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Pubblicato il 27/11/2012 12:54:51 da
Zero00
La tivù non sempre propone prodotti di basso livello, non sempre è la sorellastra del cinema. Spesso, per la tivù, producono prodotti di tutto rispetto, alcune volte capolavori veri e propri. Certe serie lo dimostrano e lo hanno dimostrato e tra queste ce n'è una molto recente e molto famosa, Game of Thrones, conosciuta in Italia con il titolo Trono di spade.
Game of Thrones è un capolavoro fantasy e se n'è parlato molto negli ultimi tempi. Tanto la critica quanto gli spettatori l'hanno premiata, permettendo alla HBO (Oz, The Sopranos, True Blood) di produrne due stagioni e confermarne una terza in uscita nel 2013.
Trasposizione della collana di romanzi fantasy A Game of Thrones, dello scrittore George R. R. Martin, la prima stagione è andata in onda nel 2011 e la seconda nel 2012, entrambe scritte dalla coppia D.B. Weiss e David Benioff. Bisogna dirlo, sono entrambe spettacolari, un groviglio di trame e sottotrame che corrono su binari paralleli e si intersecano per poi allontanarsi e riavvicinarsi subito dopo.
Non è facile seguire gli avvenimenti che sconvolgono i Sette Regni prima che la lunga estate finisca per lasciare il posto al lungo inverno. Sin dal primo episodio della prima stagione facciamo un po' fatica, noi spettatori, a seguire tutti i personaggi, a ricordare i loro nomi e a riconoscere i buoni dai cattivi. Probabilmente perché, tranne qualche caso isolato, buoni e cattivi si confondono, mutano e prendono il posto l'uno dell'altro. L'ambientazione è quella di un Medioevo molto simile al nostro, in cui miti e leggende sono l'eco di un passato lontano sepolto nella neve e oltre il mare. Storie dimenticate o raccontante da vecchie dame di compagnia o spiritati consiglieri ultracentenari. Eppure quei miti e quelle leggende sembrano non essersi dimenticati del sud, del mondo civile, e lo rincorrono celati nell'ombra.
Il fantasy, in Trono di Spade, è un accidente che episodio dopo episodio prende forma divenendo sempre più fondamentale ai fini della storia. E' l'aspetto fantasy a introdurci nella serie, con una sequenza bellissima che mostra i propri debiti nei confronti di tanto cinema horror. Poi viene lasciato dietro le quinte (con qualche breve comparsata) fino al bellissimo finale di prima stagione. Ed è in quel momento che capiamo quale sia la dimensione originaria di una storia che non rinuncia mai a uno pseudo realismo visivo, tra sangue, escrementi e intrighi di corte. Non ci sono solo draghi, giganti e immortali, ma esseri umani che lottano per il potere e per la gloria, animati da vendetta, onore e ambizione. Nella seconda serie l'elemento fantasy è più presente ma mai invasivo, non fa altro che dare al progetto un impronta surreale e ne moltiplica il fascino mitologico.
Un'epopea epica intrisa di ironia e romanticismo, che non lascia nulla all'immaginazione tra corpi nudi e squartati, cavalli decapitati e scene di sesso lesbico tra prostitute. Qualcuno potrebbe trovare delle similitudini con altri prodotti televisivi attuali (Spartacus?) ma Game of Thrones è diverso e quando finisce lascia un vuoto incolmabile nello stomaco. Attori e regia sono sopra la media e in fase di scrittura l'impagabile duo Weiss/Bonioff ha dato spessore ai personaggi rendendoli quasi tutti indimenticabili, nel bene e nel male. Ciò che viene raccontato sono storie di vita in un mondo più vicino al nostro che a quello di Dungeons & Dragon o Il Signore degli Anelli. Lentamente, con il passare degli episodi, il groviglio inesplicabili di nomi e volti si dipana e seguire gli eventi diventa più facile, perché l'obbiettivo finale è il trono di spade e attorno a quest'ultimo si focalizza l'attenzione di tutti, di chi è oltremare e di chi è oltre la Barriera.
