Voto Visitatori: | 8,23 / 10 (30 voti) | Grafico | |
Voto Recensore: | 9,00 / 10 | ||
Un film italiano, questo di Milani, uscito un po' in sordina, ma che avrebbe meritato maggiore pubblicità ed una distribuzione più congrua al reale valore dell'opera. "Il posto dell'anima" è un bel film, sostenuto da una solida sceneggiatura e dall'interpretazione magistrale dei tre bravi attori protagonisti: Silvio Orlando, Michele Placido, Claudio Santamaria.
I tre interpretano tre amici operai in una fabbrica di pneumatici della Carair, multinazionale americana. Insieme si oppongono al licenziamento di 500 operai coinvolti nella chiusura dello stabilimento.
Il film racconta la dura protesta di questi uomini contro il "gigante" americano, la racconta con tenerezza ed ironia, senza alcuna pretesa politica o ideologica. Anzi, il tema sociale della lotta operaia si stempera nell'intreccio delle vicende personali dei tre amici e delle loro famiglie, sulle quali il regista pone maggiormente l'attenzione.
C'è Salvatore (Michele Placido), sindacalista tanto severo quanto puro, in continuo conflitto generazionale con il figlio disoccupato.
C'è Mario (Claudio Santamaria) d'animo generoso e passionale alla ricerca disperata di un riscatto che non arriva mai e che gli crea non poche difficoltà con la moglie.
Infine c'è la storia più bella, quella d'amore tra Antonio (un Silvio Orlando da Oscar) e Nina (la Cortellesi, sorprendente).
Questa è la vicenda più coinvolgente, in particolare per il ruolo di Mario, operaio fedele ai compagni, appassionato, ma anche determinato a mantenere la propria dignità. Combattuto fra il desiderio di tornare a vivere nel suo paesino, fra le montagne abruzzesi (alla ricerca ossessiva dell'orso), e l'amore per la fidanzata di sempre, trasferitasi a Milano per lavoro.
Tutti hanno abbandonato il paese d'origine, privo di prospettive per il futuro, per un posto sicuro in fabbrica; tutti hanno accettato condizioni lavorative nocive alla salute pur di mantenere la sicurezza del posto. Nel momento che questa rischia di essere perduta per sempre, tutto è rimesso in discussione e si dispiegano, così, le varie vicende, legate fra loro dal filo conduttore della denuncia sociale.
Il film è dunque una commedia amara sul mondo del lavoro, che non manca però di una buona dose d'ironia: dalle battute divertenti di Silvio Orlando alle situazioni grottesche dovute alla cultura limitata dei protagonisti, espressa da frasi retoriche e da luoghi comuni (quando una delegazione parte per il Parlamento europeo prima, e per la sede della Carair negli Usa, poi).
Proprio questo loro aspetto così spontaneo, persino ingenuo, intenerisce e spinge a fare un tifo sfrenato per la causa, anche se da subito si capisce che perderanno la partita.
Il film di Milani resta un film di denuncia, che mostra con amarezza la perdita di ruolo da parte degli operai. Agghiacciante la battuta di un collega milanese della Cortellesi, che, osservando il servizio del TG sul corteo operaio della Carair, commenta: "Operai? Ma esistono ancora?"
La dimensione umana traspare quando il regista ci dice che il posto dell'anima è quello da dove parte la forza di combattere per la propria dignità, pur sapendo di intraprendere una lotta impari. Il posto dell'anima è quello dell'amicizia, della solidarietà, della fede ai propri principi, dell'amore.
Il tono drammatico della storia è sapientemente smorzato dal sarcasmo dei protagonisti, ma anche da momenti di autentica poesia.
Le musiche, sempre coinvolgenti, sono molto belle ed accompagnano le scene più intense di questo bellissimo film.
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Recensione a cura di Pasionaria - aggiornata al 07/12/2004
Il contenuto di questo scritto esprime il pensiero dell'autore e non necessariamente rappresenta Filmscoop.it
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