Voto Visitatori: | 6,46 / 10 (65 voti) | Grafico | |
Voto Recensore: | 6,50 / 10 | ||
Esordio cinematografico per il giovane cineasta Dwight H. Little ("Tekken", "Anaconda: alla ricerca di un'orchidea"), qui alle prese con il quarto sequel della saga Halloween, che si stacca fortemente dal terzo episodio (considerato dai più una digressione narrativa), per riprendere le gesta di Michael Myers, narrando il suo ritorno e il suo minaccioso incombere nella città di Haddonfield.
Sappiamo solamente che "Laurie stroode" è stata uccisa off-screen proprio dal fratello e che quest'ultimo è riuscito ad uscire dal manicomio criminale in cui era rinchiuso, sterminando tutto l'entourage di medici e infermieri.
Jamie (la bravissima Danielle Harris), rimasta orfana in seguito alla morte della madre Laurie, viene adottata dalla famiglia Carruthers, ma l'incubo non sembra essere cessato, almeno non per la bambina.
Immagini oniriche, flashback, allucinazioni: tutto riporta al punto di partenza, al dramma, alla paura atavica dello zio assassino e al timore che possa ritornare per concludere ciò che non ha concluso. Mentre la preoccupazione e l'ansia crescono il Dr. Loomis, informato della fuga di Myers, mobilita tutte le forze armate per fermarne l'arrivo ad Haddonfield proprio il 31 Ottobre, festa di Ognissanti: ma le cose non adranno come previsto.
Non male, anzi sicuramente meglio del terzo capitolo, "Halloween - il ritorno di Michael Myers" è una pellicola che vuole imitare in tutto e per tutto il successo dell'originale di Carpenter. A volte ci riesce (per esempio con le colonne sonore), altre volte no. Ma perché?
Ormai il genere slasher sta diventando una moda cinematografica sempre più apprezzata, caratterizzata da cliché e topoi ricorrenti, elementi cioè (come situazioni di sesso o ironia) che si susseguono dolcemente e fanno da sfondo all'avvento di un assassino rinomato (si pensi a Jason Voorhes, protagonista indiscusso della saga "Venerdì 13").
L'originale di Carpenter si discostava moltissimo da questi cliché (ed è per questo che ad oggi è considerato un capolavoro), mentre i suoi sequel hanno difficoltà a mantenersi incontaminati dalle mode cinematografiche anni ‘80. Avete capito bene, Halloween 4 è il tipico teen-slasher con una sceneggiatura inadeguata e raffazzonata, scritta da Alan B. McElroy in un numero esiguo di ore, che fa strizzare gli occhi ai fans più appassionati della saga, se non altro per la banalità e la mancanza di innovazione che caratterizzavano invece "La notte delle streghe".
Fatta questa premessa, non consideriamo questo capitolo come da cestinare, perché sarebbe eccessivamente severo bocciarlo e non vederlo nella situazione di insieme. I vari cliché non ledono la credibilità e il fascino di Michael Myers, qui interpretato dal bravino George P. Wilbur (che ha anche partecipato ad "Halloween 6 - La maledizione"), e riescono a funzionare. Funzionano anzi a meraviglia, magicamente, lontani anni luce da pellicole contemporanee.
Apprezzabile è inoltre la colonna sonora, che fa da sfondo ad una location notturna inquietante (quella di Salt lake City) e riesce brillantemente a creare un'atmosfera di suspence e di angoscia (senza mai raggiungere il livello del primo, sia chiaro).
Gran parte della critica mostra un certo disprezzo verso i nuovi "costumi" (come la nuova maschera di Michael), che in realtà, pur non avendo un gran potenziale, si dimostrano adeguati e piacevoli, esattamente come il trucco di Susan Reyes e gli effetti speciali di Wayne Toth.
Ci si chiede perché manchino sequenze di sangue, copiose nel II capitolo, che avrebbero certamente rafforzato la "potenzialità" narrativa del film, ma lo spettatore rimarrà comunque colpito da altri elementi (la scena della macchina è bellissima) e potrà comunque leccarsi i baffi nella parte finale, magistralmente bella e ben congegnata.
Ammirevoli sono poi le prove degli attori, qui in massima forma, in particolare Donald Pleasence, che veste i panni del dottore e rappresenta "il bene", in antitesi con Michael che simboleggia il male eterno, che non muore mai.
Nel complesso sarebbe conveniente vedere questo film, consapevoli che non è niente di speciale, ma che instaura una continuità narrativa importantissima con il II capitolo ed ha dei punti forti che lo distinguono dal panorama generale, anche nostrano, fatto di pellicole spazzatura o in zona retrocessione.
Inedito in Italia e il primo della saga a uscire in Bluray, "Halloween 4" si configura come un'opera gradevole e discreta, priva di velleità o di preziosismi tipici carpentiani, perfettamente conforme alle proprie potenzialità e possibilità di mezzi.
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Recensione a cura di dubitas - aggiornata al 02/07/2013 16.12.00
Il contenuto di questo scritto esprime il pensiero dell'autore e non necessariamente rappresenta Filmscoop.it
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