La verità è che fa sognare. Sì, fa sognare questa serie che ti prende e ti porta in un altro mondo, ti fa sentire la sporcizia e il rumore delle spade e tu ti ritrovi senza accorgertene in un'altra dimensione, che anche se terribile, ingiusta e violenta, è comunque migliore della solita, vecchia routine. Si può stare dalla parte di una qualunque delle casate invischiate in questo gioco al massacro, con i ricchissimi Lannister, gli onorevoli Stark o i guerrieri Baratheon. Si può ammirare il coraggio di Jon Snow membro dei Guardiani della Notte e esploratore di terre selvagge o l'onore di suo padre, Ned Stark. Si può amare alla follia la bellissima Khalesi dai capelli d'argento, Daenerys Targaryen, diretta discendente al trono del Re Folle e regina dei draghi, o ammirare il possente Khal Drogo, suo marito. E, perché no, è facile perdersi nei lunghi monologhi della fiera Cersei Lannister o tra l'arguto umorismo di suo fratello Tyrion, il folletto (il personaggio più riuscito di tutta la serie), allo stesso modo in cui è facile odiare la crudeltà di Joffrey Baratheon. Più penetri la coltre e più ti ritrovi parte del tutto, sei quasi una delle spie di Varys l'eunuco, fino a sentirne la mancanza quando sei costretto ad andar via.
Tratta da una serie letteraria lunghissima, non deve essere stato facile comprimere in 600 minuti per serie tutto quello che viene raccontato sulla copia cartacea. Forse è questo l'unico, misero difetto: comprimendo si finisce sempre per creare una sorta di caos che però, in questo caso, ben si amalgama con quel che viene raccontato. E tra un colpo di scena e l'altro c'è anche il tempo per ridere e commuoversi.
Forse Game of Thrones è una delle serie più cinematografiche mai prodotte. Ricorda molto l'estetica di un certo tipo di cinema tra il peplum e l'epopea. Non a caso a dirigere il nono episodio della seconda serie troviamo una vecchia conoscenza dei cinefili: Neil Marshall.
Ora, in attesa di vedere cosa succederà con la terza stagione prevista per il 2013, non possiamo far altro che rivedere le prime due e continuare a sognare. Perché sognare fa bene e la televisione, certe volte, aiuta a farlo tanto quanto la letteratura e il cinema.
Pubblicato il 11/10/2012 08:44:45 da
Zero00
Il 23 Novembre del 1963 la rete televisiva britannica BBC trasmise il primo episodio di Doctor Who. A conti fatti questa serie compie 33 anni (dal 1963 al 1989 e dal 2005 ad oggi) proprio nel 2012 e il 33 è da sempre un numero particolare, fortemente simbolico.
Opera sci-fi diretta ad un pubblico under 18, Doctor Who è forse il serial più longevo della storia della televisione. Ventisei stagioni della serie classica, un film per la tv e sei stagioni della nuova serie dal 2005, per un totale di più di 700 episodi (e una manciata di speciali), narra le avventure del Dottore, alieno proveniente dal pianeta Gallifrey e ultimo Signore del Tempo, sopravvissuto alla distruzione del suo mondo e della sua civiltà. Sì, signore del tempo, perchè i gallifreiani sono capaci di muoversi nello spazio e nel tempo viaggiando su enormi navi spaziali chiamate TARDIS (Time And Relative Dimension(s) In Space). Apparentemente del tutto simili agli umani, hanno in realtà due cuori, doppio sistema circolatorio, un sistema respiratorio che gli permette di restare senz'aria e una temperatura corporea di 15-16 gradi Celsius. Hanno inoltre la capacità telepatiche e quella importantissima di guarire più velocemente e di rigenerare il proprio corpo in caso di morte violenta o naturale per ben 12 volte, avendo quindi a loro disposizione 13 vite, cosa che li rende virtualmente immortali.
Il Dottore ha più di novecento anni, è un genio ed è l'ultimo della sua specie; viaggia per le galassie su una cabina telefonica blu della polizia inglese. Odia la violenza ma è capace di ira funesta, è in grado di risolvere qualsiasi situazione e il suo nome è temuto in tutto l'universo dai suoi nemici. Nel corso dei suoi viaggi è stato accompagnato da uno o più "Companions", terrestri che per un breve periodo lo hanno affiancato nelle sue avventure, rivelandosi di fondamentale importanza e a volte salvandogli persino la vita.
