Nel salotto "buonista" più famoso della televisione italiana, il "Maurizio Costanzo Show", continuavano a passare repliche ininterrotte di puntate precedenti, molte delle quali avevano come ospite fisso Leonardo Sottani, alias Nik Novecento.
Il problema era uno solo: per una volta la televisione celebrava la continuità catodica di un personaggio, un attore, che era morto tragicamente qualche settimana prima.
A sentire lo stesso Costanzo, furono gli stessi genitori a chiedere di rivedere il figlio precocemente scomparso nelle sue più recenti apparizioni televisive: in ogni caso, tanto la sua morte quanto la celebrazione (un po' macabra, per quanto affettiva) di una persona che non c'era più sfociavano in una strana inquietudine.
La storia di Leonardo Sottani, nato a Pontecchio Marconi (Bo) il 19 Febbraio 1964, non è quella di tanti ragazzi che cercano di sfondare nel mondo dello spettacolo, ma si direbbe piu consona ad un'epoca di tanti anni fa, magari quegli stessi anni che Pupi Avati descrive con tanto affetto nei suoi film più celebri.
Lo stesso Leonardo si definiva, con candore e modestia, un "attore da strada".
A 19 anni conosce Antonio Avati in un bar, che gli propone una piccola parte nel bellissimo "Una gita scolastica", uno dei migliori film del celebre fratello Pupi.
Inizia così un breve ma intenso sodalizio con il regista emiliano che lo porta a Roma dove inizialmente interpreta piccoli ruoli con il suo nome di battesimo.
E' comunque un "personaggio", e sa farsi notare: l'aria stralunata, la dizione imperfetta (quasi impercettibilmente simile ad un difetto di pronuncia, una balbuzie) e la caratteristica surreale della sua fisionomia li conferiscono delle forti potenzialità creative.
Il "caso" di Novecento è emblematico: un ragazzo qualsiasi con doti di attore che non sa di avere.
Nel 1984 è uno dei dipendenti del graffiante "IMPIEGATI" e l'anno successivo impersona il figlio del pasticciere Vanni Perelli (Carlo Delle Piane) nel delizioso "FESTA DI LAUREA" sempre di Avati, ruolo che gli regala una certa notorietà.
Per la prima volta cambia il suo nome d'origine con quello di Nick Novecento.
Ma la sua miglior interpretazione è quella di un soldato in permesso nell'esordio di Cesare Bastelli, "Una domenica sì".
Novecento debutta poi in televisione, sempre sotto la regia di Avati, nello show tv "Hamburger serenade", in compagnia di Alfiero Toppetto e Beatrice Macola, in diretta dal celebre locale "Bandiera gialla" di Rimini.
La trasmissione ottiene un buon successo e vince il Premio Toto' come "miglior programma comico dell'anno".
Dopo "Ultimo minuto", un film di Avati sul mondo del pallone, interpreta il bel film psicologico di Giuseppe Bertolucci, "Strana la vita", al fianco di Diego Abatantuono.
Il suo ultimo film, uscito postumo dopo la sua morte ("Sposi") e a lui dedicato nel giorno di distribuzione, lo vede nei panni di una "maschera" che ha un rapporto sessuale con la matura cassiera del cinema dove lavora.
Maurizio Costanzo intuisce le potenzialità dell'attore, e lo invita spesso nella sua trasmissione, dove egli racconta della sua vita, interviene su vari argomenti, mostra il lato di sè che aveva lasciato intravedere già al cinema, quello di un ragazzotto introverso ma vitale, gioviale ma timido.
Era destinato a un grande avvenire anche come attore drammatico, ma una malformazione del cuore lo ha stroncato improvvisamente, a soli 23 anni, il 15 Ottobre 1987, in un ospedale romano.
In una delle numerose repliche postume del "Costanzo Show", Nik Novecento balla un walzer con un'ospite della trasmissione, ed è l'ultima "danza" (lieve, incosciente) prima di partire.
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Biografia a cura di kowalsky - ultimo aggiornamento 06/11/2007
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