi l'ha scritta si era calato un acido di quelli sperimentali! Non convince il modo in cui tutti i parenti della protagonista reagiscono alla situazione

SPOILER
Tutto poi è realizzato in maniera così fredda ed asettica che più che una pellicola fatta da esseri umani mi è sembrato uno di quei filmati generati dall'intelligenza artificiale che oggi vanno tanto di moda sul tubo. Il finale pare rialzarsi faticosamente nell'intrigante ed è sul punto di fornirci un risvolto ma poi crolla miseramente nell'incompiuto. E' scorrevole ed a me sinceramente ha catturato fino all'epilogo ma in sostanza non si realizza.

Fantascientifico che tratta la tematica della clonazione e di come questa influirebbe sull'essere umano, sulla sua esistenza, sul rapporto con i suoi simili e sui valori assoluti di vita e morte. Premesse affascinanti se non fosse che prova a farlo con una sceneggiatura pietosa, interpretazioni imbarazzanti e scene comiche come quella della simulazione del duello durante l'addestramento di Sarah. Una roba da prendere il telecomando e interromperne immediatamente la visione.

Miglior film del 2022 per distacco, interpretazione magistrale e della Gillan e geniale intuizione sul tema doppio/clone e sull'impatto nella società, famiglia, e anima

Un film come Dual, utilizzando un termine di paragone, è come una tavola imbandita di ottimi piatti, ma che quando vai assaggiare le pietanze non sanno di nulla. L'impostazione al personaggio di Sarah erano promettenti. Una donna che vive in modo passivo la sua vita e che nemmeno fa una piega quando le viene diagnostica una malattia terminale che la induce ad andare in un centro per creare un suo clone. E' un contesto di un presente leggermente distopico, ma che poco viene analizzato e come poco viene utilizzata e sviluppata la psicologia dei personaggi, soprattutto del clone di Sarah. La Gillian non è un'attrice scarsa, però è indubbio che il suo personaggio e quello del clone sono sostanzialmente monocordi emotivamente dall'inzio alla fine. Il clone sembra una versione migliore almeno inizialmente di Sarah stessa, ma allo stesso tempo sviluppa una certa insofferenza verso quella cerchia ristretta di persone a cui dovrà sostituirsi all'originale. Il tutto rimane solo a livello di abbozzo ed è un peccato per un film che aveva ben altre potenzialità.

Diviso in tre parti, la premessa suscita curiosità e interesse. Poi però subentra la sezione con Aaron Paul e il film si blocca, i personaggi non ricevono un ulteriore approfondimento psicologico, al regista basta mostrarci l'inutile fase dell'apprendimento al duello decisivo. L'epilogo è immotivatamente cinico, sebbene fosse stata già suggerita l'alternativa possibile.