Una serie così lunga e complessa che sarebbe impossibile sintetizzarla in poche righe. Che poi sarebbe anche deleterio: Doctor Who va guardato, goduto e amato. Perchè fa sognare, perchè apre le porte dell'universo e di quel mondo fanciullesco che ogniuno ha dentro di se. Quante volte guardano le stelle ci siamo chiesti cosa ci fosse lassù? In un certo senso qui ci viene data una risposta: l'unico modo per saperlo sarebbe andarci, lassù, e vedere con i propri occhi.
Nonostante sia stata concepita come serie under 18, Doctor Who è tutt'altro che infantile, alternando paura, ironia, comicità e azione ma anche momenti di vera profondità psicologica e filosofica. Sfaccettata come il suo protagonista, è in grado di far ridere, piangere e sognare, persino di aver paura. Cosa ci può essere di più bello di qualcosa che racchiude questi sentimenti tutti insieme?
Amore e guerra, malinconia e riso, noi soffriamo e gioiamo durante e dopo la visione, ci esaltiamo per i colpi di genio di un personaggio unico nella propria molteplicità, per le frasi ad effetto e i giochi di parole. Ma basta anche solo uno sguardo, un'avvenimento rivissuto all'ombra del fantasy e noi diveniamo i companions finali del Dottore, realizzando così quell'antico sogno di trovare qualcuno che ci prenda e ci porti via per vivere avventure uniche e straordinarie, anche se solo con la fantasia, anche se solo per qualche istante.
Questo autunno è partita la Settima Stagione, che presenterà novità a livello di comprimari. Per ora sono stati trasmessi i primi cinque episodi delle nuove avventure dell'Undicesimo Dottore, mentre per i restanti dovremo aspettare il 2013. Ci sarà spazio per una nuova companion interpretata da Jenna-Louise Coleman, per lutti e nuovi/vecchi nemici. E la domanda a cui bisognerà rispondere sarà una e una sola: Dottor chi?
Pubblicato il 24/09/2012 10:05:11 da
Zero00
"
Hellsing: Ultimate" è una serie di OVA tratta dal quasi omonimo manga scritto e disegnato da Kōta Hirano, “
Hellsing (ヘルシング, Herushingu). “
Ultimate” perché si distingue dalla serie anime "classica" di 13 episodi che, dopo aver seguito fedelmente i primi due volumi del manga, se ne distacca prendendo una strada completamente differente. La serie OVA, invece, è fedelissima all'opera cartacea in tutto e per tutto, a partire dalla storia per arrivare ai disegni. E' tuttora in corso di pubblicazione (si aspetta il decimo e ultimo episodio di 60', a Novembre), famosa per i contenuti violenti e le alte dosi di
splatter che la rendono una
action/horror in tutto e per tutto.
La storia è quella dei “
Royal Knights of Protestant Order, casato di Londra conosciuto come Istituto
Hellsing che al servizio di sua maestà la Regina combatte contro le creature sovrannaturali che minano la pace dell'Inghilterra protestante. Al comando dell'ordine c'è Integra Fairbrook Wingates Hellsing discendente del primo Lord Hellsing, cacciatore di vampiri famoso per aver sconfitto Dracula.
A fianco della ragazza c'è Alucard, arma segreta dell'organizzazione, potentissimo vampiro assoggettato al volere della famiglia che attraverso esperimenti misteriosi ne ha accresciuto i poteri, rendendolo quasi invincibile.
Disegnato da Ryoji Nakamori e diretto da vari registi che si alternano al timone degli episodi, “
Hellsing: Ultimate” è una serie cupa e violenta, adulta sia per i contenuti che per le tematiche. Caratterizzata da colori scuri, che virano violentemente sul rosso di sangue e fuoco, è un concentrato di cattiveria e stile a partire dai personaggi principali, Alucard e Integra, per passare ai vari comprimari (vampiri, licantropi, killer e preti assassini) e agli antagonisti, su cui svetta il Maggiore a capo dell'organizzazione
Millennium, gruppo di nazisti che dalla fine della Seconda Guerra Mondiale cerca il riscatto sugli antichi nemici del
Terzo Reich e, soprattutto, sui cieli di Londra, città/obiettivo mai raggiunto.
