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Quattro matrimoni e un funerale è stato giudicato come uno dei film meglio riusciti della produzione britannica e, probabilmente, il merito va alla sua originalissima sceneggiatura. Uscita nel 1994, questa brillante commedia romantica vede come protagonisti l'impacciato ragazzo inglese Charles, il suo "variopinto" gruppo di amici e Carrie, la scaltra americana di cui si innamora. Le vicende si srotolano in contesti ben precisi: quattro cerimonie nuziali ed un rito funebre, come si può palesemente dedurre dal titolo.
Il regista Mike Newell ha saputo donare a ciascun personaggio una propria personalità ben definita; ad esempio gli amici di Charles possiedono tutti un particolare estro che affascina lo spettatore: dalla profonda umanità di un omosessuale alla sincerità sfacciata di un sordomuto, tutti riescono a trovare un posto da "protagonista" nella storia.
Hugh Grant, reso famoso proprio dal personaggio di Charles, dovrebbe essere l'attore centrale, colui al quale tutto accade, ma in realtà rappresenta il punto di osservazione dei continui eventi che si susseguono; la sua infatuazione nei confronti dell'affascinante Carrie, interpretata da Andie MacDowell, fa "solo" da contorno.
Come detto all'inizio, il successo di questa produzione è il risultato di un'attenta sceneggiatura, mai banale e basata sulla "concezione dell'opposto": Charles odia il matrimonio ma è presente a tutte le funzioni; la sorella di Charles, un tipo un po' bruttarello, si "accaparra" un uomo da copertina; uno stravagante prete, alle prese con la sua prima celebrazione nuziale, non riesce a celebrare compiuatmente il rito. A queste contraddizioni si aggiunge un pizzico di assurdo che, con leggerezza, dona un'atmosfera frizzante alle scene. In particolare, il gruppo di amici di Charles si dimostra una compagnia di goliardici che sa come divertirsi e allo stesso tempo, questo ritrovarsi sempre ai matrimoni e ai funerali, fa percepire al pubblico una profonda amicizia che lega tutti quanti. In effetti, "Quattro matrimoni e un funerale non è solamente un film divertente, ma mostra allo spettatore anche sentimenti di tristezza e di nostalgia. Basti pensare al momento del funerale. Qui si percepisce forte commozione quando Matthew, uno degli amici di Charles, legge una delicatissima poesia di Auden: "Funeral Blues". Le sue parole risuonano nella chiesa addobbata a lutto, tanto quanto le risate si disperdono nei festosi banchetti di nozze.
Hugh Grant è diventato una sorta di "rappresentante" di questo genere di commedia. La maggior parte delle sue successive interpretazioni restano su questa scia: la faccia da bravo ragazzo, quell'aria un po' timida e il fascino di chi osa per amore sono tutte carte vincenti. Così, l'attore britannico si è spesso ritrovato a lavorare su sceneggiature scritte sempre dallo stesso autore, Richard Curtis. Lo sceneggiatore neozelandese è stato anche l'ideatore di altri film di successo, come "Notting Hill", "Il diario di Bridget Jones" e "Love Actually": tutte commedie romantiche in cui Grant ha sempre trovato un personaggio che gli calzasse a pennello.
Se il pubblico conosce una nuova star del cinema, non può nemmeno farsi sfuggire il prezioso cameo di una stella ormai consolidata soprattutto sul piccolo schermo. Si tratta di Rowan Atkinson, meglio conosciuto come Mr Bean. In "Quattro matrimoni e un funerale" recita nella parte di un prete che sta studiando per poter celebrare gli sposalizi, ma nel momento in cui si ritrova a celebrare l suo primo matrimonio risulta impacciato proprio come il suo famoso personaggio.
Il film in questione ottiene ben tre premi BAFTA nel 1995: per il miglior film, per il miglior regista e per la miglior attrice non protagonista Kristin Scott Thomas, che interpreta la ex di Charles soprannominata dagli amici con il simpatico, e ben studiato, appellativo "Faccia di Kiulo", che nella versione originale era un meno incisivo "Duckface".
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Recensione a cura di Debora P. - aggiornata al 28/11/2008
Il contenuto di questo scritto esprime il pensiero dell'autore e non necessariamente rappresenta Filmscoop.it
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