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Un ottimo mix di avventura, coraggio, eroi valorosi e battaglie sopra il livello del mare sono la risposta di Peter Weir a chi osa affermare che il cinema dei giorni nostri non riesce più a darci quelle sensazioni che, nei decenni passati, i grandi maestri di questa nobile arte ci avevano dato.
Il regista di "Picnic ad Hanging Rock", grazie anche all'utilizzo di attori del calibro di Russell Crowe e Paul Bettany, sconfigge definitivamente la maledizione che voleva perdenti al botteghino i film ambientati in alto mare (escludendo ovviamente "Titanic" in quanto il film di Cameron appartiene all'era dei "vascelli" moderni, ed il disneyano "La maledizione della prima luna"), regalandoci una sfida all'ultimo colpo di cannone tra due imbarcazioni all'epoca delle conquiste Napoleoniche.
Il plot del film gira intorno a due temi fondamentali: l'amicizia fra il capitano britannico Aubrey ed il suo medico di bordo Maturin, così diversi ma ricchi di una reciproca autostima; l'ossessiva sfida fra Aubrey ed il capitano, quasi un fantasma, di una potente nave francese, messa qui in risalto come se fosse un autentico mostro del mare, paragonato alla "piccola" e modesta nave britannica. Forti di questi due temi principali, Weir ci costruisce sopra una pellicola senza pecche ricca di elementi che ne fanno allo stesso tempo un grande film di azione e di storia, di uomini (l'equipaggio viene messo a nudo con tutte le sue piccole storie e le sue inconfessabili paure), di vendetta e di ossessione (il pensiero del capitano Crowe è sempre sulla nave francese che deve abbattere ad ogni costo).
Le battaglie sono rese in maniera epica ma allo stesso tempo brutale; le ambientazioni, grazie anche ad una fotografia che rende i paesaggi simili a delle pitture su tela, fanno parte di quella incantevole bellezza che avvolge il film e lo rendono realistico sotto tutti i punti di vista. Da antologia poi alcune scene, una su tutte l'inseguimento tra le due navi nemiche all'interno delle spettrali nebbie che avvolgono l'oceano.
Russell Crowe, ovviamente, è un caso a parte: troppi ruoli geniali ormai lo hanno proiettato definitivamente nello star sistem hollywoodiano, convincendo il grande pubblico e la critica di non essere solo un bellimbusto famoso per le sue recenti avventure con le più famose attrici del cinema americano, ma un attore camaleontico che ad ogni sua prova riesce a stupire, tanto è grande la sua bravura.
E' logico dunque che la lunghezza del film non va ad intaccare il piacere di stare seduti su una (comoda) poltrona per lungo tempo, anche perché non si corre certo il rischio di annoiarsi grazie ad un montaggio serrato ed ad effetto.
Un altro grande colpo per Weir che entra prepotentemente tra i registi di culto e reclama a gran voce un posto tra i vari Kubrick, Hitchcock, Bergman, Coppola, Mann, Scorsese, Lucas, Spielberg, Cameron, De Palma...
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Recensione a cura di Mr Black - aggiornata al 14/02/2005
Il contenuto di questo scritto esprime il pensiero dell'autore e non necessariamente rappresenta Filmscoop.it
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