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In cambio di grandi quantità di denaro Michael Jennings lavora per società di alta tecnologia e tutto quello che fa per queste viene cancellato dalla sua memoria, fino al giorno in cui qualcuno tenta di incastrarlo, ma non si ricorda il perché. Per risolvere l'enigma dispone solamente di una busta contenente oggetti apparentemente insignificanti e la sua donna, di cui, però, non ha memoria.
Mediocre. Iniziamo col dire due cose. La prima è che questo tipo di film non è adatto a John Woo, come ha lui stesso ammesso. La seconda è che il progetto è stato preso da quest'ultimo quando il film era già in lavorazione da parte di un altro regista che è stato silurato dalla produzione senza troppi complimenti.
Ma veniamo al film in questione.
La pellicola è abbastanza coinvolgente nella prima mezz'ora dove vengono stese le basi della storia, ma col passare dei minuti diventa sempre più estenuante continuare la visione e se anche si lascia guardare ci sono cattive indicazioni dietro l'angolo, infatti l'occhio cade molto spesso sull'orologio.
Il regista naturalizzato americano ha svolto il compitino con diligenza, senza eccedere, senza strafare, dimostrando che anche lui come molti altri sta attraversando un periodo di crisi nera (come tutto il cinema d'altronde). Le scene di azione sono girate rozzamente, e questo è un punto molto dolente, in quanto dall'autore di "The Killer, A better Tomorrow e Face Off" è lecito aspettarsi molto, molto di più. La sua mano in pratica non si vede mai, anche perché probabilmente ha cercato di imitare troppo Hitchcock, non limitandosi solamente a citarlo ma bensì cercando sfrontatamente di copiarlo (anche i suoi fan dovranno ammettere, con tutto il bene che possono volergli, che il paragone non esiste), cosa impossibile, strutturando il film come un tipo di nuovo "Intrigo Internazionale", ed anche se Woo non è uno alle prime armi ed ha dimostrato più volte di saperci fare, non doveva cadere in questa trappola.
Molto male gli attori, certamente non coadiuvati dalla sceneggiatura che è il solito super polpettone trito e ritrito. Secondo me ultimamente il lavoro degli sceneggiatori non è più quello di scrivere ma quello di fare collage e saccheggiare quanto più possibile da copioni già esistenti. Ritornando alle valutazioni, Ben Affleck esprime i sentimenti di una statuetta di pietra e risulta alquanto fastidioso vederlo ancora in pellicole di un certo livello in quanto fa diminuire la media di almeno un punto, Uma Thurman dopo aver dimostrato di essere una grande attrice in Kill Bill di Tarantino (ed anche una bella donna...) ha deciso di prendersi una pausa di riposo (molto probabilmente stimolata dall'effetto Affleck) la cui prestazione però, al confronto con l'attore californiano è da oscar.
Sufficiente Aaron Eckart.
La pellicola a mio parere merita un cinque.
Da vedere per passare una serata con gli amici, ma se Vi aspettate di vedere un filmone alla John Woo o simile ai film di Hitchcock o peggio ancora lo volete guardare perché Dick è il vostro autore preferito, allora andate a vedere qualcos'altro.
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Recensione a cura di niko - aggiornata al 26/03/2004
Il contenuto di questo scritto esprime il pensiero dell'autore e non necessariamente rappresenta Filmscoop.it
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