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Su un'isoletta irlandese, uno scienziato conduce degli esperimenti nel tentativo di trovare una cura contro il cancro. Ad un tratto iniziano ad essere ritrovati cadaveri che si presentano come ammassi di carne del tutto privi di scheletro, così che il medico locale si rivolge all'illustre professor Brian Stanley (Peter Cushing) il quale, a sua volta, chiede lumi al dottor David West (Edward Judd), giovane scienziato specializzato nello studio delle ossa umane.
I tre uomini si dirigono sull'isola per investigare e qui si troveranno a dover affrontare una terribile minaccia: i "silicati", strani esseri mutanti simili a tartarughe con proboscide, effetto collaterale degli esperimenti compiuti sull'isola.
Gli esseri paiono indistruttibili e la lotta contro essi si rivelerà assai ardua; anche quando tutto sembrerà finito nel migliore dei modi, in realtà la minaccia inizierà a sorgere anche altrove...
Il film fa parte di un dittico fanta-horror assieme a "Demoni di fuoco" del 1967, che narra dell'invasione di alcune creature extraterrestri ai danni dell'isoletta nordica di Fara e ritrova nel cast sempre Peter Cushing, affiancato questa volta da Cristopher Lee.
Entrambe le pellicole portano la firma di Terence Fisher e sono state da quest'ultimo realizzate per conto della Planet Film Productions, durante un momento "di riposo" dalla storica casa di produzione Hammer (con cui il regista tornerà comunque a lavorare l'anno successivo con "La maledizione di Frankestein").
"S.O.S. i mostri uccidono ancora" appare sin da subito come un film girato con mezzi davvero ridotti: gli effetti speciali sono abbastanza approssimativi e i "silicati" non incutono certo paura. Tuttavia, quest'opera rappresenta il caso in cui una recitazione solida, una trama semplice ma efficace e un'atmosfera adeguata, possono pienamente sopperire alle mancanze negli effetti scenici.
Infatti la narrazione è caratterizzata da una buona dose di suspance che la pervade dall'inizio alla fine, senza quasi mai dare spazio a tempi morti; famosa è la scena in cui il dottor West, per liberare il professor Stanley che è stato catturato da uno dei "silicati", deve amputargli una mano.
Un altro momento abbastanza efficace è quello in cui, poco prima dello "scioglimento" della vicenda, i silicati stanno per entrare nell'edificio diventato ultimo baluardo degli isolani, scatenando così il panico incontrollato e rivelando, almeno per il momento, lo stato di impotenza dei due super-scienziati. In questo frangente, l'interpretazione degli attori protagonisti è molto efficace: Edward Judd e il grande Peter Cushing risultano decisamente credibili nei panni di due uomini di scienza alle prese con questi strani ed inquietanti esseri.
Fondamentali sono poi il buio e l'umida nebbia dell'isola, che avvolgono la vicenda e contribuiscono così a creare un senso di soffocamento e un'atmosfera decisamente lugubre.
Meno convincenti e in parte involontariamente comiche sono le scene in cui i "silicati", arrampicatisi inopinatamente sugli alberi, aggrediscono le proprie prede planando loro addosso. Inoltre appare misterioso il modo in cui il pur "super" Peter Cushing possa sopravvivere a un'amputazione traumatica, rifiutare la morfina ed essere subito operativo e pronto alla battaglia, fatto salvo un leggero pallore in viso.
Va poi rilevato come in questo film si ritrovino due tematiche relativamente nuove per la cinematografia fanta-horror dell'epoca: il fatto che il mostro nascesse in conseguenza di esperimenti scientifici e il finale aperto.
Riguardo il primo punto, fino ad allora il cinema di genere aveva visto la nascita di pellicole prevalentemente incentrate su creature demoniache quali il Conte Dracula, protagonista di svariati film, o esseri extraterrestri come ne "L'invasione degli ultracorpi" o ne "La cosa da un altro mondo".
Circa invece il secondo elemento, notiamo che in quegli stessi film il potente antagonista veniva quasi sempre annientato al termine di una estenuante lotta, salvo magari resuscitare per tornare a seminare minaccia in eventuali sequel.
Infine alcune annotazioni sul cast che, come accennato, accanto all'intramontabile Peter Cushing vede la presenza di Edward Judd. Questi, apprezzato interprete di film di fantascienza negli anni '60, si impose al grande pubblico come star di "Base luna chiama terra" (1964), per la regia di Nathan Juran, una delle produzioni fantascientifiche britanniche di maggior successo del decennio.
Un motivo in più per rivedere un'opera che, meritandosi la piena sufficienza, diventa imperdibile per gli appassionati del genere.
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Recensione a cura di Samurai82 - aggiornata al 26/03/2010
Il contenuto di questo scritto esprime il pensiero dell'autore e non necessariamente rappresenta Filmscoop.it
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