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Voto Recensore: | 7,00 / 10 | ||
Il regista Giuseppe Gagliardi ha definito "Tatanka" la sua opera seconda, un film scritto "a dieci mani", poiché prende spunto da vari scritti, anche se principalmente dal racconto che Roberto Saviano ha pubblicato nella sua raccolta "L'inferno e la bellezza", in cui ci narra parte della storia del campione italiano di pugilato Clemente Russo.
Soprannominato appunto "Tatanka" (cioè bufalo) e cresciuto a Marcianise, Clemente Russo, medaglia d'argento alle Olimpiadi di Pechino, ha dato moltissimo a questo film: la sua storia, le sue origini e anche il suo stesso volto. Nonostante la storia del film "Tatanka" non sia esattamente la sua, di somiglianze ce ne sono eccome e quindi quando gli è stato offerto il ruolo del protagonista Michele, non ha saputo dire di no.
Michele è un ragazzo cresciuto nel napoletano e abituato alle delinquenze e alla legge camorrista, ma da subito ci accorgiamo che non è una persona di animo cattivo: pur di coprire un omicidio commesso dall'amico Rosario, per lui quasi un fratello, sconterà diversi anni di carcere.
Poi arriva il suo incontro con la boxe: un colpo di fulmine. La disciplina e la fatica non lo spaventano perché qualcuno ha capito quanto vale; il suo allenatore Sabatino lo considera diverso, speciale e vuole portarlo alle Olimpiadi. Uscire dalla camorra quando tutti quelli che ha intorno, anche l'amico Rosario, ne sono coinvolti non è facile, ma Michele tiene duro e la boxe, ancora una volta, come in "Rocky", in "Million Dollar Baby" o nel recente "The Fighter" sarà la leva del suo riscatto sociale.
La scelta di utilizzare tanti "non attori" e di girare in luoghi reali a Marcianise (le strade, la palestra) è la vera forza del film. Nessuna pellicola sul pugilato nella storia del cinema ha scene come quelle di "Tatanka", perché sui set di nessuna pellicola sul pugilato si sono disputati incontri tra veri pugili. In "Tatanka" i colpi di Clemente Russo arrivano a segno e così le risposte degli avversari sono altrettanto reali. Inoltre, nonostante sia alla sua prima esperienza nel cinema, il campione di pugilato se la cava bene anche come attore; anche nei pochi dialoghi riesce a mantenere una buona espressività e si è impegnato anche a lavorare sulla sua tecnica pugilistica ai fini della resa del film. Nelle scene in cui si allena al sacco, tende a controllarsi, tirando colpi più forti che curati tecnicamente, a marcare il suo stile di combattimento degli esordi che gli valse il soprannome di "Tatanka".
Come "Gomorra" il film è girato in dialetto e sottotitolato in italiano, allo scopo di accentuare il senso di realismo, che a Gagliardi sta molto a cuore; ma oltre a questo aspetto e alla cura nella descrizione visiva dei luoghi, i due film hanno ben poco in comune. Il tema della camorra è affrontato in modo totalmente diverso nei due film. In "Tatanka" viene mostrata la possibilità del riscatto, anche per chi sembrava perso; le scelte coraggiose di Michele faranno cambiare la propria vita e quelle degli altri.
Inoltre se "Gomorra" era più che altro una rappresentazione quasi documentaristica di ambienti e situazioni, "Tatanka" ha una regia molto più incisiva e una sceneggiatura più attenta alla storia.
Il film di Gagliardi ha sicuramente le sue pecche: nella seconda metà, ambientata in Germania, ci sono molti tempi morti; in tante sequenze chiave il ritmo dovrebbe essere più incalzante e di tanto in tanto ci troviamo di fronte a scene inutili ai fini della storia, che tendono soltanto a distrarre.
È anche vero, però, che resta un film molto interessante sia per i temi trattati, che per lo stile registico utilizzato, nonché per le polemiche suscitate. La più importante è sicuramente quella che ha portato Clemente Russo ad essere sospeso per sei mesi senza stipendio dal corpo delle Fiamme Oro nella Polizia di Stato. Quando la polizia esaminò la sceneggiatura, contestò la scena iniziale, che vede alcuni agenti di polizia uccidere, tramite il waterboarding, un ragazzo interrogato, in quanto si ritenne che l'immagine del corpo di polizia sarebbe stata danneggiata. Per questo fu chiesto al regista di eliminare la scena dal film e altrimenti, a Clemente Russo, di abbandonare il progetto: non essendo stata assecondata nessuna delle due richieste, è stato portato avanti un procedimento disciplinare contro il pugile. Russo è rimasto fedele ai suoi principi, come il suo Michele sullo schermo.
"Tatanka" è un film che sprona a combattere per migliorare se stessi, ma anche il mondo in cui viviamo.
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Recensione a cura di Corinna Spirito - aggiornata al 13/06/2011 15.17.00
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