La storia raccontata da questo anime è complessa e ben articolata, le carte messe in tavola portano in un'unica direzione e le pedine in campo si rivelano eterogenee pur mantenendo un filo conduttore ben preciso, diverse per intenti ma con un obiettivo comune, ovvero l'affermazione del sogno che agisce da spinta ideale per ognuna di loro.
Se superficialmente “
Hellsing: Ultimate appare come un'opera priva di spessore, più impegnata a mettere in mostra arti mozzati e azioni di guerra cruente e fantasiose fa emergere, man mano che la storia progredisce, diverse tematiche di spessore, che variano dal senso della guerra vista non più come lotta per l'egemonia dei vincitori sui vinti ma come condizione essenziale dell'umanità, che attraverso questa si mette alla prova nel tentativo di attuare un'affermazione individuale (visione distorta che non porta ad altro che all'autoannientamento), al senso ultimo della vita, intesa come sogno da cui siamo destinati a svegliarci per poi ritrovarci a tu per tu con la dura realtà: nulla è per sempre, c'è sempre una fine per quanto lontana possa sembrare. E dopo la fine non c'è altro.
Di questo si è reso conto già da tempo Alucard (che non è altri poi che Dracula, sconfitto da Van Hellsing e asservito al suo casato in qualità di arma definitiva), immortale che non crede nell'immortalità, uomo non più uomo che rimpiange la propria umanità, vista come requisito fondamentale per il progresso personale. In qualità di non-morto Alucard è un mostro destinato alla sconfitta proprio per la sua impossibilità a rinnovarsi e consapevole del proprio ruolo che lo rende estemporaneo alla Storia, un boia vittima di se stesso. Gli fa da controaltare il Maggiore, anche lui imprigionato in un ruolo dal quale non può uscire, volontariamente però, per scelta personale. Lui sì uomo e mostro allo stesso tempo, cosa che lo rende persino più pericoloso di Alucard.
Nel mezzo ci sono vampiri e umani, c'è Seras Victoria - umana divenuta vampiro che non riesce ad accettare la sua nuova natura - e Pip Bernadotte, mercenario anch'egli vittima del proprio ruolo ma di cui si riuscirà a liberare in un ultimo atto d'amore estremo. C'è Maxwell, il capo della Sezione Iscariota XIII alle dipendenze del Vaticano, che vede nel potere l'unica possibilità per non essere più solo, e Padre Anderson, che sceglierà di diventare un mostro solo per proteggere i suoi ideali e le persone che ama. C'è anche Walter, il maggiordomo e lo
shinigami, che combatte contro il tempo che passa e non lascia scampo e infine lei, Integra, la donna e il Master, forte ma pervasa dai dubbi, fragile ma che non vuole arrendersi, che ricerca nella propria esistenza un senso al proprio ruolo e non il contrario.
Tutti questi personaggi amano, si muovono e desiderano, cercano ma non sempre trovano. Alla fine arriverà l'alba a illuminare la lunga notte in cui si sono trovati imprigionati, il sole che sovrasterà le macerie con cui tutti dovranno fare i conti.
Parliamo quindi non di un semplice anime d'intrattenimento ma di un'opera che porta con sé riflessioni e sentimento, senza dimenticare l'azione che comunque fa da padrona (e una massiccia dose di
humor e comicità, in tipico stile nipponico).
Da una costola di “
Hellsing” è nata "
Hellsing: The Down", in cui si narrano le vicende della spedizione in Polonia di Hellsing contro
Il Millennium, durante la seconda Guerra Mondiale. Lo scopo de
Il Millennium, già da allora, era infatti creare un esercito di
ghoul.
“
Hellsing è un anime consigliato ad un pubblico adulto ma soprattutto maturo. E' bello, con personaggi uberfighi. C'è la Regina d'Inghilterra, ci sono i nazisti sui dirigibili, c'è sangue e c'è Dracula. Per gli amanti del genere è imperdibile, per tutti gli altri è comunque da vedere.
(il pezzo è presente anche sul blog dell'autore: http://combinazionecasuale.blogspot.it/2012/07/jappoanime-he llsing-ultimate.html)